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Batwoman: la supereroina che ha annientato i pregiudizi

Batwoman: la supereroina che ha annientato i pregiudizi

Kate Kane, la Batwoman di J. H. Williams III, è da quasi dieci anni un'invincibile nemica del crimine, dei pregiudizi e delle discriminazioni omofobe e razziste.

Domenica, 01/02/2015 -
Era il 1882 quando il filosofo Friedrich Nietzsche dava all'umanità la notizia, sconcertante ed esaltante insieme, della morte di Dio.



«In realtà, noi filosofi e “spiriti liberi”, alla notizia che il vecchio Dio è morto, ci sentiamo come illuminati dai raggi di una nuova aurora; il nostro cuore ne straripa di riconoscenza, di meraviglia, di presentimento, d’attesa, – finalmente l’orizzonte torna ad apparirci libero, anche ammettendo che non è sereno, – finalmente possiamo di nuovo scioglier le vele alle nostre navi, muovere incontro a ogni pericolo; ogni rischio dell’uomo della conoscenza è di nuovo permesso; il mare, il nostro mare, ci sta ancora aperto dinnanzi, forse non vi è ancora mai stato un mare così “aperto”». (La gaia scienza).



Intorno agli anni '80 dell'Ottocento, insomma, Nietzsche preannunciava la nuova epoca dell'"Oltreuomo", o "Superuomo": l'epoca, cioè, dell'essere umano che si fa padrone di se stesso incarnando pienamente il suo spirito dionisiaco e dicendo il suo altisonante "sì" alla vita. Non sappiamo quanto e in che termini Nietzsche avesse giustamente profetizzato, in fatto di superuomini. Di sicuro, però, possiamo dire che senza di lui, i fumetti dei nostri cari supereroi non avrebbero avuto tanta fortuna. Superman, ad esempio, fin da quando è stato lanciato, intorno agli anni Quaranta, si è dimostrato talmente popolare che la National Periodical Publication non ha mai avuto bisogno di interrompere la serie.



Ancora, la sorte di Batman - l'uomo pipistrello che promise all'umanità l'annichilimento assoluto del male - è ad oggi paragonabile a quella di Superman. Ideato da Bob Kane e Bill Finger, Batman fu pubblicato dalla DC Comics nel maggio 1939. Icona fondamentale del fumetto supereroico, la maschera di Batman rappresenta l'alter ego del miliardario Bruce Wayne - un magnate dal cuore di giustiziere. A distanza di poco meno di un secolo dal lancio di Superman e Batman, dobbiamo però osservare qualcosa che neanche la lungimiranza di Nietzsche poteva predire né aspettarsi, ovvero: la nascita e lo sviluppo di Batwoman.



Nonostante l'idea di una super-donna-pipistrello venne in mente già nel '56 sia a Bob Kane che a Sheldon Moldoff, il vero momento di latenza di Batwoman non si concluse prima del 2006. Nella Silver Age (cioè negli anni Cinquanta), Batwoman era una figura alquanto marginalizzata, semplice "pendant" femminile del muscoloso macho pipistrello, introdotta nel fumetto solo per dissipare le accuse di omosessualità di cui Batman stesso fu tacciato intorno al '54.



E' pur vero, però, che poco più tardi, a partire dal 2006 - vista la pesante assenza dell'eroe protagonista nella saga - Batwoman divenne il fulcro della striscia. Ex compagna di Renee Montoya, la superdonna mascherata, frequentava gli stessi ambienti di Bruce Wayne e agiva con grande determinazione e autonomia. Peraltro, sdoganando ogni tabù, Batwoman fece scandalo persino su Repubblica con il suo outing. In quel giugno del 2006, infatti, Batwoman scoprì, lei per prima, il suo innamoramento per un'ex poliziotta.



Dal 2006, molte Batwomen - impavide, sfrontate, sexy, invincibili - si sono succedute. Ancora vivace e seguìta, oggi, è la ricca ereditiera di Gotham City disegnata da J. H. Williams III., eccelso illustratore e fumettista californiano. Kate Kane (questa, l'identità che si cela sotto la la bat-mask) è un'eroina due volte moderna: ebrea di origine ed omosessuale, non combatte con successo soltanto contro il crimine, ma riduce in briciole con eleganza e disinvoltura i più pesanti pregiudizi discriminatori e razziali. Anche per questa ragione, probabilmente, Batwoman, nell'ultimo decennio, ha attirato l'attenzione dei media, e infine meritato le lodi appassionate del pubblico più vario.

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