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Atei e ateismo: che cosa ne sappiamo?

Atei e ateismo: che cosa ne sappiamo?

Secondo uno studio pubblicato su Nature Human Behaviour lo scorso 7 agosto, è ancora diffuso il pregiudizio che gli atei siano potenzialmente inclini a compiere azioni immorali e anche criminali. Sembra infatti che sopravviva ancora l’idea che i non c

Giovedi, 13/09/2018 - Dal disprezzo all’Intelligence-Mismatch Association Model
il percorso della cultura dell'ateismo
di Raffaella Mauceri

Secondo uno studio pubblicato su Nature Human Behaviour lo scorso 7 agosto, è ancora diffuso il pregiudizio che gli atei siano potenzialmente inclini a compiere azioni immorali e anche criminali. Sembra infatti che sopravviva ancora l’idea che i non credenti, essendo persone che non temono la punizione di alcun dio, si dilettano a praticare il Male.
E nella loro miopia tipica del pregiudizio, queste persone non si accorgono che, al contrario, il Male è una pratica peculiare proprio della categoria sociale che si presenta come depositaria nonché “docente” di moralità: il clero. Non per caso lo stesso Gesù era anticlericale: vedi l’episodio in cui scaccia i mercanti dal tempio. Beh, provate ad immaginare quanti ne avrebbe da scacciare oggi, a cominciare dal nostro santuario che è pieno di mercanti e via via in giro per tutta l’Italia (e nel resto del pianeta) fino alla banca dello IOR che ne è l’istituto per definizione… un mercato megagalattico! E queste non sono opinioni, sono storia di ieri e di oggi che chiunque può vedere e toccare con mano.

Viceversa non ci risulta che, di norma, i criminali siano atei. Ci risulta semmai che sono persone pacifiche e discrete, che non disturbano il prossimo perché non hanno l’insana mania di fare proselitismo stante che non gliene importa un bel niente di ciò a cui crede la gente. Per non dire dei molti atei insigniti del Premio Nobel: 54. Lo sapevate? Ciononostante in alcuni paesi del mondo islamico vengono ancora perseguitati e uccisi.

Dopotutto, se gli atei sono, scioccamente e ignorantemente, ritenuti immorali e pericolosi è perché sono poco conosciuti. E sono poco conosciuti perché (a partire dai libri di testo delle scuole di ogni ordine e grado) vengono volutamente e accuratamente occultati al preciso scopo di non dare alle nuove generazioni la possibilità di scoprire che esiste una cultura altra rispetto a quella delle religioni. Ecco perché in Italia, la religione cattolica ancora oggi si presenta e si comporta come se fosse l’unica e sola, quindi “religione di stato”.
Ne consegue che il nostro stato si dichiara laico, ma di fatto è servo e succube della chiesa cattolica, nella misura in cui non soltanto si ingerisce incessantemente negli affari del nostro paese ma essa pretende di essere (lussuosamente) mantenuta con i soldi non già dei suoi fedeli ma di TUTTI gli italiani per un astronomico totale di 6/8 milioni di euro all’anno. Il che significa che di fatto viviamo in un paese forzosamente e sfrontatamente teocratico.
Invece l’Italia è un mosaico di religioni, dove la religione cattolica è praticata da un quinto della popolazione, cioè da 12.100.000 su 60 milioni e mezzo di abitanti. A fronte dei quali ci sono almeno 10 milioni di nostri connazionali che non praticano nessunissima religione e che si può ragionevolmente supporre siano atei o agnostici o razionalisti o semplicemente a-religiosi.
Occorre dunque far sapere ai nostri giovani che il nostro paese ha una tradizione greco-romana di pensatori atei semplicemente millenaria. Pensatori che per sostenere il loro pensiero non avevano bisogno di scrivere trattati perché c’era la più totale e assoluta tolleranza per tutte le religioni ivi compresa la non-religione. E sentite un po’ che cosa dicevano:
• Eraclito 535 a.C. – filosofo greco: La religione è una malattia.
• Senofonte 430 a.C. – storico e scrittore greco: Gli uomini hanno creato gli dei a loro immagine e somiglianza.
• Epicuro 341 a.C. – filosofo greco: La fede è l’ingenua credenza nell'esistenza di fantasmi. 
• Cicerone 106 a.C. - avvocato, politico, scrittore, oratore e filosofo romano: Quale vecchia signora può essere così stupida oggi da tremare all'udire quelle storie sull'inferno a cui un tempo la gente credeva ciecamente?
• Lucrezio 99 a.C. – poeta e filosofo romano: Tutte le religioni sono allo stesso modo sublimi agli occhi dell'ignorante, utili agli occhi del politico e ridicole agli occhi del filosofo.
• Seneca 4 a.C. – filosofo, drammaturgo e politico romano: La religione è considerata vera dalla gente comune, falsa dai saggi e utile da chi ci governa.
• Plinio il Vecchio 23 d. C. - ammiraglio, naturalista e scrittore romano: E’ ridicolo pensare che un essere supremo, chiunque esso sia, si interessi delle nostre faccende.
• Petronio 27 d.C. – scrittore e politico romano: In principio fu la paura a portare gli dei in questo mondo.

Come vedete, erano pensatori moderni che più moderni non si può! Anche oggi ci sono tanti filosofi contemporanei della cultura atea, ma colpevolmente e ingiustificatamente non vengono menzionati nemmeno nel programma di filosofia delle scuole a indirizzo umanistico.
Orbene, visto che gli atei vengono insultati al punto da essere giudicati finanche poco intelligenti se non addirittura idioti, alcuni studiosi si sono chiesti: esiste un legame fra religiosità e intelligenza? E la risposta è sì, esiste ma bisogna chiarire la natura di tale relazione.
Da qui parte lo studio – recentemente pubblicato sulla rivista Evolutionary Psychological Science – di Edward Dutton, dell’Ulster Institute for Social Research (Uk), e Dimitri Van der Linden, della Rotterdam University (Paesi Bassi).
Dopo aver analizzato tre diversi modelli teorici della psicologia evolutiva, i due ricercatori arrivano alla conclusione per cui la religiosità sarebbe ascrivibile ad un istinto primordiale, mentre l’intelligenza è universalmente riconosciuta come la capacità di elevarsi al di sopra dell’istinto. Non dimentichiamo infatti che l’idea che il mondo fosse creato e governato da uno o più esseri soprannaturali nacque nella testa degli ominidi che milioni di anni fa gettarono le basi (sostanzialmente immutate) delle religioni.

Nell’articolo in questione dunque essi espongono la propria teoria, il cosiddetto Intelligence-Mismatch Association Model, per spiegare perché sia nella storia sia nei risultati di più recenti indagini (condotte in diversi Paesi e tra vari gruppi culturali) il tratto dell’intelligenza, cioè un elevato quoziente intellettivo (Qi), si associa meno spesso alle persone religiose.
Facciamo un esempio molto semplice: la nostra attrazione nei confronti dei cibi che contengono molto zucchero e molti grassi è un retaggio dell’antichità, un periodo in cui la sopravvivenza, la longevità e la buona salute di un individuo erano legate alla disponibilità di cibo.
Oggi però, visto che viviamo in un contesto completamente diverso, questa eredità è controproducente e aumenta il rischio di incorrere in disturbi come l’obesità e le malattie cardiache.
Rifacendosi a questo principio, Dutton e Van der Linden sostengono che la religiosità dove essere considerata come un tratto istintivo del comportamento umano, che si contrappone all’intelligenza che è invece lo strumento per superare i propri istinti, per risolvere i problemi e dare all’essere umano maggiori chance di sopravvivenza. “L’intelligenza - precisano gli autori - è il superamento dell’istinto che porta a essere intellettualmente curiosi e aperti a possibilità non istintive”.
Nel loro modello i due ricercatori includono anche la relazione tra istinto e stress: “Se la religiosità è davvero un istinto, allora diventerà più forte nei momenti di stress, quando le persone sono più inclini ad agire istintivamente. Esistono delle evidenze a sostegno di questo modello”, spiega Dutton. “Significa anche, però, che l’intelligenza permette di fermarci e ragionare sulla situazione e sulle possibili conseguenze delle nostre azioni”.
Su queste basi i ricercatori sostengono che le persone non istintive – quindi meno o per nulla religiose – abbiano migliori capacità di problem solving, cioè che siano, in altre parole, più intelligenti.
Sono teorie, per carità, ma noi siamo pronti a scommettere qualunque cosa che i credenti (che hanno sempre denigrato, disprezzato e perseguitato gli atei) si sono mortalmente offesi. Tranquilli, amici credenti: gli atei non si sono montati la testa! Ah ah ah ah….

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