LA SPECIFICITA' DELLE IMPRESE FEMMINILI NON E' SALVAGUARDATA L'AUMENTO DELL'ALIQUOTA IVA POTREBBE DANNEGGIARE IL MONDO DELLE IMPRESE FEMMINILI,CHE STANNO RESISTENDO ALLA CRISI
Lunedi, 20/05/2013 - L’imprenditoria femminile contribuisce in maniera significativa al PIL italiano costituendo una risposta importante alla crisi, grazie anche al contributo di competenze e stili imprenditoriali spesso differenti.Secondo l’ultimo rapporto sull’imprenditoria femminile dell’Osservatorio Unioncamere, anche nel 2012 si è mantenuta vivace la crescita delle nuove aziende al femminile (+7.298), superiore alla media nazionale.I settori più dinamici si sono rivelati la Sanità e assistenza sociale (+3,6%), il Turismo (+2,9%) ed e-Commerce, soprattutto in Lombardia, Lazio e Toscana.
In Italia circa un’impresa su quattro è donna, in modo particolare nei seguenti comparti: alloggio e ristorazione (+3.640), edilizia (+1.172), servizi (+1.102), attività immobiliari (+951) e servizi alle imprese (+935).
La presenza femminile nel mondo del lavoro interessa le PMI ma anche le grandi aziende, dove le quote rosa sono oggi al 3,4%: in Italia siamo ancora indietro ed in Europa non si è da meno: solo 1/7 dei membri nei board è donna.
Il potenziale imprenditoriale delle donne è un motore di crescita economica e occupazionale molto poco sfruttato.
Le donne costituiscono il 34,4% dei lavoratori autonomi in Europa, questo indica come sia necessario un maggiore incoraggiamento per diventare imprenditrici.
Si chiede di non aumentare l'aliquota dell'Iva :
le imprese femminili rimarrebbero ulteriormente danneggiate
e corrono il rischio di dover chiudere la propria attività non essendo a disposizione per le stesse leve fiscali e creditizie adeguate per la propria specificità.
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