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Bach nel gelo della guerra

Bach nel gelo della guerra

Danza e non solo - Undici quadri dolenti sulla follia e lo strazio del conflitto

Mirella Caveggia Martedi, 01/12/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2009

Paura, sofferenza, morte: le conseguenze della guerra, la più tragica follia di tutti i tempi, hanno ispirato Virgilio Sieni, coreografo e danzatore italiano dalla limpida e originalissima scrittura in uno spettacolo impossibile da dimenticare: “Sonate Bach al dolore degli altri”. La composizione che penetra con effetto immediato nell’anima, è un intreccio di musica, danza e semplici didascalie con scarne evocazioni, segnato dalla durezza e dalla crudeltà delle emozioni strazianti di una via crucis di guerre: Sarajevo, Kigali, Srebrenica, Tel Aviv, Jenin, Baghdad, Istambul, Beslan, Gaza, Benthala, Kabul. Sono undici quadri, dove erompe la forza della danza, espressa dai cinque ballerini impegnati in una esplorazione di estrema difficoltà: Simona Bertozzi, Ramona Caia, Massimiliano Baracchini, Csaba Moinàr. Su una musica dalla mirabile e rigorosa compiutezza, con apparente libertà di improvvisazione i corpi si espandono, si ritraggono, si contorcono, sussultano davanti al terrore, al patimenti e alla perdita ingiusta della vita. Nel segno coreografico tracciato dai quattro interpreti avvinti in grovigli inestricabili, convulsi o rallentati e nel quadro dai tratti e dai contorni duri emersi da una oscurità fatta di dolore, non c’è nulla di epico, solo il gelo dell’assenza di speranza e una fraterna pietà. E intanto nomi di luoghi e date scorrono inghiottite presto dal buio e dall’indifferenza della storia che le ha già relegate nel passato, mentre le tragedie sono ancora in atto sulla scena. Agli undici movimenti che compongono le tre sonate per pianoforte e violoncello (eseguite mirabilmente da Stefania Radaelli e dal giovanissimo Amedeo Cicchese) si accompagnano le immagini proiettate di cani randagi che nella neve sporca vagano senza padrone e senza cibo. Tratto dal video di Adriano Sofri “I cani e i bambini di Saraievo”, il filmato conclude con la sua atrocità muta questo spettacolo che scuote la coscienza. Realizzato dal Teatro Stabile di Torino e dalla Fondazione Teatro Regio, figura nel cartellone di TorinoDanza all’interno di MITO Settembre Musica. La rassegna di danza contemporanea, estesa fino al 4 dicembre, reca dodici rappresentazioni di alta qualità sottolineate da un interrogativo del suo artefice, Gigi Cristoforetti: “Quando la bellezza riprenderà ad offrire una sua rappresentazione del mondo, meno silente e più capace di mettersi di fronte al frastuono delle violenze, sull’altra sponda del fiume impetuoso del nostro tempo presente?”



(30 novembre 2009)

 

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