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Appunti da un viaggio autunnale in Salento

Appunti da un viaggio autunnale in Salento

A Ugento l'archeologia, il borgo antico e le donne che lo animano con tante professionalità. Un'economia al femminile che comprende anche un giornale

Lunedi, 02/12/2019 - Pochi giorni in Salento, un breve viaggio che ha visto come centro ideale Ugento, delizioso borgo d'arte alto sulla piana e sul mare, ricchissimo di storia e monumenti. In poche centinaia di metri sono concentrati il Castello, il Palazzo Colosso, la Torre Civica, il Palazzo Vescovile, il Museo Civico di Archeologia e la Cattedrale. Quest'ultima ospita il Museo della Diocesi di Ugento, considerata una delle diocesi più antiche del sud Italia. Il Museo Civico di Archeologia ospita la “Tomba dell’Atleta” che risale al VI secolo ed è stata ritrovata per caso negli anni ’70 in paese durante degli scavi per il servizio idrico; oltre ai numerosissimi oggetti del corredo funebre la tomba riveste particolare interesse per le dimensioni del defunto, stimate in oltre 1,80 metri, un vero gigante per l'epoca. Nel Museo anche la copia della statua bronzea di Zeus, realizzata con la cera persa ed una delle rare giunte ai giorni nostri: l’originale è esposto al Museo Archeologico di Taranto.
Dopo aver visitato questi preziosi reperti il tepore che permane anche in questi mesi invita a perdersi nelle stradine del borgo antico, assai meno affollate che nel periodo estivo, e da esse allargare lo sguardo e le visite alle piccole cittadine circostanti.
Qui si incontrano piccole aziende, cantine, ristoranti, masserie, botteghe che i titolari aprono con gentilezza e calore ai visitatori. In ciascuna di esse donne, tante donne, preparate, impegnate, appassionate: dalle abilissime decoratrici delle ceramiche artigiane che con mano ferma riempiono di minuscoli fiorellini, di disegni geometrici, piume, gocce, arabeschi le ceramiche grezze alle addette delle industrie conserviere che puliscono e tagliano le verdure che poi, con identica abilità, compongono nei colorati vasi di conserve. Donne chef, che con perizia insegnano a cucinare i piatti della tradizione, dalle orecchiette ai cappelli, pasta secca facile e divertentissima da preparare (si appoggia un dischetto di pasta modellato a cono rovesciato sul collo di una bottiglia, un secco colpo col palmo della mano e voilà, il cappello è pronto), donne guida poliglotte che senza nulla lasciare al caso raccontano di frantoi ipogei e di cantine, donne sommelier che elogiano profumi, gusti, retrogusti e vitigni dei vini prodotti nelle cantine in cui operano, donne anfitrione che aprono le porte delle loro abitazioni, dalle masserie ristrutturate con pazienza ed affetto alle dimore storiche dal gusto d'antan sino alle maison d'hote così lussuose da lasciare senza fiato.... e poi donne imprenditrici come Dora Dilauro, presidente della Cooperativa Espera "come speranza" ci tiene a precisare.
Dora, insieme a quelli che oggi sono i soci della cooperativa, il 17 dicembre di due anni fa ebbe una brutta sorpresa: la lettera di licenziamento dalla testata QuiSalento, per cui tutti lavoravano da decenni. Una testata molto letta e conosciuta, unica nel suo genere, tutta focalizzata sulla tradizione e le storie popolari "che sarebbe stato davvero un peccato vedere chiudere". Noi ovviamente "non potevamo permetterci di rimanere senza lavoro e non volevamo lasciare quello che ci piaceva e così, impegnando la liquidazione, decidemmo di ricomprarci la testata. Non fu facile, perché all'orizzonte si affacciavano anche altre cordate, ma alla fine riuscimmo a spuntarla. Fu un periodo duro, quello, ripartire da zero senza garanzie, senza stipendio, con difficoltà di ogni tipo, ma circondati dall'affetto e dall'incoraggiamento della gente; tantissime persone, anche sconosciute, ci hanno offerto sostegno economico ma abbiamo preferito fare tutto in autonomia. Una volta ricomprata la testata abbiamo fatto un'operazione di restyling, rinfrescando l'immagine grafica. Carta lucida, copertina patinata, tratti eleganti, caratteri chiari, stampa in quadricromia.
La linea editoriale è rimasta sostanzialmente la stessa: molto spazio alla cultura, agli appuntamenti della tradizione, agli eventi, suddivisi per tematiche e località. Addirittura andiamo nelle piazze dei paesini a raccogliere dalla viva voce degli anziani le storie e le leggende che altrimenti andrebbero perse. Niente politica e neppure cronaca. QuiSalento è un mensile che nei mesi invernali viene distribuito in circa 8mila copie ma che nei estivi, cambiando le esigenze e richieste del territorio, raddoppia, diventando un quindicinale per oltre 30mila copie che vanno tutte esaurite. Chi scrive lo ha visto anche all'edicola dell'aeroporto di Brindisi. "Abbiamo salvato la testata e ci siamo create un lavoro, ma la cosa più bella è stata rinsaldare i nostri legami di amicizia: la redazione è in un appartamento e le nostre relazioni sono basate sulla condivisione e la solidarietà. Un esempio? Se una di noi ha un impegno può essere certa che qualcuna delle ‘colleghe’ si prende cura del suo bambino, perché domani sarà lei a prendersi cura di quelli delle altre". Da quando ci siamo trasferite nella nuova sede c'è una signora, che noi affettuosamente chiamiamo "la socia occulta" che vi abita vicino che tutti i giorni ci porta il pranzo, considerandolo il suo modo di esprimerci solidarietà". "La società editrice, ovvero la nostra cooperativa, non ha uno storico, è ‘troppo giovane’ per partecipare a bandi o godere di finanziamenti pubblici o bancari, ma nello stesso tempo siamo ‘troppo vecchi’ per essere considerati start up. Affrontiamo i problemi uno dopo l'altro e siamo sostenute ‘dal basso’, da chi ci conosce come dalle persone comuni o dagli inserzionisti". "Da loro - continua Dora che spesso li incontra in quanto responsabile marketing e commerciale - ho avuto davvero tante offerte di sostegno che si concretizzano con le inserzioni. In poco meno di due anni stiamo ripagando le spese e stiamo entrando a regime". Possiamo davvero affermare che questa è una storia a lieto fine e che per i soci della Cooperativa Espera il Natale 2019 sarà decisamente diverso.
Ugento non è solo un borgo affascinante: è anche il primo Comune ad aver recepito il format "Ostello diffuso" nato da un accordo siglato tra l'Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù (AIG) e l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) proprio per lo sviluppo di Ostelli nei Comuni Italiani. L’Amministrazione Comunale di Ugento è stata la prima in Italia a deliberare la nascita dell’Ostello Diffuso Ugento. L'Ostello diffuso, è un’aggregazione di strutture ricettive di varia tipologia e dimensione che ha un unico centro di ricevimento presso cui vengono smistati gli arrivi e viene pianificata l'organizzazione dei servizi concordando con fornitori e fruitori modalità e tempi. È a tutti gli effetti un Punto AIG ed è regolato dalle stesse condizioni.
Foto di Paola Scarsi


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