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Authority, oligopoli e le tasche dei consumatori

Authority, oligopoli e le tasche dei consumatori

- Le Autorità indipendenti, invece di salvaguardare i diritti e gli interessi dei consumatori e delle famiglie, si fanno influenzare da monopoli ed oligopoli, assecondando i loro esclusivi desiderata

Conti Viola Domenica, 03/03/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2013

Le Autorità indipendenti, istituiti per legge con la finalità di tutelare interessi di particolare rilevanza, quali i servizi diffusi di pubblica utilità, come il gas e l’energia, invece di salvaguardare anche i diritti e gli interessi dei consumatori e delle famiglie, si fanno influenzare da monopoli ed oligopoli, assecondando i loro esclusivi desiderata. Negli ultimi due anni il prezzo del metano sui mercati internazionali è sceso del 20%, ma l’Autorità per il Gas e l’Energia, invece di deliberare tali diminuzioni sulle bollette di 26 milioni di famiglie e quattro milioni di piccole e medie imprese, ha provveduto a continui salassi, con rincari pari al 23,7%, più di 4 volte l’inflazione, generando una perdita del potere di acquisto ad esclusivo vantaggio dei gestori. Adusbef e Federconsumatori hanno sezionato una bolletta del gas che arriva ad una famiglia: nella fattura bimestrale in esame le varie voci sono suddivise, in percentuale, nel modo seguente: i servizi di vendita costituiscono tutte le attività poste in essere dal fornitore per l’acquisto e la commercializzazione della materia prima. In questo caso formano il 39,6% della fattura. Nell’ambito dei servizi di vendita, la quota energia (quella effettivamente legata al consumo e perciò variabile), ammonta solo al 37,4%. Le imposte (esclusa l’IVA del 21%), ammontano al 20,2% del totale della fattura. Tra queste, le accise costituiscono il 17,1%, mentre le addizionali regionali il 3,1%. Considerando nel calcolo anche l’IVA, la percentuale delle imposte sul totale della fattura sale al 37,6%. In conclusione, nel caso in esame, la parte della fattura legata davvero al prezzo della materia prima consumata ammonta solo al 37,4% (il 39,6% volendo considerare nel calcolo anche la quota fissa dei servizi di vendita, legata al prezzo della materia prima, ma non alla quantità effettivamente consumata dall’ utente). Ciò implica che ben il 62,6% circa dell’importo della fattura in esame non è costituito da voci legate al prezzo della materia prima consumata, bensì a oneri di altro tipo (distribuzione, trasporto, assicurazioni, profitti ed oneri fiscali addossati sulla pelle dei consumatori). La bolletta esaminata, che ha subito un rincaro nel biennio del 23,7% pari a 44 Euro nel 2011; 32 Euro nel 2012, per un aggravio di 76 Euro per ognuna delle famiglie ed oneri complessivi di 2,4 miliardi di Euro, con un’Authority meno dipendente dagli interessi dei gestori, doveva diminuire di 23 Euro nel 2011 e di 18 nel 2012, con un risparmio di 41 Euro a famiglia. Adusbef e Federconsumatori, per offrire sollievo a famiglie i cui redditi sono stati falcidiati da aumenti, rincari e ritocchini, di 2.200 Euro nel 2012, di 1.500 nel 2013, chiedono l’impegno dei partiti a congelare per un biennio tutti i rincari di prezzi e tariffe, per contribuire ad uscire dalla recessione dando impulso a ripresa economica con una maggiore capacità di spesa dei consumatori.



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