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ARTISTE/I CONTRO LA VIOLENZA

ARTISTE/I CONTRO LA VIOLENZA

Venerdì 28 marzo finissage dell'evento “Artiste/i contro la violenza” che si svolge nell'antisala di Santa Maria La Nova con l'esposizione di opere per contrastare la violenza di genere

Giovedi, 27/03/2014 - “Creatività il tuo nome è donna”. Così andrebbe forse rimodellata la frase del buon vecchio William Shakespeare che nell’ Amleto invece attribuisce alla donna, quale principale caratteristica, la fragilità (anche i grandi possono scrivere sciocchezze, in fondo). Del resto il legame tra donna e creatività è celebrato e inciso a fuoco in maniera indelebile, curiosamente, nel più famoso testo letterario di una cultura maschilista almeno quanto la nostra, quella islamica, e cioè nelle “Mille e una notte”. E’ Sheherazad l’archetipo, il simbolo, il modello della creatività femminile: racconta storie talmente avvincenti che il sultano rimanda di notte in notte la sua condanna a morte, rinunciandoci alla fine del tutto. Sheherazad gli insegna che si può lasciar vivere di vita propria quello che si ama, cosa purtroppo mai abbastanza chiara e spesso tragicamente ignorata dagli uomini di tutte le latitudini.

Tutto ciò per raccontare di una bella iniziativa che si sta svolgendo a Napoli in questi giorni, patrocinato dalla Provincia di Napoli, dal Comune di SS Cosma e Damiano di Latina, l’Istituto di Studi Filosofici Serra di Cassano e il Progetto 1000 Criste, e che mette al centro della lotta alla violenza la creatività. L’iniziativa è “Artiste/i contro la violenza”, proposta come prosecuzione delle iniziative per l’8 marzo, inaugurata a Santa Maria la Nova il 21 marzo, giorno di inizio della primavera, ma anche giornata mondiale della poesia e della pace interiore. A presentarla è stata Genoveffa Palumbo, presidente dell’Associazione Museo delle donne del Mediterraneo, che ha portato anche i saluti della Consigliera di parità Luisa Festa.

Si tratta di una mostra di opere pittoriche e non. All’ingresso della mostra ci colpiscono i lavori di Giusy Giustino, “Un grido soffocato” e “Bocche cucite”: una donna gravida dell’intero mondo con la bocca cucita, tacitata, per sempre muta. Accanto una serie di bocche cucite, altre, aperte, possono parlare, sorridono spalancate. Sono lavori con tecniche miste, acrilico e collage di stoffe e spago. Incantano i lavori di Tiziana Blanco, che esplorano il mondo delle favole, miniera immensa di composizioni anonime che, come suggerisce Virginia Woolf in un suo celebre scritto (ma non lo fa solo lei), sono con tutta probabilità in gran parte frutto della creatività femminile altrove impedita o repressa. All’interno troviamo “Controvento”, un’opera della pittrice Silvia Rea, primo premio della rivista Albatros 2010, che è un vero e proprio manifesto sulla condizione femminile. L’opera, olio su tavola, ritrae una donna afghana in burka e un’occidentale avvolta nel cappotto, entrambe impegnate a camminare in un paesaggio ostile e controvento. L’installazione di Giovanna Schioppa “Trasposizione della carne” mostra attraverso oggetti lo scempio di un corpo violato in un luogo trasposto. Affianco l’opera di Ermelinda Ponticiello, una figura femminile arsa su un rogo che finisce in una croce. Fa pensare al destino femminile, che oscilla tra la condanna e la messa al bando della “strega” e la crocifissione della santa e martire. A questa artista in particolare va il merito dell’organizzazione della parte artistica dell’iniziativa. Anche il volume “Quello che lo specchio non riflette” di Maria Ronca fa parte delle opere in mostra. Dodici storie di donne che subiscono tipi diversi di violenza (fisica, psicologica ecc.). E non è finita qui: ci sono i quadri parlanti di Olga Marciano, il video “Dietro la notizia”, le performance di Argentina Verderame, le poesie di Flora Rucco. Non solo donne, anche se in maggioranza. Contro la violenza sulle donne, e finalmente, si esprimono anche artisti uomini. L’elenco è lungo e non è possibile citare tutti.

Che l’arte possa essere un’arma efficace contro la violenza ci piace pensarlo. L’arte ci regala sempre uno specchio in cui cercare un po’ di più di noi stessi, o una finestra attraverso cui guardare mondi possibili o vedere quello che ci circonda con altri occhi. L’arte che ci parla delle donne e della loro identità profonda milita al fianco di tutte le donne impegnate nella loro quotidiana lotta di liberazione, alza il velo sulle verità scomode, sostiene, senza saperlo e senza che loro lo sappiano, le donne violate e ferite e le aiuta a vivere.

L’iniziativa si conclude venerdì 28 con il finissage.

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