Login Registrati
Artiste a Roma tra Cinquecento e Ottocento

Artiste a Roma tra Cinquecento e Ottocento

Cinquantasei artiste attive tra il XVI e il XIX secolo nella Città Eterna sono le protagoniste, con 130 opere, della mostra “Roma pittrice”, in corso a Palazzo Braschi fino al 23 marzo 2025

Martedi, 29/10/2024 - Negli ultimi decenni sono sempre più numerose, anche in Italia, le esposizioni dedicate alla riscoperta di donne artiste. L’originalità della mostra intitolata “Roma pittrice. Artiste al lavoro tra XVI e XIX secolo”, allestita nelle sale al primo piano di Palazzo Braschi fino al 23 marzo 2025, risiede però nel fatto che, per la prima volta, vengono raccontati quattro secoli di vita artistica romana dalla prospettiva delle donne. E come spesso accade con le idee più innovative, viene da chiedersi come mai nessuno ci avesse pensato prima, dato che Roma è stata per secoli il grande teatro del mondo, la capitale delle arti, una città cosmopolita che attirava artisti, non solo da tutta Italia, ma anche dal resto d’Europa. Naturale quindi che vi fossero anche le artiste, ma tutto ciò che riguarda la storia delle donne, si sa, richiede tempo per tornare alla luce.

Curata in modo esemplare da Ilaria Miarelli Mariani, direttrice della Direzione dei Musei Civici di Roma Capitale, e da Raffaella Morselli, professoressa ordinaria della Sapienza Università di Roma, con la collaborazione di Ilaria Arcangeli, la mostra colma dunque silenzi durati secoli e restituisce finalmente visibilità a oltre cinquanta artiste professioniste attive a Roma tra Cinquecento e Ottocento. A parte alcuni nomi famosi, quali Lavinia Fontana, Artemisia Gentileschi e Angelika Kauffmann, l’esposizione fa uscire dall’ombra tante figure dimenticate o poco note, per raccontare una storia dell’arte inedita e corale, troppo a lungo taciuta, riguardante la presenza delle artiste nella Città Eterna. A Roma, infatti, oltre alle artiste romane lavoravano le straniere, e di queste alcune erano in città di passaggio, ma altre vi risiedevano stabilmente. Therese Concordia Mengs, ad esempio, famosa miniaturista proveniente da una famiglia di artisti tedeschi (il fratello è il celebre Anton Raphael Mengs), dal 1752 si stabilisce a Roma, dove nel 1766 è nominata accademica di San Luca. Tiene anche una rinomata scuola di pittura nella quale si formano diverse generazioni di artiste.  

Accurate ricerche d’archivio hanno permesso di ricostruire le biografie delle artiste esposte. Inoltre, in mostra due grandi piante di Roma documentano visivamente, una, i luoghi in cui le artiste abitavano e l’altra i luoghi di Roma che conservano altre loro opere, suggerendo così dei possibili itinerari cittadini. Anche il reperimento delle opere, molte delle quali restaurate per l’occasione, ha richiesto indagini mirate, sia nei depositi dei musei, dove spesso erano state dimenticate, sia passando al setaccio il mercato antiquario. Esemplare, in tal senso, la vicenda della pittrice romana Anna Stanchi, riscoperta solo grazie al recente passaggio sul mercato antiquario di due dipinti da lei firmati e datati 1643 e 1647. Considerata la qualità di queste opere, oggi appare evidente che anche lei abbia contribuito, accanto ai suoi quattro fratelli, all’attività della famosa bottega romana degli Stanchi, specializzata in nature morte.

Il percorso della mostra, nel raccontare la presenza artistica delle donne a Roma, segue un ordine cronologico e tematico. Suggestiva appare la scelta di porre all’ingresso, come introduzione, un bel ritratto di gusto “caravaggesco” dipinto dal pittore lucchese Pietro Paolini. L’opera raffigura un’artista che mostra con orgoglio i propri strumenti di lavoro, e con lo sguardo sembra interpellare il visitatore. Il fatto è che l’identità di questa pittrice, forse specializzata in fiori, resta un mistero. Quest’immagine seducente ed enigmatica sta dunque a ricordare al visitatore tutte le artiste che mancano ancora all’appello e le cui opere restano tuttora da rintracciare.

La mostra inizia dal Cinquecento, con la bolognese Lavinia Fontana, figlia d’arte (il padre era il noto pittore Prospero Fontana), come figlia d’arte sarà anche Artemisia. A 23 anni Lavinia si ritrae intenta a suonare la spinetta, per sottolineare la propria cultura e raffinatezza di intellettuale. Si stabilisce a Roma nel 1604 e la grande considerazione in cui è tenuta presso personaggi altolocati esercita, nell’ambiente capitolino, una influenza positiva sul modo di percepire l’attività delle altre artiste. Tuttavia, per molto tempo un pregiudizio ha relegato le pittrici nei generi cosiddetti “minori”, come la natura morta, la miniatura, il ritratto, generi che non implicavano la raffigurazione del nudo. A parte rare eccezioni, infatti, è solo dall’Ottocento che alcune artiste iniziano a cimentarsi con la pittura di Storia. Il percorso della mostra dà conto anche di questo processo di emancipazione delle artiste che, dai generi “minori”, giungono a dipingere scene di grandi dimensioni. Tra queste c’è la pittrice Emma Gaggiotti (suo l’autoritratto scelto come immagine della mostra), rappresentata da ben sei opere. Amica di Francesco Hayez, nell’ambiente capitolino era nota come una fervente patriota e collezionista di armi. Nel 1848 si trasferisce a Londra col marito, il giornalista Alfred Bate Richards, e nel 1851 partecipa alla mostra organizzata dalla Royal Academy of Art, dove è notata dalla regina Vittoria, che le commissiona un autoritratto. Si sposta quindi a Berlino e poi rientra a Roma. Ma, se ai suoi tempi Emma Gaggiotti godeva di una fama internazionale, in seguito è stata completamente dimenticata, perciò oggi è l’emblema di tutte le artiste ritrovate.

L’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali è accompagnata da un prezioso volume, edito da Officina Libraria, di alto valore scientifico che nel segnare un punto d’arrivo negli studi getta anche le basi per ulteriori ricerche.

La mostra è arricchita da un ciclo di incontri con ospiti internazionali.
Per informazioni si rimanda a: www.museodiroma.it; www.museiincomune.it   

Didascalie
Vedute delle sale della mostra “Roma pittrice”, foto Monkeys Video Lab.

 


Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®