Asta di beneficenza artistica di donne per le donne: “Art’sAngels”
Un grande evento dedicato all’arte a supporto delle vittime di violenza
Mercoledi, 10/06/2020 - Riceviamo e pubblichiamo
“Art’sAngels”. Asta di beneficenza artistica di donne per le donne
Un grande evento dedicato all’arte a supporto delle vittime di violenza
Info: 347/1257241 – info@domna.it – www.artbid.it
Una imperdibile asta di beneficenza a favore della donne vittime di violenza si terrà dal 7 al 14 giugno sul sito dedicato www.artbid.it.
L’arte sostiene la solidarietà sociale: artiste in prima linea a supporto delle donne che vivono in una situazione di violenza
In prima linea artiste donne di fama nazionale e internazionale che metteranno all’asta un pezzo unico delle loro opere sul sito dedicato e si potranno fare offerte al rilancio. L’offerente più generoso/a si aggiudicherà l’opera.
All’iniziativa hanno già aderito artiste conosciute a livello nazionale e internazionale, come le romane CINZIA PELLIN, ALESSANDRA CARLONI, LAIKA e ALESSIA BABROW per metà sudafricana, la milanese STE REAL, l’olandese HANDIEDAN, la bergamasca ma berlinese d’adozione ALESENSO, l’americana VEBLENA FINKENBERG, la friulana con incursioni parigine LARA TREVISAN, la tosco-spagnola VALENTINA LUCARINI OREJON, LASOTTOSOPRA da Genova, le anonime cittadine del mondo ZOE e collettivo DAREHOOD ora a Padova e LEDIESIS che strizzano l’occhio a Firenze.
Che le donne siano protagoniste del cambiamento e della creazione di valore per un futuro più umano, pacifico e sostenibile è ormai evidente e piano piano questa realtà si sta facendo strada nelle nostre comunità.
La violenza domestica resta però una realtà e in questo periodo di restrizioni COVID è aumentata, come segnalato anche dall’ONU: non per tutte le donne la casa è stata un luogo sicuro.
Nasce così l’idea di un’asta di beneficenza che unisce artiste nazionali e internazionali in un’unica causa: sostenere quelle donne che si trovano in una situazione di violenza fisica e psicologica e che vogliono darsi una nuova possibilità di essere indipendenti, libere e felici.
Maupal, artista romano di fama internazionale,ci riporta a un modello maschile che supporta le donne e che sottolinea che le discriminazioni e le violenze basate sul genere vanno combattute insieme, così come insieme l’empowerment e il cambiamento vanno perseguiti.
Questi obiettivi appartengono a tutti noi esseri umani: donne, uomini, transgender e gender free.
Per questo MAUPAL ha ideato e sposato la causa di un’asta contro la violenza insieme ad Associazione Domnadi Padova e Associazione Jeosdi Vicenza, con il supporto di Fondazione Pangea Onlus,FSCIRE Fondazione per le Scienze Religiose,FAIRTRADE ITALIA e il collettivo artistico Darehood.
Tra i promotori ancheJo Squillo che supporta la campagna e donando una maglia del progetto da lei ideato, “WALL OF DOLLS – Il muro delle bambole” contro la violenza sulle donne.
Il progetto verrà portato anche a Padova a breve.
Beneficiarie dei proventi saranno le donne supportate dalprogetto REAMA, la rete antiviolenza di Fondazione Pangea Onlus.
Nella settimana dal 25 al 31 maggio è stata aperta una call per selezionarealtre artiste le cui opere verranno donate all’asta benefica. La call è stata aperta a qualunque donna artista o a chi “si sentisse tale” che avrà così la possibilità di farsi conoscere dal grande pubblico: street art, pittura, illustrazione, disegno, tatoo art, scultura e qualsiasi altra forma d’arte saranno accolte nel progetto.
- - - - - - - - Il lavoro di Fondazione Pangea Onlus sulla violenza durante il Covid grazie al progetto della rete antiviolenza Reama
Durante l’emergenza Covid-19 è stato importantissimo rimanere a casa. Ma per alcune donne restare a casa ha rappresentato una trappola ben peggiore a causa della convivenza con l’uomo maltrattante. La violenza domestica, infatti, esiste da sempre ma può diventare devastante in condizioni di convivenza forzata e obbligatoria.
Anche l'Onu ha dichiarato che in isolamento e dunque sotto l’emergenza Covid-19 il livello della già diffusa violenza domestica è aumentato.
I dati dei nostri due sportelli parlano chiaro: Lo sportello antiviolenza Reama di Fondazione Pangea Onlus ha seguito dall’inizio del 2020 45 donne, di queste ben 36 ci hanno contatto dal 1 marzo 2020 a oggi quindi nel pieno dell’emergenza Covid – 19. 175 sono invece le richieste di aiuto complessive dall’avvio dello sportello, ovvero dall’ottobre del 2018
Per quel che riguarda lo Sportello Mia Economia specifico sulla violenza economica, da gennaio 2020 a oggi sono in totale 33 le donne seguite, di queste 16 ci hanno contattato dal 1 marzo a oggi, durante il Covid. Dall’apertura dello sportello di Mia Economia ( ottobre 2018) a oggi sono 97 le donne seguite.
Per quanto riguarda invece i servizi della rete Reama, ovvero 24 tra centri antiviolenza, gli sportelli, case rifugio che fanno parte della in tutta Italia, questi hanno ricevuto nel periodo tra il 1 marzo e il 21 maggio tra le 800 e le 900 richieste di aiuto.
“In generale il primo periodo di lockdown ha rappresentato per la maggioranza della rete antiviolenza REAMA un momento generalizzato di battuta d'arresto soprattutto nelle prime due settimana. In questo periodo si sono riorganizzati i lavori da remoto e in presenza dei CAV, degli sportelli che hanno assunto tutte le precauzioni del caso. Diversa la situazione per le case rifugio perché hanno mantenuto il lavoro in presenza sempre.
Successivamente, anche in seguito alla campagna di sensibilizzazione del 1522 fortemente richiesta dalle donne e dalla realtà impegnate su questo fronte, il messaggio che la rete antiviolenza in tutta Italia continuava ad essere operativa ed era autorizzato l'accesso ai CAV agli sportelli e le case rifugio ha decisamente contribuito all'emersione della violenza”, afferma Simona Lanzoni, vice presidente di Fondazione Pangea Onlus e coordinatrice della rete Reama.
Le modalità on line pensate fin dall’inizio da Pangea, nel periodo di reclusione dovuto all’emergenza Covid-19, si sono mostrate all'avanguardia e proprio per questo i nostri sportelli hanno registrato un aumento di telefonate, perché per le donne è stato più facile scrivere che parlare. Questo ci ha e di rompere il doppio isolamento psicologico creato da un lato dall’uomo violento e dall’altro dalle restrizioni del covid-19.
Proprio per questo Fondazione Pangea Onlus, attraverso la rete antiviolenza Reama ha messo in campo tutte le sue forze a livello nazionale, riadattando e rimodulando i servizi durante la reclusione, in base alle specifiche esigenze.
Come lavoriamo: La rete antiviolenza Reama di Fondazione Pangea (www.pangeaonlus.org) è nazionale e quindi cerchiamo di smistare le richieste ai centri che hanno aderito (qui il link:
https://www.reamanetwork.org/2018/10/04/la-rete/).
Lo sportello antiviolenza on line (sportello@reamanetwork.org) a cui le donne possono scrivere, fa da coordinamento, indirizza e orienta le donne che ci scrivono in base alle specifiche esigenze e alla loro zona di residenza. Il servizio è dunque personalizzato e si avvale di quella fitta rete di professioniste, centri antiviolenza, case rifugio, associazioni e persone che hanno aderito alla rete Reama.
Abbiamo anche uno sportello specifico, rivolto alle donne che subiscono violenza economica (miaeconomia@reamanetwork.org) che, grazie alla presenza di operatrici esperte, aiuta le donne a fare una analisi della loro situazione debitoria e - dove possibile - a rinegoziare i debiti, richiedere il mantenimento dovuto per i figli ecc.
Perché Fondazione Pangea Onlus?
Negli anni Fondazione Pangea Onlus ha accolto e ascoltato tante voci di denuncia, ha collaborato con associazioni e supportato donne e bambini. Da questa esperienza è nata la possibilità di creare una rete di soggetti che lavorano a vario titolo per il contrasto della violenza, una Rete di Empowerment e Auto Mutuo Aiuto (REAMA).
Tale rete è promossa da Pangea assieme ad altre realtà con l’obiettivo di formare e sostenere delle donne vittime di violenza per uscire dalla loro situazione e mettere la propria esperienza a disposizione di altre donne. Per fare questo REAMA si avvale di una fitta rete di professioniste, avvocate, psicologhe, assistenti sociali, centri antiviolenza, case rifugio, associazioni e realtà impegnate da anni su questo fronte.
E dopo? Il tema della violenza contro le donne è l’emergenza nell’emergenza: oggi ne stiamo vedendo gli effetti a stretto giro sulle donne recluse, ma domani? Le ricadute maggiori di questa recrudescenza della violenza durante l’isolamento saranno dopo: in termini di salute pubblica, per tutte le donne che hanno subito violenza in questo periodo senza poterne denunciare gli effetti, in termini di rinascita perché per molte è stato difficile continuare il percorso di fuoriuscita dalla violenza che avevano faticosamente intrapreso.
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