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Attraverso lo sguardo femminile: le donne e il lavoro in Italia dagli anni '50

Attraverso lo sguardo femminile: le donne e il lavoro in Italia dagli anni '50

Una mostra a Londra dal 3 al 23 dicembre 2021 a cura di Maria Chiara Di Trapani: oltre 100 immagini di 12 autrici e due collettivi

Lunedi, 22/11/2021 -

Attraverso lo sguardo femminile: le donne e il lavoro in Italia dagli anni '50
Istituto di cultura Italiano, Londra dal 3 al 23 Dicembre 2021

La mostra indaga come le donne fotografe si siano confrontate con il mondo del lavoro nell'Italia contemporanea. Oltre 100  immagini in un percorso che prende forma dagli archivi di 12 autrici e due collettivi, insieme ad una scelta ragionata dalla Collezione Donata Pizzi presentata con una proiezione site-specific, e stampe provenienti dall'Archivio UDI (Unione delle Donne Italiane) di Bologna. Paola Agosti, Marcella Campagnano, Lisetta Carmi, Liliana Barchiesi, Letizia Battaglia, Cristina Omenetto, Collettivo Donne Fotoreporter, Nicole Gravier, il Gruppo del Mercoledì, Allegra Martin, Gabriella Mercadini, Michela Palermo, Alessandra Spranzi, Francesca Volpi.

Una costellazione di donne di diverse generazioni, accomunate dall'uso del mezzo fotografico come strumento di emancipazione personale e di indagine politica. Il tema del lavoro è raccontato attraverso: la fotografia documentaria e la sperimentazione artistica intesa come "ricerca del sé tra identità femminile e ruoli sociali". La mostra a cura di Maria Chiara Di Trapani, con il coordinamento degli storici Ilaria Favretto (Kingston University), Nico Pizzolato (Middlesex University), e Eloisa Betti (Università di Bologna e UDI),è sponsorizzata e prodotta da Kingston University, Association of Modern Italian Studies, Middlesex University, Istituto Italiano di Cultura (Londra ed Edimburgo), con prestiti dall'archivio UDI, Bologna e dall' Archivio di Noi Donne; Collezione Donata Pizzi; Cineteca di Bologna.

Le opere saranno esposte nelle sale dell'Istituto Italiano di Cultura di Londra, in una lunga sequenza accompagnata da due proiezioni video. Dal 3 Dicembre 2021, in parallelo alla mostra della sede londinese, sarà inoltre possibile visitare il percorso espositivo sulla piattaforma virtuale, liberamente accessibile a questo link

Le immagini, anche se di autrici e periodi differenti, scorrono insieme come in un lungometraggio, essenzialmente in bianco e nero. Punctum di questo "flusso continuo" - scrive Maria Chiara Di Trapani nel testo che accompagna la mostra- è il reciproco cercarsi e guardarsi con rispetto ed empatia, in un gioco di specchi riflessi, in cui si annulla ogni distanza tra chi sta dietro l'obiettivo e chi sta davanti.

Ciascuna di loro utilizza l'obiettivo come grimaldello per entrare in comunicazione con altre donne, occupando un ruolo pionieristico nel mestiere della fotografia italiana, in ogni ambito, sia sperimentazione artistica, fotogiornalismo o documentazione sociale.

Fotografe accomunate dall'uso del medium fotografico come strumento di emancipazione personale.

Alcune delle artiste, sono note al grande pubblico e sono oggetto di grandi riconoscimenti internazionali come Letizia Battaglia, prima donna a dirigere un team fotografico di un quotidiano come L'Ora, per il quale ha documentato per oltre un decennio gli omicidi della guerra di mafia a Palermo; Lisetta Carmi, nota per la sua serie "I travestiti" (1965), uno dei primi lavoro fotografici dedicati alla questione di genere in Italia, in questa occasione sono esposte le fotografie dedicate ai lavoratori del porto di Genova, e delle fabbriche di sughero in Sardegna.

Il pubblico inglese avrà l'opportunità di vedere per la prima volta il reportage etnografico di Paola Agosti Immagini dal mondo dei vinti, e la serie La donna e la Macchina (1983), così come i servizi fotogiornalistici di Gabriella Mercadini, fotografa militante e storica collaboratrice di Noi Donne e del quotidiano I l Manifesto, Mercadini riprende su pellicola scioperi, cortei e manifestazioni, concentrandosi sui temi dell'emancipazione femminile negli anni '70. Un lavoro fotografico che si distingue per la sua predilezione per l'inquadratura verticale, e per la grafia in corsivo con cui riempie il bordo bianco della stampa di piccolo formato, per trasmettere così rapidamente didascalie e contenuti degli eventi rappresentati.

La ricerca del sé tra identità femminile e ruoli sociali è il tema principale della sperimentazione artistica di molte artiste a partire dagli anni '70. Nicole Gravier, Alessandra Spranzi, Liliana Barchiesi sono autrici che hanno messo in discussione miti e cliché di genere realizzando serie fotografiche che si distinguono per lo stile ironico e irriverente. In un'atmosfera sospesa tra happening e ritratti in studio, travestimento, trucco e camouflage diventano strumenti di "un consapevole gioco collettivo per svelarsi" e liberarsi da pregiudizi e stereotipi nella serie i "Ruoli" di Marcella Campagnano; cui fanno eco i tableaux vivants realizzati dal Collettivo Donne Fotoreporter, professioniste e amiche, animano ritratti che invitano ad una riflessione sulla condizione femminile nel contesto della professione fotografica, ribaltando stereotipi e punti di vista abituali.

Il percorso prosegue attraverso l'analisi del lavoro migrante in Italia è al centro di progetti fotografici ed editoriali, condotti da Cristina Omenetto negli anni '90, e più recentemente il reportage autoriale di Michela Palermo sulla seconda generazione di migranti in Italia, nata e cresciuta in uno dei paesi più poveri della Campania, Castel Volturno.

Con un elegante linguaggio a colori, prende forma il progetto Welfare di Allegra Martin dedicato al racconto su momenti di vita quotidiana all'interno degli spazi ricreativi dove si incontrano e si riuniscono le donne che hanno raggiunto l'età della pensione. Termina l'esposizione il reportage fotogiornalistica di Francesca Volpi, la prima fotorepoter che con le proprie immagini ha mostrato al mondo i primi tragici momenti dell'emergenza COVID a Bergamo nel 2020.

Un lavoro delicato e potente, che lascia intravedere l'impegno del personale medico nel fornire cure e assistenza all'avvento della pandemia, e il rispetto e la dedizione della fotografa nel raccontare e informare.

Ciascuna delle autrici in mostra usa il proprio obiettivo per entrare in comunicazione con altre donne, ed occupa un ruolo pionieristico nel mestiere della fotografia italiana, in ogni ambito, sia esso di sperimentazione artistica, di fotogiornalismo o di documentazione sociale. La selezione di immagini da cui prendono il titolo la mostra e la pubblicazione che l'accompagna, si presenta come un racconto della "fotografia delle donne" degli ultimi cinquant'anni, e vuole essere un contributo più che una sentenza definitiva, per comprendere il ruolo delle donne nella fotografia italiana. 

Note

La Collezione Donata Pizzi nasce nel 2015 con l'obiettivo di riunire e promuovere il lavoro di fotografe e artiste attive in Italia dagli anni '60. In pochi anni, le opere di più di settanta autrici sono state acquisite dalla Collezione Pizzi, nel tentativo di riunire fotografie capaci di rappresentare gli sviluppi concettuali, estetici e tecnologici più significativi della storia della fotografia italiana.

L'UDI (Unione delle Donne Italiane) è la più grande organizzazione per l'emancipazione e la libertà delle donne in Italia. Dalla sua fondazione nel 1945, l'UDI partecipa alla costruzione di un'Italia repubblicana e democratica.

Le fotografie presenti in mostra, comprendono un periodo compreso tra la seconda metà degli anni '40 e la fine degli anni '70, con un'attenzione particolare all'Emilia Romagna, regione in cui avviene una notevole partecipazione delle donne al mondo del lavoro. Queste fotografie non sono tutte realizzate da fotografe donne, la maggior parte di esse porta la firma di Enrico Pasquali, ma le donne rimangono il soggetto centrale delle immagini e centrali nelle finalità del progetto curatoriale dell'archivio UDI.


Istituto di cultura Italiana
39 Belgrave Square,
London SW1X 8NX,
United Kingdom

Opening hours: Lun -Ven, 10 am – 5 pm


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