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Aung San Suu Kyi, eleganza e nobiltà della politica

Aung San Suu Kyi, eleganza e nobiltà della politica

Libri, maggio 2012 - Ugo Papi e il suo libro "Aung San Suu Kyi. Una storia di coraggio e libertà" (Editori Internazionali Riuniti)

Bartolini Tiziana Martedi, 17/04/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2012

"La vicenda umana di Aung San Suu Kyi ha marcato l’immaginario collettivo dell’umanità intera. La sua è una di quelle rare figure che con coraggio estremo e un’enorme forza interiore hanno segnato lo spirito del nostro tempo”. Così in un passaggio del suo libro “Aung San Suu Kyi. Lady Burma” (Editori Internazionali Riuniti, con prefazione del Dalai Lama) Ugo Papi parla di una donna che “non è solo un capo politico, ma è anche una regina”, prendendo spunto dalle parole di Massimo D’Alema in occasione della presentazione a Roma di questo libro che, sempre D’Alema, ha definito “utile perché non tutti conoscono la lunga e tormentata storia della Birmania e bello perché attraversato dalla passione dell’autore per quella terra”. Il libro è ricco di informazioni e testimonianze raccolte in occasione dei suoi numerosi viaggi dallo stesso Papi, che è giornalista e grande specialista del mondo asiatico, che ruotano intorno alla figura politica e umana di Aung San Suu Kyi, donna dotata di una forza interiore che ha radici lontane. Figlia di Aung San, il Padre della Patria, Suu Kyi ha trascorso 15 anni tra carceri e arresti domiciliari conducendo un’opposizione ferma contro il regime militare di Myanmar. Nel 1991 le fu assegnato il Premio Nobel per la Pace e lo scorso aprile ha vinto trionfalmente una tornata delle elezioni politiche, ottenendo per il suo partito 43 seggi (sui 45 previsti). Il popolo non le ha dato solo fiducia, ma ha riposto in lei le speranze dell’affermazione, finalmente, della democrazia dopo anni segnati dalla cupa violenza del regime militare. “L’unico libro che ha pubblicato da quando ha iniziato la sua battaglia - scrive Ugo Papi -, si intitola non a caso ‘Libera dalla paura’. Perché sentirsi liberi non dipende secondo Suu Kyi dalle condizioni esterne, ma dalla forza d’animo che ci fa liberi dentro e ci permette di mantenere dignità e determinazione anche di fronte alla violenza e all’oppressione più ceca”. Il fascino di questa figura è dovuto anche alla sua complessità: il legame profondo alle tradizioni del suo Paese si interseca con una cultura maturata in Occidente. La leadership che esprime è politica ma anche spirituale, che è una componente molto forte della sua personalità. Ugo Papi ci aiuta ad entrare in connessione con una visione della dimensione politica e delle relazioni umane molto distante dalla nostra. “La Birmania è cambiata molto da quando ho cominciato a studiarla, prima ancora che iniziasse la storia di Aung San Suu Kyi. Mi colpiva il fatto che non ci fossero studi contemporanei su quel paese, che era chiuso ai più e che manteneva una magia e una bellezza incomparabile. Ho visitato molte volte la Birmania, sia in occasione di viaggi di lavoro al seguito di Fassino, Veltroni o D’Alema nella veste di esperto dell’area, consigliere del Ministro oppure in rappresentanza di associazioni, ma sono andato anche semplicemente da appassionato. Ho avuto modo più volte di incontrare e di parlare con Aung San Suu Kyi. Cogliere l’enfasi particolare con cui pronuncia ‘la MIA Birmania’ spiega il senso della missione che sente per il suo Paese e aiuta anche a capire perché, tra la famiglia e la Birmania, quest’ultima è la sua priorità assoluta. Ha fatto scelte molto dolorose come, ad esempio, non raggiungere in Inghilterra il marito sul letto di morte oppure non vedere il figlio per oltre 10 anni”. Dopo queste elezioni è iniziata una nuova fase per questa donna e per la Birmania. Chiediamo cosa accadrà d’ora in poi in Birmania, interpellando in Papi le competenze di un esperto e il cuore di un appassionato. “Il problema in quel Paese non è più il confronto tra Aung San Suu Kyi e i generali al potere, ma come si può incoraggiare una vera transizione democratica. Oggi ‘Lady Burma’ deve smettere i panni dell’eroina della libertà e misurarsi con la politica viva. Ho scritto che spero che negli anni Aung San Suu Kyi abbia modo di sbagliare, come tutti i leader politici, perché sono gli eroi ad essere ricordati solo per i loro ideali”. Ma per noi, e per il mondo, l’eleganza e la tenacia di Aung San Suu Kyi sono già mitiche, proprio in quanto espresse da una donna.

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