Martedi, 11/06/2013 - Esprimiamo un grande disappunto nei confronti di chi ha voluto stigmatizzare, con toni inopportuni, la nomina di Isabella Rauti come
Consigliere per le politiche di contrasto della violenza di genere ed al femminicidio.
Questo trapela dai titoli di alcuni articoli che reputano primario soffermarsi più sulla caratteristica "moglie di......" che sul valore, la professionalità, la preparazione di chi ha ricevuto l'incarico.
Riteniamo questa l'ennesima discriminazione di genere che continuamente si pratica nei confronti delle donne che pur vantando percorsi e spessore di saperi vengono facilmente sminuite con un'ironia sprezzante paravento del clima di misoginia dilagante che ancora impera nelle maglie della nostra società.
Isabella Rauti è una donna di grande competenze e personalità che ricoprirà un incarico prestigioso ed impegnativo con grande abnegazione, come ha ricoperto fino ad oggi altri incarichi che l'hanno vista sempre capace di affrontare problematiche legate alla questione femminile.
L'individuazione da parte del Ministro Alfano di un settore che affronti con scientificità le problematiche legate alla violenza di genere ed al femminicidio raccoglie quello che per tanti anni è stato richiesto dall'associazionismo femminile, dai comitati di parità, dalle case famiglia e da tutte le persone che a vario titolo si occupano di violenza e di discriminazione di genere. Bisogna soffermarsi su questo segnale importante di civiltà che il governo ha voluto dare e che deve essere accolto con responsabilità.
Non bisognerebbe lasciarsi andare a quello che oggi sembra lo sport nazionale più diffuso: gettare veleno su tutto. Si rischia che tutto
venga inquinato e che gli schizzi di fango colpiscano ancora corpi martoriati da calci e pugni perchè non siamo stati in grado di creare strumenti adeguati per difenderli.
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