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“Una tempesta che unisce e che divide per sempre”

“Una tempesta che unisce e che divide per sempre”

Gianna Manzini - Intellettuale raffinata, finalmente ci si occupa della “Sparviera”, grazie agli incontri in Calabria su “Scrittura femminile”

Cosco Rosa Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2008

«Una tempesta che unisce e che divide per sempre, il segno di un destino che chiama, che vuole, che esige. Una predestinazione, un obbligo d’onore, sia pure cruento. E… se volete, la morte, o almeno il sentimento della morte». È con queste parole che Eugenio Montale spiegava Gianna Mancini, la “Sparviera”. Nata a Pistoia il 24 marzo 1896, la piccola Gianna (futura intellettuale raffinata, autrice di frammenti lirici e sperimentatrice di forme aperte del testo) vive in un ambiente familiare poco sereno: il papà, di idee anarchiche, e la mamma, con il suo perbenismo conservatore, ben presto si separano. Partecipando al vivace dibattito culturale nato tra la fine della Prima guerra mondiale e l’insorgere del Fascismo, decide di seguire la madre a Firenze, dove si iscrive all’Università. Alla prese con la sua tesi di laurea su Pietro Aretino, si innamora del responsabile della terza pagina del quotidiano la “Nazione”, Bruno Fallici: è subito amore. Nozze sotto il Natale del 1920. Bisogna attendere il 1928 per il suo primo romanzo, ai tempi di “Solaria” insomma. Unica donna scelta da Enrico Falqui e da Elio Vittorini per l’antologia Scrittori Nuovi, arriva anche per lei la crisi coniugale: nel 1933 si separa dal marito, trasferendosi a Roma. In concomitanza con il suo impegno letterario, nella capitale la Manzini intraprende una intensa attività di cronista di moda, dapprima sul quotidiano Giornale d'Italia, poi su il settimanale “Oggi”, e più tardi sulla rivista “La Fiera Letteraria”. Servendosi di vari pseudonimi (come Pamela e Vanessa), tiene una rubrica fissa, aprendosi alla cronaca più estrosa, “distratta” e scanzonata. Ma c’è, in primis, la Gianna Manzini del racconto Lettera all'Editore, del romanzo La Sparviera, del Ritratto in piedi, fino a Sulla soglia, ultimo volume di racconti datato 1973, l’anno prima della sua morte. E poi ci sono due prestigiosi premi, quelli che la cinsero di notorietà (apprezzata, soprattutto, dalla critica e da grandi intellettuali): Premio Viareggio e Premio Campiello.

“Scrittura femminile”. Quattro incontri all’anno. Quattro domeniche (ultime domeniche del mese) a cavallo tra il Duemilaotto e Duemilanove. Nella biblioteca comunale, sita in piazza Castello di Crotone, per circa tre ore alla volta. Arrivato al suo terzo anno consecutivo di vita, il corso denominato “Scrittura femminile” è finanziato dalla Regione Calabria. A cura della dottoressa Antonella Cosentino, componente della Commissione Regionale Pari Opportunità, il progetto è solo uno dei tanti servizi culturali da lei, in questi anni, promossi. Composito ed eterogeneo il gruppo di donne (provenienti da Soverato e Catanzaro, ma in prevalenza insiders di Crotone) attorno al “ricordo”, alla lettura della “Sparviera”. Gianna Manzini, sì, è il tema di quest’anno. Dopo le passate esperienze su Elsa Morante, Etty Hillesum, pietre miliari della letteratura femminile e non solo, la scelta è ricaduta sulla vincitrice del “Premio Viareggio” anno 1956. Guidate passo passo dalla dottoressa Maria Ester Mastrogiovanni, docente di lettere in un Istituto tecnico di Firenze ed esperta nella politica di genere e pedagogia, le partecipanti sono sottoposte ad ascolto e propositivi feedback. A partire da una relazione proposta dalla conduttrice, nella fattispecie la dottoressa Mastrogiovanni, con lettura attenta di passi scelti e significativi dell’opera della Manzini, meglio nota come “La Sparviera”, si procede all’analisi testuale. Seguendo le indicazioni in calce ai testi in oggetto, le corsiste vengono stimolate, a caldo, alla riflessione. Prima dell’assegno scritto per l’incontro successivo, alla luce di osservazioni più dettagliate, questa volta “a freddo”, l’appuntamento è suggellato da un momento di sintesi finale.
Per troppo tempo confinata all’interno di un pubblico ristretto, oggi, per Gianna Manzini qualcosa è cambiato. È quanto sta capitando, durante il corso di “Scrittura femminile” numero 3, a Crotone. Grazie allo straordinario apporto del suo archivio personale, nuove prospettive di ricerca e di “rilettura” avanzano.


(2 dicembre 2008)

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