Bambin*-lavoratori e lavoratrici nella pubblicità e nella moda
Il libro-inchiesta "Bellissime" (Fandango) di Flavia Piccinni sull'uso dei/delle minori nello spettacolo, nella pubblicità e nella moda. Il Parlamento vuole regolamentare questa realtà (Disegno legge Anitori)
Martedi, 31/10/2017 - È frequente che il lavoro del nostro Parlamento diventi oggetto di libri scritti per farci conoscere la storia dei nostri giorni, ma che un libro diventi oggetto ispiratore di lavori parlamentari è un fatto tanto poco frequente da diventare un evento straordinario. Proprio in questo mese sono state però presentate due interrogazioni e poi un disegno di legge che trae origine da un libro e il disegno di legge ha subito suscitato un grande interesse anche se il poco tempo che lascia ai lavori parlamentari questa legislatura fa dubitare che possa essere approvato presto, a tamburo battente.
Il libro è titolato "Bellissime" (ed Fandango), scritto da Flavia Piccinni e contiene un'inchiesta sul business della moda e della pubblicità che si avvale di lavoro minorile, utilizzando bambini/e anche piccolissimi/e come modelli o piccoli attori/attrici. Si tratta di un business che si aggira sui 2,7 milioni di euro all'anno e che non è sufficientemente regolamentato, come spiega la Senatrice Fabiola Anitori di Ap, prima firmataria del disegno di legge suddetto e che vuole proteggere i bambini spesso spinti da genitori ambiziosi ad esibizioni e lavori che possono anche creare danni permanenti per una serena e corretta vita presente e futura. La Senatrice Anitori vorrebbe cambiare una mentalità corrente che porta i bambini a voler fare da grandi i calciatori e le bambine ed aspirate a ruoli di vallette televisive, ma portare bambini e genitori ad aspirare a mestieri e stereotipi adulti più abbordabili e socialmente utili non è cosa che si possa ottenere in pochi mesi, più semplice (per ora) chiedere e ottenere garanzie maggiori per i bambini che calcano i set dello spettacolo.
Il disegno di legge vuole imporre quindi che sui set sia sempre presente un medico ed uno psicologo, che aiutino i bambini a vivere bene e con tutto il possibile senso della realtà ruoli che potrebbero creare confusioni tra il mondo che li circonda sul set e quello della loro vita reale, presente e futura. Inoltre il disegno di legge prevede che almeno fino ai 6 anni i minori non siano truccati e che gli orari di lavoro a cui viene sottoposto siano meno stressanti degli attuali: solo due (non 3 come oggi) ore di lavoro al giorno (10 ore settimanali) per i bambini sotto i 2 anni, solo 3 ore ( e non 4) di lavoro al giorno (15 settimanali) per i bimbi dai 2 ai 6 anni e per tutti riposi che spezzino lo stress delle ore lavorative e un ambiente dove i decibel siano abbassati rispetto agli standard attuali.
La Senatrice Anitori, visto l'interesse che il ddl ha creato tra i suoi colleghi spera che attraverso un percorso abbreviato (approvazione deliberante in Commissione e nessun percorso in aula) il disegno di legge possa diventare operante in questa legislatura comunque, dice, il mattoncino è stato posizionato e alla peggio passerà in eredità ai parlamentari che entreranno a Montecitorio e a Palazzo Madama nel prossimo anno.
Questo tema dell'impiego di bambini nelle televisioni, nello spettacolo e nelle sfilate di moda, nonché il superamento degli stereotipi di genere a cui aspirano bambini e tanti genitori è sentito a livello anche internazionale; si stanno studiando misure maggiormente atte anche ad evitare la possibile distorsione delle immagini pubblicitarie che hanno per oggetto i bambini per usi impropri e pedo-pornografici.
Insomma è un tema che è arrivato nel nostro Parlamento attraverso un libro, ma la speranza della senatrice Anitori è quello di un effetto boomerang che porti i genitori ad una maggiora consapevolezza di quanto i bambini abbiano diritto ad una vita da bambini/e e magari faccia tornare in auge il mestiere ambito di pompiere o pompiera o di grande inventore/inventrice e scienziata/o.
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