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"Assolutamente deliziose" di Claire Dowie al Teatro Due di Roma

Fino al 20 gennaio in scena il testo della Dowie una drammaturgia irridente: senza peli sulla lingua, ma dal pelo sullo stomaco.

Lunedi, 19/01/2015 -
La rassegna teatrale curata da Roberta Azzarone per il Teatro Due di Roma, "Cantieri contemporanei", può dirsi un viaggio certamente avvincente nello scenario drammaturgico di oggi. "Assolutamente deliziose", infatti, piccolo capolavoro di cesellatura teatrale (sulla scena dal 15 al 20 gennaio), è uno spettacolo «comico, commovente, spaventoso» - così si è espresso il settimanale britannico The Stage UK.



Pensato e scritto dalla trasgressiva drammaturga e attrice del Regno Unito Claire Dowienata a Birmingham nel 1957, pioniera dello "stand-up-theatre" (quel tipo di teatro e di commedia, cioè, che con uno stile affatto composito preferisce rivolgersi al pubblico in modo interattivo), "Assolutamente deliziose" è un impetuoso tornado, drammatico, esilarante, cinico, a tratti perfino brutale... che demolisce in modo ragionato e consequenziale ogni possibile etichetta apposta al femminile.



Tra bombardamenti verbali di distruttività, invettive contro qualsivoglia cliché, tentativi umani e disumani di ricostruzione di una femminilità che deve barcamenarsi sotto il giogo di iperboli e paradossi... "Assolutamente deliziose" offre molti spunti di riflessione. La regia, originalissima, di Emiliano Russo, la disinvolta abilità attoriale di Flaminia Cuzzoli e Ottavia Orticello concorrono insieme per uno spettacolo ben confezionato che suona: sagace, penetrante, anticonformista, ma anche ridanciano nei suoi esorcismi sociologici.



Sul proscenio: due donne. Donna A e donna B, «quasi sorelle, quasi amanti», un tempo bambine. Cresciute insieme fin dai loro 7 anni. Si rincontrano a ridosso della quarantina, in un'occasione triste che corrisponde proprio al momento di un riepilogo, di una ricapitolazione esistenziale.



Due donne, due vite diverse, forse persino agli antipodi. Due vite spese e vissute sudando, battibeccando, credendo e disperando nei vari e vani conati, forse rivoluzionari, ovviamente ribellistici, ostinatamente contrari al patriarcato e all'"oggettificazione" della donna.



"Assolutamente deliziose" è un impietoso torrente di parole e azioni sceniche che trascina lo spettatore, il pubblico. Lo costringe a guardare senza edulcoranti la melma di condizionamenti familiari, sociali, antropologici in cui la donna si muove come un burattino. Un burattino che può fare solo scelte dicotomiche, «scelte obbligate».

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