Ludovica Modugno - Vengono da lontano per accudire i nostri cari, ora diventano soggetto teatrale
Mirella Caveggia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2009
Ecco una commedia che penetra la realtà in cui siamo calati. Titolo, “La badante”; autore e regista, Cesare Lievi; interprete principale, Ludovica Modugno. Il clima è quello, venato di diffidenza, dei rapporti fra italiani e stranieri in cerca di riscatto dalla miseria che li ha sospinti in Italia. Il tema di fondo, quello del rapporto spesso permeato di egoismo fra anziani assediati dalla solitudine e dalla prospettiva della fine e i loro figli indaffarati e indifferenti.
In una scenografia stilizzata ispirata al ventennio fascista si aggira una ricca signora in età avanzata (Ludovica Modugno). Bisbetica, dispotica, irritabile, in progressivo declino mentale, si dimostra insofferente alla presenza di una badante ucraina imposta dai due figli maschi e refrattaria alle cure di un’estranea che ritiene inutili (“faccio da sola”). Non solo rifiuta di comunicare con lei, ma davanti al figlio che ne prende le difese, si ostina ad accusarla di piccoli furti in casa. Poi il quadro cambia. La signora è passata miglior vita, ma per gli eredi benestanti, uno imprenditore e l’altro intellettuale dalle mani “traforate”, non c’è un soldo di eredità. Un furto? Un plagio? L’arcano sarà rivelato da un pungente e inatteso flash back che si lascia alla scoperta dello spettatore.
La commedia, di breve durata, fila liscia, quasi di fretta, verso l’epilogo agrodolce. Il testo minimalista, scorrevole, ben strutturato, lascia intravedere senza toni didascalici temi sociali, dimensioni pubbliche e private di personaggi emblematici della nostra contemporaneità e impone con uno stile ironico e senza giri di parole una riflessione sulla nostre pecche.
Ludovica Modugno, malgrado la candida parrucca, è apparsa troppo giovane nei tailleurs vintage della vecchia dama. La scelta sarebbe potuta cadere su un’attrice di lungo corso. Ma con il procedere dell’interpretazione ha dato, anche se con eccessivo vigore, spessore e credibilità al suo personaggio. Tanto che si è aggiudicata il premio della Critica teatrale 2008 come migliore attrice. Molto più misurata Giuseppina Turra nel grembiule dell’assistente ucraina, piena di rispetto, di dedizione e di serenità malgrado la separazione dai suoi figli piena di rispetto e dedizione. Un po’ troppo teatrali nelle loro accensioni espressive (data la discorsività dei dialoghi) anche gli altri tre interpreti: Leonardo De Colle, Emanuele Carucci Viterbi (i figli) e Paola Di Meglio (la nuora Inge). Cesare Lievi, molto fine nella sua indagine psicologica e sociale è inserito fra i finalisti del premio ETI – Gli Olimpionici del Teatro 2008 come migliore autore di novità italiana.
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