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Avevamo il mostro in casa e non ce ne siamo accorti: carosino (TA) dice no alla violenza di genere

Avevamo il mostro in casa e non ce ne siamo accorti: carosino (TA) dice no alla violenza di genere

Il cartellone unico dell'Amministrazione comunale di Carosino (TA) ha inserito per il 23- 24- 25 Novembre 2019 diversi incontri culturali e di laboratorio per contrastare la violenza di genere.

Mercoledi, 27/11/2019 - Sono stati tre giorni appassionati quelli che hanno visto come una staffetta l'avvicendarsi degli appuntamenti per dire NO alla violenza sulle donne.
Il cartellone unico dell'Amministrazione comunale di Carosino (TA) inseriva per il 23- 24- 25 Novembre 2019 diversi incontri culturali e di laboratorio per contrastare la violenza di genere. Si è partiti con la compagnia Ciccitisanta che col suo lavoro teatrale “Mi chiamava principessa” ha riempito di emozioni il pubblico in sala, un pubblico rimasto in silenzio ma toccato come un punteruolo dalle parole brucianti delle attrici e dalle note delle musiciste. Carmen Moscaggiura, Aurora Sampietro, Angela Antonacci, Elena Manigrasso, Antonella Pinoli, Tiziana Di Napoli hanno dato voce a donne umiliate, derise, sminuite, schiavizzate dai propri compagni di vita, e poi uccise.
Sono state raccontate le loro cadute per mano di uomini, non per piangerci addosso, come ha detto nei saluti iniziali l'Assessora Alessia Greco, ma per poterci rialzare dritte, sempre più in rete e in sorellanza. Anche attraverso il teatro. Sempre più coscienti dei nostri diritti.
Chi abusa crede di poter godere di profitti illeciti per sempre, ma non è così e meno male. A nessuno è lecito violare IMPUNEMENTE la dignità delle Donne. Il 23 Novembre, presso il Palazzo Ducale di Carosino queste parole sono state gridate per stamparle bene nel cuore di ognuno grazie alla compagnia teatrale Ciccitisanta” che già in altri contesti ha toccato e trattato la violenza di genere.
Questo reading è nato grazie alla volontà delle donne del direttivo UILT (unione italiana libero teatro) della Puglia, del quale fanno parte Tiziana di Napoli, Antonella Pinoli e Angela Antonacci. Donne che hanno sposato un progetto nazionale chiamato “Progetto donne”, portato avanti da un anno. Lo scopo è quello di dare voce ad altre donne che non hanno ancora la forza di fare uscire i loro racconti violenti dalle mura delle loro case. Prigioniere dei propri aguzzini. I compagni di vita. Che orrore e che scandalo, ma sono cose che succedono qui ed ora.
Ce lo ha ricordato con parole drammatiche ma necessarie la mamma di Federica de Luca e nonna del piccolo Andrea. Rita Lanzon ci dice che Federica era una giovane donna tarantina, come tante altre, sorridente, studiosa, sportiva; che si sposa e diventa madre. Poi la scena del racconto cambia. Morta per mano del marito, uccisa a suon di calci schiaffi e pugni, finita di botte (la mamma ha mostrato la foto in sala) e poi ha finito il piccolo Andrea con un colpo di pistola alla testa, per finire il marito si è suicidato. “Avevamo un mostro in casa e non ce ne siamo accorti” recitano le attrici, ma non c'è nulla da recitare, è l'orrore reale.
E noi come donne impegnate nel sociale siamo qui a camminare insieme a loro e dire “noi ci siamo per smascherare chi delinque impunemente, delinque approfittando del sentimento più bello, l'amore”. Non si ricatta: o l'amore o la tua identità, ogni donna ha diritto ad essere ciò che vuole, senza il bisogno di avere difensori. Purtroppo, ve lo possiamo assicurare, non sempre è così.
Queste le parole finali della psicologa Lucia Palombella che ha aiutato le organizzatrici e il pubblico a cercare di trovare delle risposte concrete affinché si argini il problema della violenza sulle donne, che si possano mettere le basi sul rispetto reciproco e arrivare a un rapporto egalitario, senza differenze di genere. Le parole finali del sindaco Onofrio di Cillo erano di commozione, ha mostrato la sua vicinanza ad un tema che non finirà il 25 Novembre ma sarà considerato un impegno prioritario per la comunità.
Le musiciste Antonella Palmisano e Claudia D'Alessandro hanno intonato le note di Mia Martini “Almeno tu nell'universo” per dare un segnale di speranza, per dire che “tu, tu che sei diverso” puoi aiutarci, uomo o donna che sia, nel contrasto alla violenza di genere. La giovane ballerina Emanuela Rizzelli ha danzato come una libera farfalla sulle parole “Ti meriti un amore”. Tanti uomini in sala, anche questo è stato un importante traguardo. I ringraziamenti vanno ai fonici, all'amico Pompeo la Ragione, Gabriele Monteleone e al presidente della compagnia Biagio Sampietro ma è doveroso ringraziare tutti coloro che hanno permesso questi tre giorni intensi di lavoro per il contrasto alla violenza sulle donne, l'Amministrazione, CiccitiSanta, Donne in fermento, la mostra del fotografo Francesco Sapio, la Libreria Laro, la cartolibreria di Michele Manigrasso, l'esposizione permanente di disegni per bambini di Pinuccia Marraffa e tutti i negozi e associazioni che hanno esposto opere di artisti nelle loro vetrine del centro storico e Corso Umberto.
Ci hanno aiutate in questi giorni di grande lavoro la vicesindaca Maria Teresa Laneve e la Consigliera Roberta Frascella contente di essere presenti come donne e professioniste in queste necessarie attività di sensibilizzazione e formazione. Nei prossimi articoli saranno sviluppate le altre giornate di formazione e informazione dei tre giorni del cartellone.
Elena Manigrasso

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