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Bassora / Scrivere per dimenticare gli orrori della guerra

Bassora / Scrivere per dimenticare gli orrori della guerra

Si può sopravvivere all’orrore ed alla distruzione dei conflitti armati grazie alla scrittura. E' avvenuto a Bassora con un seminario di scrittura creativa

Lunedi, 16/05/2016 -
Bassora. L’idea è diventata realta in un tempo molto breve. Nel giro di poche settimane, grazie anche al patrocinio del Goethe Institute, è stato organizzato il primo laboratorio di scrittura creativa della durata di una settimana presso la biblioteca di Bassora , città nel sud iracheno.

“Scrivere per la poesia” questo il nome. Il laboratorio è stato presentato come un’occasione importante per fare rete tra le donne partecipanti, diverse per età, religione ed etnia.



Non c’erano soltanto donne di Bassora, ma anche donne del nord e sud iracheno, curde, assire,di religione musulmana e cristiana.

“E’ stato bello vedere come in pochi giorni la diffidenza iniziale tra le partecipanti sia scomparsa” dice Leila Chammaa, scrittrice e traduttrice di origini libanesi che ha lavorato nel laboratorio.

“Non era scontato che questo avvenisse, ma è quello che ci aspettavamo che accadesse” continua.

Ll’Iraq è considerato il Paese della poesia.
È la patria della famosa raccolta delle Mille e una notte.

“Come nel passato ancora oggi la poesia qui è più popolare che mai. Ancora oggi c’è accuratezza e cortesia nello scrivere le poesie. E nonostante la guerra si continua a stampare poesie e a regalarle a parenti ed amici” dice Chammaa.

“La poesia è diventata un modo con cui parlare delle proprie emozioni. È diventata una terapia per il trauma e la depressione causata dalle guerre e dal terrorismo che gravano così pesantemente sulla vita di molti iracheni ed irachene” dice.



Si parla di una distruzione spaziale, ma anche interiore che colpisce ancora di più le donne.

“Attraverso il confronto tra lo stile poetico del passato e del presente, le donne si sono buttate a capofitto in questa esperienza. Alcune di loro si sono scrollate di dosso le convenzioni esistenti, immergendosi in un altro mondo perché hanno trovato nella scrittura il modo con cui ritrovarsi nelle loro debolezze e paure e vincerle” dice Chammaa.


Sono le esperienze vissute da queste donne a creare quel filo comune. È stata la condivisione degli orrori della guerra e la continua minaccia del califfato islamico ad avvicinarle le une dalle altre.

Ma c’è anche la condivisione di un altro tipo di violenza, quella di una società patriarcale che continua a sottomettere le donne, e c’è ancora quella più subdola vissuta tra le mura domestiche.

Nonostante il successo riscosso però il futuro del progetto è incerto. Mancano i fondi, ma le donne irachene si dicono pronte a combattere. A combattere insieme per il laboratorio di scrittura creativa che anche per un breve periodo ha dato loro la possibilità di credere in un futuro, un futuro migliore.



Foto di Santiago Engelhardt

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