Tempopermettendo - ...il ritmo giusto è fatto anche di pause. Un convegno del Centro Documentazione Donna per prendersi il tempo di parlare di tempo
Elena Bellei Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2006
Tra lavoro in casa e lavoro fuori casa le donne emiliano-romagnole mettono insieme 14 ore in più rispetto ai loro compagni, sono quelle che lavorano di più in assoluto rispetto alle donne europee e una su tre lavora in orari atipici. Sono alcuni dei dati emersi dal convegno Tempopermettendo, organizzato dal Centro Documentazione Donna di Modena, che ha visto politici ed esperti/e di urbanistica, sociologia ed economia, intervistati da Chiara Valentini dell’Espresso. Al centro del convegno il tempo del lavoro, il tempo della famiglia, il tempo urbano e la loro possibile “conciliazione” (ovvero un modo per metterli tutti d’accordo). Da qualsiasi punto lo si guardi, con gli occhiali della politica o con quelli dell’economia o dell’antropologia, (tra i relatori anche l’antropologo Franco La Cecla, Linda Laura Sabbadini dell’Istat, Sandra Bonfiglioli, urbanista e Antonella Picchio economista, Paola Chiari del Ministero del Lavoro) quello del tempo che non concede tempo pare un problema da abbordare con urgenza, pena l’ inesorabile perdita della qualità della vita. Ma al convegno di Modena è stato il “sesso occulto” del tempo il vero protagonista, ovvero la convinzione che pensare e utilizzare il tempo non è la stessa cosa per gli uomini e per donne.
Secondo l’osservatorio delle famiglie nella Pubblica Amministrazione l’80% dei congedi parentali è utilizzato dalle donne. Anche se un debole segnale di cambiamento si registra nelle giovani coppie dove il padre è più collaborativo (ma il tempo dei padri è quello del gioco quasi mai quello dell’assistenza).
La rete informale (ad esempio l’aiuto delle nonne) si fa sempre più esigua causa l’allungamento della vita lavorativa. E il lavoro di accudimento degli anziani resta sulle spalle delle donne più a lungo, causa l’allungamento della vita tout court.
Il più delle volte i servizi non vengono in aiuto e la mobilità complica le cose. Solo nel 30% dei comuni italiani ci sono asili nido (44% nel Nord-Est il 12% al Sud) e gli orari non tengono conto delle esigenze diversificate degli utenti. Insomma il problema è culturale e politico ma anche l’impresa deve fare la sua parte e l’organizzazione del mondo del lavoro va rivista.
Da Modena, città laboratorio per molti progetti femminili, arriva una proposta: mettersi in rete, fare avanzare il dibattito sui tempi, incidere sulle scelte politiche, concertare le strategie. Nel corso del convegno è stata presentata la Rete regionale per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro che conta 43 partner (istituzionali e non) del territorio regionale che, protocollo d’intesa alla mano, si impegnano nella concertazione delle politiche: dall’integrazione dei servizi, alle soluzioni “salvatempo” da segnalare alle donne, fino ai laboratori per insegnare a padri e madri a dividere il lavoro in famiglia. Per saperne di più consultare il sito: www.tempopermettendo.info.
Il convegno rientra nel progetto “Conciliazione: Rete regionale a sostegno della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”” cofinanziato dal Fondo Sociale europeo e dalla Regione Emilia Romagna (Rif PA 2004 801/Rer Ob.3 E1) promosso dal Centro Documentazione Donna di Modena.
(13 novembre 2006)
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