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Autonomia delle donne e banalizzazione della vita

Autonomia delle donne e banalizzazione della vita

Legge 194 / Blitz Napoli 2 - La ministra Livia Turco ha solidarizzato con le donne che hanno spontaneamente deciso di protestare a seguito del grave fatto di Napoli, in cui le forze dell’ordine hanno interrogato una donna appena uscita dalla sala parto

Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2008

Per quale ragione si trova oggi qui?
Per prima cosa sono molto contenta di essere qui, per stabilire questo patto, questa alleanza, che sono fondamentali sia per difendere che per migliorare, nel senso della sua più completa applicazione, la legge 194; sono qui perché sento essere messa in discussione l’autonomia delle donne. Mi sembra che proprio il tema della responsabilità delle donne è quello che non viene compreso, che crea a qualcuno un problema. E’ insopportabile che l’autonomia delle donne venga equiparata al relativismo etico e alla banalizzazione della vita.

Questo tentativo di dividere l’Italia tra chi è con vita e chi è con la morte è fuori sia dalle relazioni che dal vivere civile.
Siamo in una società in cui ci sarebbe tanto bisogno di coltivare la relazione con l’altro, la cultura materna del riconoscimento e della presa in carico dell’altro. Sarebbe importante che questa cultura femminile che mette al centro la relazione e la cura sia vissuta più profondamente. L’autonomia delle donne di cui parlavo è proprio questo e mi piacerebbe che fosse rafforzato questo nostro patrimonio.

Colgo questa strana situazione in cui delle forze retrive cercano di ritornare indietro. Dove vogliono andare a parare? Che mondo immaginano?
Non riesco a immaginarlo. Basta guardare la realtà: l’autonomia delle donne ha prodotto cura, relazioni, amorevolezza, serenità a prezzo di grandi fatiche e proprio il non capire questo è quello che mi ferisce di più. E’ avvilente che non si voglia comprendere il valore dell’autonomia, che sta può rendere questa società più umana, più accogliente, più solidale.

Utilizzare questi argomenti in un momento di campagna elettorale, in cui evidentemente il livello dello scontro è assai alto, e non occuparsi dei grandi temi come l’economia il lavoro, la sicurezza…Insomma cosa farà la politica?
Invece di strumentalizzare, consiglierei a chi fa la campagna elettorale di ascoltare le donne. Penso che ciò indigni molto ciascuna di noi è sentire parlare sulle donne in un modo così esclusivamente maschile, in un modo che è lontano mille miglia dalla fatica, dall’esperienza, dalla gioia, dalla bellezza di ogni giorno. Nel nuovo Parlamento gli uomini e la politica siano attivi anche quando si tratterà di stanziare risorse per gli asili nido, per i consultori, per gli incentivi al lavoro femminile, per migliorare i servizi sociali; questi sono i campi in cui la politica dovrebbe far sentire forte la propria voce.
Cosa farà nelle prossime ore, come Ministra della Salute, per questa situazione di Napoli?
Innanzitutto sono contenta che la struttura sanitaria si sia comportata in modo ineccepibile, che abbia applicato bene la legge. Mi auguro che la Magistratura faccia chiarezza su quanto avvenuto e che sia accertata la verità.

(15 febbraio 2008)

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