Sabato, 05/03/2022 - Oggi cercheremo di conoscere il grande artista Gian Lorenzo Bernini, poliedrico e multiforme protagonista della cultura figurativa Barocca, non solo come artista ma anche come uomo e dobbiamo dire che la sua grande fama non ne esce esaltata, anzi. Il grande autore dell’Apollo e Dafne, il Ratto di Proserpina, l’opera architettonica di Piazza San Pietro che manifestano bellezza nelle forme compositive, come uomo si è macchiato di azioni indegne, di crimini che non ha scontato perché persona famosa e quindi da non toccare. Questo avviene anche nei nostri giorni, non dobbiamo rimanere scandalizzati. Nell’estate del 1638 Bernini scoprì il legame della sua amante Costanza Bonarelli con suo fratello minore Luigi. Nel delirio del possesso, aggredisce il fratello e ordina a un servitore di sfregiare il volto della donna.
Per proteggere Luigi, la madre denuncia Gian Lorenzo al Cardinal Barberini, che viene assolto con la difesa di essere un uomo “eccellente nell’arte”. Il servo e Luigi Bernini, invece, vengono spediti in esilio. Infine, Costanza viene condannata per adulterio a quattro mesi di reclusione in monastero.
Del crimine, che il giureconsulto Prospero Farinacci descrive come "atrox et grave delictum", erano spesso vittime le cortigiane. E Costanza fu trattata come tale, punita, come ancora oggi, nel 2022 vediamo fare.
Nelle grandi città come Roma nel Rinascimento c’erano le Cortigiane di alto borgo, chiamate “honeste”. Queste donne, spesso dotate di una bellezza fuori dal comune, avevano una buona cultura, sapevano comporre in versi, suonare strumenti musicali e cantare. Il loro talento era a disposizione dei clienti a pagamento. Era l’unico modo per manifestare la loro cultura nei salotti borghesi, dato che le donne ne erano escluse, escluse dalla cultura, dalle botteghe, dalle scuole. Chi emergeva nonostante tutto come artista, poetessa, pittrice, era considerata strana. A meno che non mettesse i suoi talenti al servizio del protettore e dei clienti a pagamento.
A molte di loro venne però offerto il trattamento di Costanza, e quindi non furono fortunate. Antea, celebre per la sua raffinata eleganza divenne l’amante di Alessandro Farnese (Papa Paolo III), ma fu sfregiata da uno spasimante respinto. La sua raffinata bellezza ci viene tramandata forse da un dipinto del Parmigianino di cui era amante.
E ci meravigliamo quando veniamo sfregiate ancora oggi con l’acido e ci sono i maltrattanti che non fanno neanche un anno di carcere. Basta leggere la Storia. Quando in Tribunale non si raggiunge la giustizia giusta, quella che ristora la vittima secondo il danno che ha subito, dobbiamo comprendere che le fondamenta si trovano negli stessi Tribunali che hanno assolto personalità importanti, famose, che avevano eliminato, sfregiato le proprie compagne. Sentenze che hanno segnato l’opinione pubblica tanto da far pensare che la vita di una donna vale meno di quella di un uomo. Meditiamo perché ancora oggi è così.
Elena Manigrasso
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