Behind a fragile glass. La maternità nei ritratti di Malgorzata Stanislawa Szymko
Behind a fragile glass è un progetto fotografico di Malgorzata Stanislawa Szymko, in mostra nell'ambito della rassegna Obbiettivo Donna organizzata da Officine Fotografiche.
Mara, 21 anni. Florenza, 20 anni. Mehek, 24 anni. Sofia, 16 anni. Sono alcune delle donne ritratte da Malgorzata Stanislawa Szymko nel progetto Behind a fragile glass, esposto in occasione di Obbiettivo Donna, la rassegna che Officine Fotografiche dedica alla fotografia femminile.
Il titolo assegnato al lavoro, sotto la cura di Laura Pandolfo, è già un manifesto programmatico. Dietro un vetro, infatti, sono ritratti i volti di giovani, giovanissime future madri. Come a non renderne pienamente coglibili i tratti e lo sguardo, pure non meno intensi dietro una lastra che media e impedisce la fisicità di un contatto.
Della maternità, Malgorzata sceglie di rappresentare la costitutiva fragilità. Insieme alle incertezze, così simbolicamente incarnate da uno sguardo quasi perso nel vuoto, in cerca di un punto fermo sul quale fissarsi. Le difficoltà della maternità, quei rischi del materno che i femminismi raccoglievano nelle loro riflessioni, diventano la non limpidezza di un colpo d’occhio, i capelli spettinati davanti a segnare una protezione.
Più che essere osservate, le donne ritratte da Malgorzata sembrano osservare. Non sono oggettivate, continuano a rimanere gli indiscussi soggetti della rappresentazione. Come se fosse questo il modo, la direzione dello sguardo, per segnare una reazione verso una società che l'autrice del lavoro ritiene violenta, aggressiva nei confronti delle giovani che si avvicinano alla maternità.
Perché le figure femminili di Behind a fragile glass sono poco più che adolescenti. Si capisce, allora, come alle preoccupazioni di una nuova condizione di vita si aggiungano anche le debolezze di un’età di trasformazioni, fisiche e d’esistenza. “For some young mothers, maternity can be a happy event but, in most cases, the birth is seen too premature and can be rejected or experienced with fear and pain… they are worried to deal the subject with their parents fearing their reaction, the father’s and his family emotional response, the need to face a gynaecologist, to tell what happened to their classmates, teachers and so on. Many girls in this delicate situation feel lost, filled with insecurity that can easily become a sense of guilt”, scrive con chiarezza Malgorzata.
Alle intimità, alle nascoste pieghe emozionali, la Szymko ci aveva abituato già nei precedenti lavori, come Something mean everything e You have a face in cui, sempre privilegiando le figure femminili, di nuovo coglieva con efficacia la fisicità di un gesto, il farsi corporeo di una passione dell’anima.
La mostra rimarrà esposta al Teatro Ambra di Garbatella fino al 12 aprile.
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