Giovedi, 17/12/2015 - C’era una volta un marziano, piccolo e verde, approdato sulla terra per caso, per riparare un problema meccanico all’astronave, che cominciò a guardarsi attorno.
Attirarono subito la sua attenzione gli strani esseri che ivi abitavano, i quali si comportavano in modo incredibile.
«C’è vita in questo pianeta», pensò, ma non poté fare a meno di notare che il modo di comunicare era decisamente incongruente, in quanto i messaggi verbali non corrispondevano a quelli non verbali, e vigeva una incomprensibile regola sociale per la quale si recitavano copioni e non si esprimeva in modo chiaro ciò che si provava a livello emotivo ed emozionale.
«Non riescono a comunicare fra loro, questi terresti, soprattutto se decidono di creare una coppia», affermò il marziano, e scosse la testa, incredulo.
Non possiamo pretendere che l’omino verde avesse letto Pirandello, o tutto gli sarebbe più chiaro, sia sul concetto di maschera e che di incomunicabilità.
«Che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote? Vuote, caro mio. E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele; e io nell’accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio. Abbiamo creduto d’intenderci, non ci siamo intesi affatto». Luigi Pirandello, Uno, nessuno e centomila
Il saggio della psicoterapeuta Maria Saccà, “Vuoi litigare? Facciamolo bene!”, conduce il lettore attraverso un percorso estremamente interessante, veicolando accreditate valutazioni proprie dell’analisi transazionale, e conseguenti metodologie, in modo puntuale e competente, ma accessibile anche ai non addetti ai lavori.
Dopo aver assorbito in modo piacevole e costruttivo le premesse teoriche, infatti, ecco che si viene proiettati “dietro il buco della serratura” dello studio di una terapista di coppia, attraverso il susseguirsi di otto storie, delle quali, solo alla fine, si scopre l’esito conclusivo.
Attraverso la narrazione, l’autrice mette in luce i giochi di ruolo, tutt’altro che divertenti, e i meccanismi di difesa che conducono a litigi sterili, se non logoranti, e propone le alternative e le soluzioni per infrangere il muro dell’incomunicabilità e raggiungere l’intimità, ossia lo stare insieme all’altro al di fuori di schemi fasulli e reiterati, per chi si è davvero.
Resta ora da capire chi si è. Domanda non da poco.
Eppure in tutti noi c’è un bambino naturale, che con il marziano si interebbe benissimo, privo di filtri e desideroso di dare e ricevere carezze, anche metaforiche, e un adulto che può imparare a non fare da “gancio” alla provocazione e a spezzare le catene di un gioco che vede tutti perdenti.
Pronti per la lettura di “Vuoi litigare? Facciamolo bene!”?
Allora, fatelo bene, munitevi di matita, per sottolineare qualche frase per voi determinante, e di gomma, per cancellare il canovaccio della vostra vita e scriverne uno nuovo.
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