Benedetto XVI: La luce del cristianesimo si sta spegnendo in tutto l’occidente
Una crisi senza precedenti storici è quella che oggi si respira in Vaticano, uno stato sommerso dagli scandali che colano come lava da un vulcano in eruzione.
Mercoledi, 26/12/2018 - Una crisi senza precedenti storici è quella che oggi si respira in Vaticano, uno stato sommerso dagli scandali che colano come lava da un vulcano in eruzione.
Benedetto XVI: La luce del cristianesimo si sta spegnendo in tutto l’occidente
Raffaella Mauceri
In Casa santa Marta - residenza del papa – arcivescovi e cardinali parlano della crisi che sta scuotendo le fondamenta della chiesa cattolica a cominciare dagli abusi sessuali su minori commessi da sacerdoti in ogni parte del mondo. E lui, Francesco, quel papa che si era presentato come un rivoluzionario, quel papa che aveva acceso la speranza nel cuore delle vittime, lui sapeva e i pedofili li ha coperti. Tutti.
Osannato come colui che finalmente avrebbe messo questa chiesa retrograda e codina, al passo con i tempi, oggi si ritrova denunciato con un dossier di centinaia di pagine, dall’ex nunzio apostolico di Washington, Carlo Maria Viganò, che ha chiesto le sue dimissioni. Il 266° successore di Pietro confida ai suoi stretti collaboratori il timore di passare alla storia come colui che ha causato la crisi più grave di tutta la storia nella chiesa cattolica. Basti dire che ormai soltanto il 17% degli italiani frequenta la chiesa e sono quasi tutte persone anziane, che le vocazioni sono colate a picco e gli sbattezzi crescono inesorabilmente.
Lo accusano di aver fatto scoppiare una “guerra civile” tra conservatori e progressisti, di aver protetto una rete di prelati omosessuali, di essersi reso complice di migliaia di abusi sui bambini, e in particolare di avere riabilitato un molestatore seriale, suo vecchio amico, il cardinale statunitense Theodore Mac Carrick (che portava offerte milionarie in Vaticano) nonché di averlo addirittura premiato affidandogli delicate missioni diplomatiche.
“Su questo non dirò neanche una parola”, dichiarò Bergoglio il papa ciarliero, sottraendosi alla stampa. Così ha fatto anche quando quattro cardinali, sospettandolo di diffondere errori dottrinali, hanno espresso dubbi sul suo pontificato. Così ha fatto quando trentamila donne cattoliche gli hanno scritto una lettera aperta dove chiedevano di conoscere la verità sugli abusi inflitti ai loro bambini. Così fa quando preferisce non affrontare le accuse. “Non ho mai creduto a una parola di questo Francesco - dice un cardinale che vuole restare anonimo - Predica la misericordia, ma in realtà è freddo, scaltro e bugiardo”.
In lui erano riposte molte speranze: un ruolo più forte per le donne, il sacerdozio anche per gli omosessuali, più ecumenismo, più misericordia e meno fasti. Invece, uno studio di 356 pagine commissionato dalla conferenza episcopale tedesca, e presentato ufficialmente dal cardinale Reinhard Marx, documenta con dati e numeri sconvolgenti gli abusi sui minori da parte dei clerici che non esita a definire “un problema sistemico” della chiesa cattolica.
Ultimamente il papa viaggia molto. Va dovunque, ma non in Argentina. “Non viene qui – spiega l’avvocato Juan Pablo Gallego - perché dovrebbe spiegare per quale ragione ha coperto persone che hanno abusato di minorenni. Compresi alcuni casi di una gravità assoluta. Per esempio quello del sacerdote Julio Cesar Grassi che ha abusato molti adolescenti e che Francesco ha fatto scagionare pagando i suoi avvocati difensori e addirittura criminalizzando le vittime”.
“Julieta Añazco – continua Gallego - aveva sette anni quando trascorse le vacanze estive con gli scout della sua parrocchia, nei dintorni di La Plata. Nel campo c’era una tenda dove il sacerdote Ricardo Giménez confessava i bambini…. e li abusava. A causa degli abusi, alcuni avevano sofferto di depressione, altri avevano tentato il suicidio, altri ancora erano diventati tossicodipendenti. Nel 2013, quattordici vittime hanno scritto tutto in una lettera al papa, risultato: Giménez è stato trasferito in una casa di riposo, dove è servito e riverito e continua a dire messa. In Argentina ci sono 62 procedimenti giudiziari in corso contro sacerdoti cattolici, le vittime sono migliaia ma la chiesa mette tutto a tacere e il papa li ignora”.
Si dice che il sopracitato Viganò avrebbe valigie piene di materiali compromettenti e che in Vaticano si parla dell’imminente esplosione di una “bomba atomica” che si suppone ruoti intorno ad alcuni casi a dir poco scandalosi, quelli che portano i nomi di Pell, Mardiaga, Errazuriz, Karadima, Inzoli e altri innominabili.
L’australiano George Pell, signore delle finanze vaticane e numero tre della gerarchia della Santa Sede, dal 1 maggio del 2018 è sotto processo nel suo paese. In Honduras, Oscar Andrés Rodrìguez Maradiaga, uno dei più stretti collaboratori del papa, è nell’occhio del ciclone da quando sono state diffuse delle notizie sugli scandali sessuali che sarebbero avvenuti nella sua diocesi. In più, Maradiaga è stato accusato da un giornalista italiano di aver intascato quasi 660mila dollari nel 2015, quando era gran cancelliere dell’università cattolica di Tegucigalpa. Il cardinale cileno Francisco Javier Erràzuriz Ossa è accusato nel suo paese di aver coperto gli orrendi crimini commessi sui bambini dal sacerdote Fernando Karadima. Corrono voci sul caso di un altro, innominabile, cardinale tra i fedelissimi di Francesco: nel 2017 la gendarmeria vaticana lo ha arrestato irrompendo nel bel mezzo di una “battaglia a palle di neve” (un festino a base di cocaina) in compagnia di omosessuali. Poi c’è il direttore della foresteria della Casa santa Marta, sorpreso da un tecnico dentro un ascensore “in compagnia” di un ragazzo. Ciononostante Francesco l’ha nominato nientemeno supervisore dello Ior, la banca del Vaticano. E poi ancora c’è don Mauro Inzoli, soprannominato “don Mercedes” per la sua passione per le auto di lusso. Tolto di mezzo da Benedetto XVI per abusi sui minori, nel 2014 è stato riabilitato da Francesco. Poco tempo dopo il don è stato condannato a quattro anni e sette mesi di carcere in seguito a decine di “episodi” con ragazzi giovanissimi.
Lawrence Persico, 67 anni, guida la diocesi di Erie, in Pennsylvania, sull’omonimo lago poco distante dal confine tra gli Stati Uniti e il Canada. “Siamo nel bel mezzo di un uragano - dice a bassa voce - Di fatto quello che è emerso ad agosto dal rapporto di un gran giurì va al di là di ogni immaginazione. Nel documento si parla di almeno trecento sacerdoti avrebbero abusato di più di mille minori. Si parla di bambini incatenati dentro i confessionali. Si descrive lo stupro di cinque suore. Si dice che le vittime designate erano segnalate ai violentatori da ciondoli d’oro a forma di crocifisso”.
Sharon Tell è stata abusata per anni. “La chiesa” - dice - è un’istituzione marcia e corrotta fino al midollo”.
Persico ha pubblicato sul sito della diocesi i nomi dei primi sospetti: 34 parroci e 17 collaboratori, si è messo a disposizione degli inquirenti come testimone ed è stato l’unico vescovo a presentarsi spontaneamente davanti al gran giurì. Ha anche fatto installare una linea telefonica dedicata alle vittime di abusi, riceve tutte le persone coinvolte e cerca di riparare torti purtroppo irreparabili.
Intanto sono state annunciate indagini della magistratura o della polizia in altri otto stati americani. Gli attivisti hanno inviato lettere di protesta a Roma, hanno organizzato veglie a lume di candela e hanno chiesto spiegazioni al Vaticano. Hanno perfino organizzato una manifestazione davanti all’ufficio del vescovo Persico.
Arcidiocesi di Baviera, all’arcivescovado qualcuno commenta: “La vera misura del disastro sarà evidente tra dieci anni”. Molti preti hanno apertamente l’amante, donna o uomo secondo i gusti. il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco, un uomo potente e molto vicino al papa, ha presentato un rapporto sugli abusi sessuali di minori da parte di sacerdoti cattolici, nella giurisdizione della Conferenza episcopale tedesca Dagli archivi delle diocesi sono venuti alla luce 38mila dossier provenienti da 27 diocesi tedesche, procedimenti per abusi sessuali ai danni di 3.677 minori, commessi da 1670 esponenti del clero. Ma si dice che i casi non denunciati siano ancora di più. Molti sacerdoti accusati sono stati semplicemente trasferiti in altre parrocchie e spesso i loro fascicoli sono stati distrutti o manipolati.
L’uomo che probabilmente sa già come andrà a finire questa vicenda si trova in Vaticano al primo piano del palazzo Apostolico, su una poltrona rococò di velluto rosso: è il prefetto della Casa pontificia, arcivescovo Georg Gӓnswein colui che siede alla destra del pontefice e persona in assoluto la più vicina al papa emerito Benedetto XVI. In pratica, Gӓnswein è servitore di due padroni e oggi si trova in mezzo a un fuoco incrociato. La mattina celebra la messa con Benedetto, il papa che ha allontanato dal servizio pastorale circa ottocento sacerdoti pedofili, dopodiché scende nel palazzo Apostolico e incontra Francesco, che invece è accusato di aver insabbiato gli abusi sessuali.
Come si comporta dunque Francesco di fronte alla mostruosa accusa e alla richiesta delle sue dimissioni? Tace e offre null’altro che i suoi silenzi.
Gӓnswein vede così avvicinarsi “un’eclissi di Dio davanti alla quale noi tutti nel mondo proviamo terrore”. E Benedetto XVI incalza: “Dal tramonto dell’impero romano, verso la fine del quinto secolo, la luce del cristianesimo si sta spegnendo in tutto l’occidente”.
(Dati cifre e citazioni sono tratte dal corposo dossier dello scorso 13 dicembre a cura di
Marian Blasberg, Walter Mayr, Valentyna Polunina e Christoph Scheuermann)
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