Martedi, 10/08/2010 - Scampia è stato un laboratorio di scambio e dialogo tra artiste ed artisti giunti da vari paesi europei e la gente del quartiere che, per il secondo anno ha vissuto un'esperienza artistica ma anche, soprattutto, un'avventura umana. Una quarantina di opere,quadri, sculture,disegni, installazioni, hanno composto la mostra collettiva che è stata inaugurata negli spazi di CasArcobaleno, la cooperativa sociale Occhi aperti che dal 2007 opera sul territorio. La mostra è il compimento di un simposio internazionale, dal progetto della curatrice Antonella Prota Giurleo.
Undici artiste ed artisti hanno realizzato qui i loro lavori e a questa comunità hanno lasciato almeno tre delle loro opere come momenti significativi del loro percorso. Non solo: l'intero spazio si è trasformato in un unico grande studio / atelier con una serie di laboratori a tema rivolti alle persone di Scampia, in particolare alle donne e ai bambini. Un intreccio di storie che ha consentito di sperimentare concretamente un “gioco” diverso, collettivo, fuori ma al contempo dentro la realtà difficile vissuta quotidianamente.
Scampia compare nelle cronache per fatti di camorra; qui è uso comune gettare le cose a terra finchè una montagna di rifiuti diventa la rappresentazione più ovvia e diffusa che compare a tutti i livelli dei media.
Il contatto non è facile, una distanza separa le persone di qui da quelle che vengono da fuori: una linea di confine troppo marcata e consolidata nel tempo, ma questa è una storia conosciuta. Ad aprire una breccia è intervenuta l'arte: il lavoro creativo ha innescato un contromovimento, una corrente, un terzo occhio dello sguardo.
L'intervento ha trovato un terreno fertile nella rete di comunicazione, di supporto materiale e psicologico che le donne di Scampia hanno costruito nel tempo, creando i loro territori, le loro zone franche, libere dalla trappola che le inchioda al lavoro domestico, al tempo del lavoro di cura, alla responsabilità nell'educazione dei figli.
Casa Arcobaleno è aperta a tempo pieno; le donne e gli artisti hanno fatto quadrato attorno a una certa idea di Scampia, che via via si fa strada, come di un luogo, che proprio perchè “estremo” ha in sé una energia positiva capace di avviare un percorso di cambiamento che poggia sulla relazione tra donne, quella che rompe il muro dell'indifferenza e dell'omertà.
La mostra conclusiva del simposio ha costituito un ulteriore momento di ragionamento e di riflessione sul significato dell'esperienza.
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