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Arrestata la “tigre bionda”

Arrestata la “tigre bionda”

Ucraina - Yiulia Tymoshenko è in carcere

Cristina Carpinelli Lunedi, 03/10/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2011

L’ex premier Yiulia Tymoshenko, ora leader dell’opposizione, è stata arrestata il 5 agosto 2011. Il tribunale distrettuale di Pechersk, che la stava processando per abuso d’ufficio, ha accolto la richiesta della procura, convertendo il divieto di allontanamento già imposto a Yiulia Tymoshenko in ordine di arresto per oltraggio alla corte. L’eroina della rivoluzione arancione del 2004 ha reagito al proprio arresto urlando: “Vergogna! Io ho sempre lavorato nell’interesse esclusivo dell’Ucraina!”.

Agenti di polizia si sono precipitati nell’aula parlamentare per porre l’ex premier in stato di arresto. Non era la prima volta che l’accusa chiedeva la detenzione della Tymoshenko che, secondo la procura, fin dall’inizio del processo aveva sfidato il tribunale, comportandosi in modo da intralciare il procedimento: “Le dichiarazioni e i comportamenti dell’ex premier Tymoshenko non danno possibilità di assicurare il rispetto delle norme processuali”. Ritardi in aula, cambi di avvocati, ripetute ricusazioni, mancato rispetto per i giudici (“non mi piegherò davanti a voi, perché sarebbe come inginocchiarsi di fronte alla mafia. Voi non state distruggendo me, ma la giovane democrazia ucraina. Gloria all’Ucraina!”) e, non da ultimo, la sprezzante accusa di corruzione - criticandone l’operato degli anni in cui era responsabile dell’agenzia delle entrate - rivolta al suo successore, Mykola Azarov, comparso a sorpresa per testimoniare contro di lei, hanno spinto la corte ad accogliere la richiesta d’arresto avanzata dalla pubblica accusa.

La Tymoshenko rischia sino a 10 anni di prigione. Deve, innanzitutto, rispondere davanti alla corte in merito all’accordo, firmato da lei e dal premier russo Vladimir Putin nel 2009 - senza però il parere del governo, che allora guidava - tra la società statale energetica ucraina Naftogaz e il colosso russo Gazprom per la fornitura del gas. Secondo l’accusa, le condizioni concordate (450 dollari ogni 1000 metri cubi) sono state svantaggiose per lo Stato ucraino che ha subito, di conseguenza, perdite per l’equivalente di circa 130 milioni di euro.

In aula ci sono stati tafferugli. Alcuni deputati del partito della leader dell’opposizione, hanno tentato d’impedire l’intervento dei poliziotti, ma sono stati bloccati dalle forze dell’ordine. La Tymoshenko è stata portata via senza manette. Fuori del parlamento, i suoi sostenitori hanno reagito tentando di bloccare in strada la camionetta che la stava conducendo in carcere, per rinchiuderla dentro quella stessa cella dove era già stata dieci anni prima, quando l’allora “principessa del gas” fu incolpata di corruzione, falso e contrabbando di gas e prodotti petroliferi. I suoi sostenitori hanno poi immediatamente annunciato una manifestazione in piazza Maidan (la simbolica piazza dell’Indipendenza), dove nel 2004 si era concentrato il popolo arancione in rivolta. Tra i fan della “pasionaria” c’erano le femministe del gruppo Femen, che si sono presentate a seno nudo nel centralissimo viale Khreshiatik (dove c’è il tribunale che la sta processando), agitando uno striscione e gridando “Libertà alla vera opposizione!”, e tante donne anziane, che le sono ancora riconoscenti per aver aumentato le pensioni durante il suo ultimo mandato come premier. Ma i suoi veri e fedeli “difensori” sono, soprattutto, i militanti del partito “Patria” (Batkivscina), di cui la Tymoshenko è leader, che hanno scandito slogan, esibito striscioni, distribuito volantini ai passanti e montato tende con appesa l’immagine evocativa di una “Giovanna d’Arco” autoctona, vestita di bianco con la solita treccia bionda avvolta intorno alla testa. Nelle tende, servite un tempo da gazebo elettorali, si raccoglievano sotto un documento, che parlava di “dittatura al potere”, firme per chiedere la scarcerazione immediata della Tymoshenko, lo scioglimento del parlamento e la destituzione dell’attuale presidente ucraino Viktor Yanukovich. Accanto a questi dimostranti (circa 400), che hanno protestato contro l’arresto dell’ex lady di ferro, più di 200 simpatizzanti del partito delle Regioni del presidente Yanukovich si sono, a loro volta, raccolti nel viale del centro della capitale. Il responsabile del raduno, il deputato Oleg Kalashnikov, ha arringato la folla, chiedendo la condanna della “corrotta” Tymoshenko. I militanti del partito di governo hanno sventolato bandiere, distribuito volantini e agitato striscioni che attaccavano l’ex premier con slogan come “Fuori i ladri!”, “Yiulia confessa!”, “Yiulia non ti credo!”, “Restituisci i miliardi al popolo!”.

Yiulia Tymoshenko, primo ministro nel 2005 e poi ancora dal dicembre 2007 al marzo 2010, si è sempre dichiarata innocente e ha definito il processo a suo carico una “farsa” orchestrata da Yanukovich per sbarazzarsi di lei in vista delle elezioni parlamentari del 2012 e delle presidenziali del 2015.

Il 17 agosto 2011, l’ex presidente ucraino Viktor Yushenko, protagonista insieme a Yiulia Timoshenko della rivoluzione arancione, ha testimoniato in tribunale contro la sua ex alleata politica. Mentre davanti alla corte decine di sostenitori dell’imputata gli gridavano ‘‘Vergogna’‘ e “Traditore”, Yushenko ha, di fatto, corroborato le tesi dell’accusa, affermando che l’ex premier Timoshenko appoggiò, per ragioni politiche, un accordo per la fornitura di gas russo ad un prezzo sfavorevole agli interessi del paese, facendo naufragare una proposta precedente che prevedeva un prezzo inferiore: “È stata troppo precipitosa e non ha protetto gli interessi nazionali” (…) Fece arenare i negoziati con Mosca per le importazioni di gas, rifiutando la prima proposta di 250 dollari ogni 1000 metri cubi”. Yushenko ha suggerito alla corte distrettuale di Pechersk di considerare la possibilità di chiamare a testimoniare nel corso del processo il premier russo, Vladimir Putin, e l’amministratore delegato di Gazprom, Aleksei Miller: “Ascoltare queste persone” - ha sostenuto - “è una condizione necessaria per chiarire tutte le circostanze che hanno portato all’accordo”.

Infine, proprio in questi giorni di fine agosto, la Tymoshenko, passando al contrattacco, ha denunciato Yanukovich per gli accordi siglati nel 2007 relativi all’importazione di gas dalla Russia, quando l’attuale presidente era primo ministro. La Tymoshenko ha, infatti, chiesto al tribunale distrettuale di Pechersk di aprire un’inchiesta nei confronti dell’attuale capo di Stato, perché il prezzo dell’oro blu allora concordato era più alto del 70% rispetto a quello fissato l’anno prima. “Seguendo la logica della procura - ha detto la Tymoshenko - la situazione è la stessa di adesso”.

L’arresto di Yiulia Tymoshenko è stato criticato dal patriarca della Chiesa ortodossa ucraina, da alcuni rappresentanti della Chiesa Cattolica e di quella Battista, e dai governi occidentali, i quali temono che dietro il procedimento giudiziario vi siano calcoli politici: “La questione dell’interruzione della fornitura di gas, per cui la Tymoshenko è sotto processo, ha avuto un serio impatto su diversi Stati membri” - ha dichiarato l’ambasciatore della Commissione europea in Ucraina, Josè Manuel Pinto Teixeira -. “All’epoca l’UE accolse con favore la ripresa degli approvvigionamenti, che mise fine alla crisi del gennaio 2009. Ecco perché questo processo è molto importante per noi”. Attraverso l’alto rappresentante della politica estera dell’UE, Catherine Ashton, l’UE si è detta preoccupata per gli eventi che sono culminati nell’arresto dell’ex premier Tymoshenko: “Gli eventi di oggi ci preoccupano sul fronte delle regole democratiche in Ucraina e, da un paese che ambisce all’associazione politica con l’UE, ci aspettiamo standard democratici più elevati”, si legge nel suo comunicato.



P.S. Un articolo sulla Tymoshenko è già stato pubblicato da noidonne nel marzo 2010, con il titolo: La “signora dell’Est”.

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