La responsabilità dell'arte nell'era dell'immagine: importante proporre messaggi corretti e che non ri-vittimizzino la donne. Un riflessione alla luce delle tante mostre che accendono un faro sull’arte di ispirazione femminista
Domenica, 05/05/2019 - “Le parole sono importanti” è una citazione ormai pop che dovremmo rivedere e attualizzare con una più funzionale al momento storico che stiamo vivendo, e cioè “le immagini sono importanti”. Siamo senza dubbio immersi nel tempo dell’immagine e, mai come oggi, è fondamentale averne consapevolezza. In quest’ottica vanno lette le numerose mostre e retrospettive dedicate all’arte delle donne e al femminismo che si stanno susseguendo in Italia negli ultimi mesi.
Sempre a Milano al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea trova spazio fino al 9 Giugno 2019 O AMOR SE FAZ REVOLUCIONÁRIO, la prima retrospettiva in un’istituzione pubblica italiana dell’artista italo-brasiliana Anna Maria Maiolino (nata nel 1942 a Scalea), che pone tra i temi della sua ricerca anche quello dell’identità di genere. Nella sottotraccia del suo lavoro degli anni ’60 e ’70 c’è l’immaginario del quotidiano femminile fatto dalla ripetitività delle azioni e dei compiti affidati dalla società alla donna, come il cucinare o le faccende domestiche, che l’artista critica alla radice in quanto oppressione di genere ed espressione del sessismo dominante.
Anche Firenze ha dato spazio ad un’artista dichiaratamente femminista con la personale chele Gallerie degli Uffizi, nell’Andito degli Angiolini di Palazzo Pitti, ha dedicato a Kiki Smith, una delle protagoniste dell’arte contemporanea (Norimberga 1954). La mostra What i Saw on the road, aperta fino al 2 giugno 2019, propone una quarantina di opere della produzione dell’artista degli ultimi vent’anni che pone al centro della sua riflessione,a partire dalla sua visione femminista, la fragilità del corpo femminile. Riflessione che negli ultimi decenni l’ha portata a riconsiderare questa fragilità come capace di riscattarsi e di essere accolta, grazie ad una auspicata e ritrovata armonia spirituale con la natura e l’universo celeste.
arrivare a qualsiasi passante (anche e soprattutto involontariamente). Tra i claim che l’artista ha utilizzato: “I didn’tcame from yourrib, youcam from my VAGINA”, “Don’tblame women for the misbehavior of MEN”, “It’snot me, it’s YOU”, “FUCK yourjudgment”, fino all’omaggio a Carla Lonzi con il poster “TACI, ANZI PARLA”.
ARCHIVIA – Archivi Biblioteche Centri Documentazione delle Donne - e testimonianze di performance e film d’artista di alcune protagoniste a partire dagli anni ’60 del ‘900. A parte questa sezione, per il resto la mostra è composta da opere dedicate alla figura della donna dalla fine dell’Ottocento fino ai giorni nostri, testimoniando che bisogna arrivare agli anni ’60 per trovare il female gaze, un punto di svolta nella produzione e nell’analisi delle immagini, nei mass media come nell’arte. È a partire dalle contestazioni di quel decennio (a parte poche eccezioni nella storia antecedente) che le donne si mostrano protagoniste, in quanto artiste e autrici, della rappresentazione di loro stesse, frutto di uno sguardo soggettivo sul mondo, dopo essersi liberate finalmente dal ruolo di semplice musa e oggetto di un’arte al maschile che aveva dominato i decenni, se non i secoli, precedenti.
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