Contraccezione - Il profilattico per le donne è largamente distribuito negli altri paesi ma sconosciuto in Italia
Marina Toschi Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2006
E’ un totale sconosciuto qui in Italia il condom femminile, detto anche Femidom o Lady condom. Eppure cliccando in internet esce fuori una spiegazione semplice e chiara di come è fatto e di come si applica. E sapere che c’è un po' di pari opportunità anche nella contraccezione meccanica e nella possibilità di difendersi dall’AIDS non è cosa da poco e forse non ci farebbe male neanche a noi italiane. Eppure non è in commercio! Mentre a Parigi lo puoi avere gratis, regalato e spiegato dal personale che gestisce i chioschi e gli autobus attrezzati per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse, messi a disposizione dal Comune, la Mairie de Paris. Oppure li puoi acquistare nel quartiere della periferia parigina, la Seine St.Denis, al prezzo di 25 centesimi. Mentre qui da noi, se oggi li vuoi comprare su internet, costano circa 2 sterline l’uno.
Morbido, incolore, inodore, lungo circa 17 cm e molto più largo dei profilattici maschili, il poliuretano espanso di cui è costituito prende facilmente la temperatura corporea, si può inserire facilmente da sole aiutandosi con un piccolo anello che è al suo interno e si può usare anche se il pene non è al massimo della sua rigidità. Non va estratto subito dopo il rapporto sessuale come il profilattico maschile, non si rompe e protegge anche le piccole labbra della vagina che copre lievemente con la sua parte esterna, che termina in un piccolo anello.
Credo che più che parlarne a lungo, si tratterebbe per molte/i di poterlo avere a disposizione e poterlo provare anche in Italia, mentre è davvero assurdo che il 95% delle donne e degli uomini di questo paese, anche tra i professionisti sanitari, ignorano di ignorare!
Eppure ci sarebbe l’Europa e la carta dei diritti riproduttivi, eppure ci sarebbe la libera circolazione dei farmaci e dei prodotti sanitari all’interno dei paesi europei, eppure... è tanto difficile rompere dei resistenti tabù che nel nostro paese sono stati solo brevemente infranti negli anni ’70 da quelle donne che hanno cominciato le pratiche del self-help, che hanno fatto con estrema fatica, gioia e difficoltà un percorso di riappropriazione del proprio corpo. Per molte ragazze di oggi questi sono discorsi strani. Quando, da ginecologa, storco il naso davanti alla loro totale o semi totale depilazione pubica, quando le provoco chiedendo se sono musulmane, quando affermo che non si devono scusare se non sono depilate, ma che trovo che la depilazione totale del pube, l’asportazione del triangolo di Venere, sia decisamente una autocastrazione (inoltre, secondo me, anche molto poco sexy) che non ha nulla a che fare con l’igiene (semmai provoca spesso infezioni e foruncolosi!!), le vedi allibire, guardarti come una matta furiosa che inserisce in contesto”medico” strani discorsi di genere.
Insomma siamo tornate indietro? Ci siamo perse la capacità di partire dal nostro corpo, dalle nostre differenze, dai nostri bisogni più intimi, dalla conoscenza ed accettazione di noi stesse, dalla condivisione di queste riflessioni con altre donne? Credo davvero che di questa infinita e sconosciuta ricchezza ce ne sia ancora tanto e di nuovo bisogno. Le ragazze, le anziane signore, le bambine, le donne e uomini di ogni età che hanno riempito piazze ed assemblee in questi ultimi mesi ci dimostrano quanto questi temi abbiano ancora e sempre forza e valore, quando riescono a trovare spazi, modi, tempi e luoghi per esprimersi.
* Ginecologa Servizi consultoriali, ASL 2 Perugia
(19 marzo 2006)
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