Campania / Assistenza al coma - Partenariato con il privato sociale e risorse pubbliche per curare le persone in stato vegetativo. Intervista all’assessora regionale Alfonsina De Felice
Bartolini Tiziana Martedi, 16/06/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2009
La Giunta regionale ha di recente approvato il piano di interventi destinato alle strutture e ai servizi di cura per le persone non autosufficienti, agli anziani fragili e ai minori che necessitano di assistenza. Sul tema abbiamo intervistato l’assessora Alfonsina De Felice, ricercatrice e ordinario di sicurezza sociale alla Federico II di Napoli ed esperta di diritto del lavoro, che oltre alle Politiche Sociali ha la delega per l’Emigrazione e l'Immigrazione, le Pari Opportunità, le Politiche giovanili e Sociali, il Demanio e il Patrimonio.
Gli stati di coma sono situazioni difficili da gestire e l’Italia non ha ancora programmi nazionali di intervento, quindi ogni Regione deve ‘inventare’ interventi efficaci a gestire il disagio delle famiglie. Come sta muovendosi la Regione Campania?
Su tale delicata tematica il mio Assessorato può affrontare gli aspetti sociali e dell’integrazione sociosanitaria. Queste situazioni comportano che la famiglia si trovi a farsi carico dell’assistenza materiale e dell’impatto psicologico ed emotivo e non può essere lasciata sola ma va supportata da significative attività. Sulle condizioni di non autosufficienza la Regione Campania sta investendo risorse anche con progetti in partenariato con il privato sociale.
La Giunta Regionale ha appena deliberato il Piano Sociale Regionale da Lei presentato, come si inserisce l’assistenza a queste persone?
Nel nostro Piano Sociale Regionale - primo strumento di razionalizzazione delle politiche sociali – ci occupiamo delle forme di disabilità che implicano la non autosufficienza e l’immobilità della persona, il che determina un gravoso carico assistenziale. Prevediamo i “servizi di sollievo” che saranno erogati in orari flessibili, potenziamo le residenze tutelari, le case famiglia con servizi di prima accoglienza e di accoglienza programmata.
In questo contesto la Onlus Gli Amici di Eleonora ha proposto un progetto che avete ritenuto interessante e quindi anche finanziato attraverso i bandi ex L.R. n° 9/93, art 10. Perchè?
La proposta ci è parsa importante in quanto rivolta alla sfera emotiva della famiglia che va preparata ad una convivenza anche di lunga durata con familiari in gravissimo stato. Si tratta di sostenere gruppi di auto-aiuto sotto la guida di psicologi facilitatori, lungo il percorso di gestione e controllo dello stress e di graduale elaborazione del dolore. Mi è sembrata una occasione straordinaria per avviare un discorso ancora mai intrapreso in Campania.
Quali sono le sue aspettative alla fine del percorso ideato dalla Onlus Gli Amici di Eleonora?
In genere mi aspetto che i progetti diano buoni risultati. So che l’Associazione documenterà il percorso e potrà fornire una prima valutazione utile per altri analoghi interventi.
Perchè a suo avviso le politiche sociali in Italia si sono frammentate in così tante modalità di porgersi ai cittadini?
Il welfare riguarda un’ampia sfera di bisogni che vanno dal disagio anche grave al benessere e alla qualità della vita. Esso richiede servizi materiali e immateriali e molta integrazione sul territorio.
E’ un sistema complesso che implica sforzi di semplificazione. In questi anni abbiamo fatto molti passi avanti ma non basta. Ottime politiche non si traducono sempre in buone pratiche sul territorio, è uno dei nostri problemi in Campania cui abbiamo cercato di rispondere con un’attenta pianificazione. Nei prossimi mesi abbiamo in programma un viaggio negli ambiti sociali proprio per discutere dell’applicabilità del Piano e per migliorare la sinergia tra programmazione e attuazione.
Se i servizi sociali si assottigliano le prime vittime, subito dopo i soggetti deboli, sono le donne su cui grava la responsabilità della cura. Quali scenari intravede in un futuro prossimo?
Uno degli obiettivi di servizio della nuova programmazione europea 2007/2013 è rivolto proprio alle donne e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. A questo abbiamo destinato 35 milioni di euro per asili nido comunali e servizi sperimentali. Nei nostri interventi su non autosufficienza, assistenza domiciliare, minori, disabilità, i servizi di cura alla persona sono caratterizzati da flessibilità degli orari, proprio per venire incontro ai bisogni particolari delle donne che devono tenere insieme lavoro, cura della casa, degli anziani, e magari anche di un familiare non autosufficiente.
PERCORSO DI CITTADINANZA ATTIVA PER GLI AMICI DI ELEONORA
Ecco in sintesi il progetto. Obiettivo dell’iniziativa è monitorare i comportamenti e fornire aiuto concreto alle famiglie delle persone che vivono momenti lunghissimi (a volte di molti anni) accanto ad un familiare colpito dal coma o caduto in stato vegetativo, rendendole capaci di con-vivere con la persona cara che si trova in uno stato di ‘sospensione’ facendo leva sulla possibilità di accogliere dentro di sé la sofferenza propria ed altrui e imparando a viverla con serenità ed equilibrio. Il percorso dura un anno, è realizzato in piccoli gruppi ed è guidato da una equipe medica e da un esperto psicologo ed un sociologo. Per lo svolgimento dell’iniziativa è previsto l’apporto soprattutto di soci e volontari.
A conclusione del lavoro verrà realizzato il “libro bianco sugli stati vegetativi della Campania”.
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