Conti Viola Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2007
Nonostante il decreto Bersani sulle liberalizzazioni, per le associazioni dei consumatori l’assenza di una corretta concorrenza riverbera i suoi effetti sul carovita che ha determinato una stangata di 1.098 euro in 12 mesi, con rincari consistenti in tanti settori: dalle banche alle assicurazioni, con tariffe che aumentano invece di diminuire di almeno 100 euro a polizza, eccetto una lievissima riduzione in due capitoli di spesa, come le tariffe telefoniche, con una impercettibile diminuzione, su base annua, di 20 euro, mentre per sanità e salute di 38 euro, per effetto della riduzione dei prezzi dei medicinali. La palma dei rincari spetta ai servizi idrici (+ 14,7%), con un incremento di 20 euro l’anno, che porta i costi a 140 euro l’anno, ma l’aumento più elevato per consistenza riguarda i consumi alimentari, con +7,4% e con un +414 euro in assoluto, per effetto della lunga filiera speculativa, che comporterà una spesa media annua di oltre 6.000 euro a famiglia, mentre l'elettricità (+ 7,1%) peserà per 25 euro di aumenti sulla bolletta della luce che passa da 373 euro l’anno e gas (+4,8 %), con 25 e 40 euro, dopo una lunga tregua senza variazioni. Seguono i trasporti (+3,3%) con una spesa di 4.504 euro da 4.360, +144 euro l’anno pro-capite a famiglia a causa della lievitazione delle benzine e dell’assenza di competizione nel settore. Riguardo le spese per l’abitazione (+ 2,6%) si registrano 198 euro di aumenti per una spesa complessiva di 7.798 euro. E non si salvano dai rincari neanche alberghi, ristoranti e pubblici esercizi (+ 4,4%), con 65 euro in più, portando la spesa annua da 1.545 euro; bevande e tabacchi (+2,5%), con +18 euro l’anno; mobili e servizi per la casa (+3,2 %) +53 euro; abbigliamento e calzature (+3,9 %) per un complessivo esborso di 63 euro l'anno. Le uniche diminuzioni si registrano nel capitolo “spese telefoniche”, con una diminuzione del 5% per cento su base annua, che si traduce in un risparmio di 20 euro e con le “bollette” che passano a 384 euro l’anno da 404; le spese per Sanità e Salute, che diminuiscono del 3,7% portando un sollievo di 38 euro sui bilanci familiari, con la relativa spesa che passa da 1.020 a 982 euro; mentre ricreazione, spettacolo e tempo libero hanno registrato variazioni dell’1,5%, con +20 euro, portando la spesa da 1.340 euro l’anno. Rincari medi di oltre 1.000 euro dunque, senza contare alcune grandi città come Milano, dove per il combinato disposto di allegri ritocchi alle tariffe dei trasporti locali, dai taxi ai biglietti di autobus e metro, a quelli dei treni si è registrato un aumento del 10% che, se sommato all’introduzione del ticket d’ingresso in molte città metropolitane ed altre piccole “stangatine”, comporta un'uscita che può raddoppiare superando perfino i 2.000 euro.
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