Venerdi, 09/08/2013 - Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Abbiamo ritrovato un altro nipote, il 109.
Abuelas de Plaza de Mayo annuncia con grande felicità la restituzione dell’identità di Pablo Germán Athanasiu Laschan, un altro dei nostri nipoti rubati dal terrorismo di Stato, sequestrato insieme ai suoi genitori il 15 aprile del 1976, quando aveva solo cinque mesi e mezzo.
Ad aprile di quest’anno, Pablo è stato contattato da componenti di Abuelas e circa un mese fa, si è sottoposto volontariamente all’esame di immunogenetica che ha determinato al 99,99% la sua appartenenza al gruppo familiare Athanasiu Laschan.
I SUOI GENITORI
Frida Laschan Mellano è nata il 10 agosto del 1947 in Cile. Angel Athanasiu Jara, il 15 settembre del 1954, anche lui nel paese transandino. Entrambi militavano nel Movimento di Sinistra Rivoluzionaria (MIR). Frida, durante il Governo dell’Unione Popolare di Salvador Allende, occupò un ruolo nella Corporazione della Riforma Agraria (CORA).
Nel marzo 1974, dopo il golpe di Stato capeggiato da Augusto Pinochet, Frida fu vittima della persecuzione politica. Infatti, nel settembre del 1973 era già stata trattenuta alcuni giorni nel Commissariato della Città di Lautaro e dopo a Santiago del Cile.
In seguito, già liberata, andò in esilio a Buenos Aires, dove si rincontrò con Angel –che era fuggito poco tempo prima in Argentina- e tutti e due cominciarono a militare nel PRT-ERP.
Vissero otto mesi nella Capitale Federale e dopo si trasferirono a San Martín de los Andes, Provincia di Neuquén, fino alla metà del 1975. Ancor prima di essere avvisati che erano sotto sorveglianza, Angel e Frida, che era già incinta, decisero di tornare a Buenos Aires.
Il 29 ottobre del 1975 nacque il loro figlio, Pablo Germán. Nell’aprile del 1976, la coppia e il piccolo furono sequestrati nell’hotel dove vivevano, in un’azione svolta dalle forze di sicurezza nel quadro del Piano Cóndor.
IL CASO
Pablo Germán fu registrato come figlio proprio, con data di nascita 7 gennaio 1976, da una coppia che aveva stretti legami con il regime civico militare, infatti coloro che si sono di lui appropriati, oggi sono detenuti perché coinvolti in una causa per crimini contro l’umanità.
Dal sequestro di Angel, Frida e Paolo, le famiglie Athanasiu y Laschan presentarono diverse denunce e si recarono anche a Buenos Aires per cercare il luogo dove si trovavano i giovani desaparecidos e il loro bambino. Li cercarono senza alcun risultato nelle carceri, asili e orfanotrofi.
Nel 1982, Abuelas de Plaza de Mayo, presentò la denuncia per la loro scomparsa –è stata una delle prime dell’Associazione- davanti al Tribunale Federale n. 1, la quale attuale titolare è la Sig.ra Giudice María Romilda Servini de Cubría.
Nell’aprile di quest’anno, di fronte alle informazioni che indicavano che poteva essere figlio di desaparecidos, e con la collaborazione della Direzione di Diritti Umani del Ministero di Sicurezza della Nazione, la nostra istituzione si avvicinò al giovane per invitarlo a consegnare un campione per il test genetico.
Ieri (6 agosto 2013, ndr), finalmente, a Pablo Germán, è stato notificato, dalla Commissione Nazionale per il Diritto all’Identità (CONADI), di essere figlio di Frida ed Angel.
CONTINUAMO ASPETTANDO
Oggi, è esattamente un anno che abbiamo annunciato la restituzione dell’identità del nipote 106, Pablo Gaona Miranda. In seguito, quella della figlia di Maria de las Mercedes Moreno e con profonda tristezza abbiamo dovuto comunicare che la gestazione di Mirtha Noelia Coutouné non è arrivata a termine.
Sono 109 i casi risolti grazie alla perseveranza nella lotta, però sono ancora centinaia le famiglie che aspettano l’incontro con i nipoti rubati dal terrorismo di Stato.
Il tempo passa, e molte delle nostre compagne di lotta se ne vanno senza l’allegria di un abbraccio. La ricerca e´ogni volta più urgente.
Per questo motivo, a chi dubita delle proprie origini, le Abuelas dicono che il momento di risolvere la propria identità è adesso, di non aspettare più. Sapere chi sono e da dove vengono gli toglierà un peso di dosso e gli allevierà tutto quel dolore che hanno dentro da più di 30 anni, dall’istante preciso in cui furono brutalmente separati dai loro veri genitori.
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