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Basta Tagli

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Dipendenti manifestano sotto gli uffici BT Italia contro la decisione di licenziare 320 lavoratori e lavoratrici

Martedi, 16/06/2009 -
"Dopo anni di sacrifici per risanare l'azienda, ora che l'obiettivo è stato raggiunto, BT Italia, come ringraziamento... licenza 320 lavoratori" si legge nel volantino firmato dalle lavoratrici e dai lavoratori di BT Italia S.p.A. - Roma - distribuito in strada questa mattina. E ancora "NON SIAMO NUMERI, MA PERSONE E FAMIGLIE".



Molte donne e uomini stanno manifestando sotto gli uffici romani dell'azienda BT Italia che ha annunciato il taglio di 320 dipendenti, circa un terzo dell'organico totale.



BT Italia conta su un portafoglio di oltre 250.000 aziende clienti e ha sedi a Milano, Roma e in altre città italiane.



Sono circa 1.400 le persone impiegate, di cui il 30% di donne, in questa azienda  che possiede una rete in fibra ottica di oltre 12.000 chilometri.



BT Italia Spa è soggetta all'attività di direzione e coordinamento di British Telecommunications plc.



“Il nostro obiettivo – ha dichiarato Corrado Sciolla, Amministratore Delegato di BT Italia – è quello di consentire a BT Italia di recuperare efficacia operativa ed efficienza senza diminuire il livello di servizio ai nostri clienti. Rimettiamo al tavolo di confronto aperto con le organizzazioni sindacali l’individuazione, con la massima flessibilità, delle modalità di attuazione del Piano.”



"Purtroppo, la crisi che ha investito l’economia mondiale e quella italiana sta provocando una contrazione del mercato delle telecomunicazioni per le imprese e soprattutto una forte riduzione dei prezzi unitari; ciò impone a BT Italia di definire un nuovo piano industriale che prevede una forte attenzione a tutti i costi dell’azienda" fa sapere l'azienda attraverso un comunicato stampa.



Al momento si procede con la mappatura delle posizioni, ma il tavolo è ancora aperto.



Intanto, fischietti, striscioni, bandiere e sconcerto: dipendenti che rischiano di perdere il posto di lavoro proprio alla vigilia dell'estate. Segno che la crisi economica non va in vacanza.

  Elena Ribet

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