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Attente al Bollino

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Bollino rosa - S.O.N.O. è un marchio di qualità di genere proposto di recente dalla Sottosegretaria al Lavoro Rosa Rinaldi e che una quarantina di imprese italiane pubbliche e private hanno iniziato a sperimentare puntando sulla qualità di genere come

Castelli Alida Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2007

Presentato dalla sottosegretaria al Lavoro Rosa Rinaldi ad una platea vastissima ed interessata, il 12 ottobre, il Bollino Rosa S.O.N.O. (Stesse Opportunità Nuove Opportunità, Qualità di genere nel lavoro) ha iniziato anche in Italia il suo percorso di sperimentazione per una quarantina di imprese per poi entrare a regime nella prima metà del 2008.
Il Bollino Rosa prende le sue origini dall’analisi approfondita e ben dettagliata che la sottosegretaria Rinaldi ha presentato. Analisi che ha portato in primo piano, la peculiarità della condizione delle donne lavoratrici nel nostro Paese strette ancora una volta tra lavoro di cura e lavoro per il mercato. Donne italiane, fanalino di coda di un Europa a ventisette per livelli di occupazione, con un differenziale di circa il 15% rispetto agli obiettivi di Lisbona, anche recentemente ribaditi, con livelli retributivi, indipendentemente dalla tipologia del contratto di lavoro, dall’età, dalla professione svolta e dal settore d’impiego inferiori a quelli degli uomini. Fenomeno che non solo parla di un pericoloso impoverimento di tante donne, spesso single o capofamiglia, ma che si ripercuote ovviamente in maniera analoga sui redditi delle pensionate. Nel contempo le donne italiane sono quelle che più di altre colleghe europee sono coinvolte nel lavoro di cura, che sostiene e sviluppa quotidianamente il benessere proprio e dei propri cari, lavoro di cura su cui pesa il “il silenzio che negli studi economici persiste a riguardo (..) funzionale alla cancellazione della questione dalle politiche economiche e, quindi, alla non considerazione del nesso profondo e strutturale tra condizioni della produzione di beni e condizioni della riproduzione sociale”.
E’ da queste analisi che quindi prende origine il progetto di certificazione della qualità di genere di imprese private e pubbliche come “fattore di sviluppo ed incentivazione di politiche efficaci di parità”. E’ una sorta di “scommessa sulla creatività e l’innovazione nella gestione d’impresa, sull’interesse per l’impresa a sviluppare qualità nelle relazioni interne e a cogliere i frutti del dispiegarsi della piena valorizzazione delle risorse umane”. La certificazione, in quest’ottica, assume la valenza di una proposta politica forte al mondo delle imprese per promuovere processi di cambiamento che producano nuove pratiche anche a sostegno e per lo sviluppo di una nuova cultura aziendale.
Il Bollino Rosa S.O.N.O. è una certificazione volontaria che un’organizzazione privata o pubblica può ottenere se è in grado di dimostrare che adotta strategie e pratiche aziendali non discriminanti. La certificazione verrà realizzata, secondo le seguenti linee di sviluppo: 1.analisi e ricognizione delle tematiche; 2.attuazione degli interventi e prima sperimentazione (entro il 2007) verifica degli strumenti di certificazione; 4.comunicazione (verranno organizzati cinque seminari territoriali) e diffusione dei risultati della sperimentazione; 5.attivazione di un sistema nazionale di certificazione. In questa fase stanno iniziando le sperimentazione sulle trentasei aziende selezionate in base al recente avviso pubblico. Si sono candidate oltre centotrenta aziende tra pubbliche e private di piccole, medie e grandi dimensioni, distribuite sul territorio nazionale. Tra le grandi imprese sono presenti le Poste Italiane, la Telecom Italia, l’Enel, la Vodafone Omnitel, la Metro Italia Cash and Carry e L’Unicoop Tirreno.
La certificazione di qualità di genere offrirà, al di là delle singole imprese interessate, anche nuovi criteri di lettura della qualità del lavoro, offrendo con il contributo delle parti sociali una base più avanzata per la stessa contrattazione aziendale e decentrata.
Nella presentazione di tutto il progetto per la certificazione di qualità, la sottosegretaria Rinaldi nella parte conclusiva del suo intervento, ha poi avanzato alcune proposte politiche da inserire nell’agenda dei lavori attuali del governo. In primo luogo ha proposto una diversa organizzazione dei congedi parentali ampliandoli secondo tre direttrici: possibilità di usufruire dei congedi anche a gruppi di ore e non di giornate, elevamento dell’indennità dal 30% al 50% nei primi tre mesi, elevabili fino al 70% con una sorta di anticipo dell’Ente restituibile anche a rate, allargamento e parificazione dei soggetti che attualmente ne sono esclusi (genitori affidatari, contratti anticipi ). Il secondo elemento è il maggior sgravio contributivo per le aziende che assumono personale a tempo determinato in sostituzione di chi è in congedo. Il terzo punto riguarda la proposta di part-time reversibile, non subordinato alla discrezionalità aziendale attivabile solo su espressa volontà delle lavoratrici e incentivato sul piano contributivo per lavoratrici e datore di lavoro.
Tali proposte possono essere finanziate dall’avanzo economico di esercizio della gestione Prestazioni temporanee ai lavoratori dell’Inps che è tra l’altro il fondo in cui confluiscono anche i contributi relativi alle prestazioni per maternità che da anni presenta un risultato in attivo rispetto al reale fabbisogno. Proposte queste che daranno maggiore forza al protocollo del 23 luglio trovando una loro giusta collocazione nella legge finanziaria del 2008.
Un impegno importante, della sottosegretaria Rinaldi, un segnale importante per le donne italiane.


(7 novembre 2007)

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