Dare spazio al talento femminile: è questo l’invito delle Consigliere regionali di Parità, avv. Alida Vitale e avv. Franca Turco, lanciato stamane con l’assegnazione del riconoscimento di “Azienda che investe sulle donne” alle realtà aziendali piemontesi che hanno dimostrato di saper credere sulle donne e di valorizzarle nei percorsi di carriera e nei livelli dirigenziali.
La seconda edizione del progetto “è-quality – viaggio nelle imprese dove parità è qualità” ha interrogato i dati del Rapporto biennale sulla situazione del personale 2008/2009 delle aziende piemontesi con oltre 100 dipendenti, l’unico ad offrire un interessante quadro disaggregato per genere rispetto a: assunzioni, cessazioni, accesso alla formazione, progressione di carriera, utilizzo del part-time, distinti per uomini e donne a tutti i livelli, nelle più importanti aziende del Piemonte.
Dalle 1.016 aziende del campione, quelle emerse, hanno una media di donne in organico del 62%, distribuite a livello apicale per il 47,5 % nella dirigenza e per il 50,5% nei quadri. Sono: Centro Diagnostico Cernaia S.p.A. / Delgrosso S.p.A. / Associazione Gruppo Abele Onlus / Mondoffice – Staples S.r.l. / Sipra S.p.A. / Sistemi Soluzioni Informatiche e Telematiche S.p.A. / System Evolution S.r.l. A queste si aggiungono 11 aziende che per il biennio 2006/2007 avevano già ricevuto il riconoscimento e che hanno riconfermato il loro impegno su queste posizioni.
«Abbiamo voluto – spiegano le Consigliere di Parità avv. Alida Vitale e avv. Franca Turco – partire dalle aziende che, nei numeri, dimostrano di saper valorizzare i talenti femminili per capire come la parità possa essere un elemento di sviluppo e di benessere lavorativo. Emerge la capacità di puntare sul cosiddetto “fattore D” e di porlo al centro dei processi di sviluppo. Una scelta che ha contribuito a cambiare l’organizzazione lavorativa anche attraverso formule favorevoli alla conciliazione dei tempi di lavoro e personali: da quelle più consolidate come il part-time, ai permessi, in alcuni casi il telelavoro, per arrivare a quelle più innovative che prevedono convenzionamenti con servizi di cura e benefit per i dipendenti, spazi interni alle aziende per i servizi stessi. Di valore anche le formule di accompagnamento al rientro della maternità, momento tristemente fatidico nella carriera lavorativa di una donna».
Il progetto è-quality, condotto da un team di esperte in collaborazione con l’ufficio della Consigliera di Parità, ha dato spazio anche al punto di vista delle donne manager che in queste operano per capire quali leve possano favorire lo sviluppo dei talenti femminili: un tema centrale oggi per affrontare la crisi.
Nell’ottica di offrire esempi e punti di confronto alle aziende piemontesi ha approfondito alcune realtà aziendali di grandi dimensioni distintesi per scelte e soluzioni capaci di incidere favorevolmente sulla componente femminile in azienda a tutti i livelli.
Tre le aziende individuate per le loro “best practice” in tema di pari opportunità:
Ferrero Spa, per il favorevole accordo integrativo firmato il 21 luglio 2011che presenta un capitolo specifico “Le persone in Ferrero” incentrato in buona parte sulla conciliazione e su vantaggi per i/le dipendenti
Iren Energia Spa per il consolidamento dello strumento del telelavoro avviato con un finanziamento della Regione Piemonte nel 2005.
Reale Mutua Assicurazioni per un percorso formativo incentrato sulle pari opportunità per tutte le cinque società del Gruppo Reale Mutua (la Capogruppo Società Reale Mutua di Assicurazioni, Italiana Assicurazioni S.p.A., Blue Assistance S.p.A., Banca Reale S.p.A. e Reale Immobili S.p.A.).
Le “aziende virtuose” e i risultati del progetto é-quality sono raccolti in una pubblicazione rivolta alle aziende piemontesi per avvicinarle attraverso gli esempi e le buone pratiche raccontate dalle aziende stesse, ai vantaggi di scelte e soluzioni “amiche delle donne” nelle aziende.
«L’iniziativa, alla seconda edizione, ha confermato la validità della scelta di fondo. Valorizzare gli esempi positivi cambia l’immagine delle aziende e delle donne stesse che in essere operano.
Se il miglioramento delle donne ai vertici dell’azienda nel biennio 2008/2009 è un segnale positivo, il numero ancora significativo di aziende a dirigenza maschile, il 43% del totale, ci indica come sia importante investire sul cambiamento culturale, ma anche in misure specifiche a favore di un riequilibrio di genere nel management. Per questo ci proponiamo di far crescere quest’iniziativa in modo da attivare le aziende a diventare protagoniste di un cambiamento».
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