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Attenti alle “ronde” contro la medicina non convenzionale

Attenti alle “ronde” contro la medicina non convenzionale

Omeopatia - "Nessun medico, omeopata o antroposofo, o altro, avrebbe mai consigliato di sospendere l’insulina."

Baldassarre Bruna e Salvatore Lucio Palamara Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2008

In tempi di roghi e di ronde non c’è da stupirsi che ci sia un attacco mediatico alla medicina non allopatica: rientra nello stile “informativo” omologante. Eppure esiste un regolare Albo Professionale per la Medicina Omeopatica, e regolari registri nazionali e internazionali per quella Antroposofica, entrambe ufficialmente riconosciute. Forse non farebbe scalpore dire che una persona, simpatizzante per la medicina antroposofica, pratichi la libera professione medica pur non essendo medico, perché ormai, come direbbe Travaglio, alle truffe siamo abituati! Molto più grave, purtroppo, è la morte della ragazza.
Nessun medico, omeopata o antroposofo, o altro, avrebbe mai consigliato di sospendere l’insulina.
Purtroppo anche nomi eccellenti della medicina ufficiale si schierano contro la medicina non ufficiale, quasi come farebbe l’uomo della strada, aizzato dal clima intollerante contro il “diverso”. Non è facile integrare, accettare ciò che non si conosce tentando di ampliare il proprio bagaglio culturale, perché conoscere significa rompere gli schemi, lottare per un pensiero libero, non omologato. C’è un atteggiamento di fondo, supportato anche da una logica di mercato, che non aiuta ad essere veramente liberi, e c’è una precisa volontà di non esserlo, sia conscia che inconscia. Quella cosciente riguarda l’aspetto di potere, speculativo, mentre l’altra il timore di destabilizzare la propria posizione.
Una medicina che consideri la malattia altro dall’uomo non può creare scuole mediche in grado di salvaguardare l’uomo nella sua totalità. Tale atteggiamento porta al settarismo, in tutte le direzioni dell’essere e della pratica medica. Per non annoverare le alte percentuali di decessi legati agli effetti collaterali dei farmaci. L’esercizio dell’Arte Medica è soggetto a scivolare nel senso di onnipotenza, anche per le aspettative miracolistiche del paziente, ed è per questo che occorrerebbe una maggiore attenzione alla formazione del medico, soprattutto da un punto di vista etico.
In questo caso non si comprende veramente come dall’errore di un non medico si arrivi a condannare tutta la pratica medica non convenzionale. Tale semplificazione mediatica non è scattata nei casi di sedicenti medici praticanti la professione senza titolo. Non si è mai messa in discussione la validità della medicina ufficiale per una truffa di un singolo non medico.
La medicina è una, in quanto si propone di rendere sano l’essere umano, a sua volta unico.
Qualsiasi campagna denigratoria è distruttiva perché mistifica la realtà.

(21 maggio 2008)

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