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“Specchi” di Elisabetta Bagli – Riflessioni di Mauro Montacchiesi

“Specchi” di Elisabetta Bagli – Riflessioni di Mauro Montacchiesi

Brevi riflessioni di Mauro Montacchiesi sulla raccolta di racconti Specchi nei quali si raccontano vasrie sfaccettature dell'Universo femminile

Giovedi, 29/06/2017 - «Spieglein, Spieglein an der Wand, wer ist die Schönste im ganzen Land?»



«Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?»



(Biancaneve e i sette nani) (Fratelli Grimm, Jacob e Wilhelm, 1812)



Queste sono le ben note parole che la matrigna cattiva rivolge allo specchio. In realtà, la rivalità tra Biancaneve e la matrigna cattiva, altro non è che un archetipo universale, ovvero un postulato manicheo, una continua tensione tra bene e male, una lotta perenne tra due principî opposti, il bene e il male, lo spirito e la materia, la luce e le tenebre, Dio e il suo antagonista. Biancaneve e la matrigna cattiva sono la stessa persona. Biancaneve ovviamente “Il Bene”. La matrigna cattiva ovviamente “Il Male”. La matrigna cattiva tenterà più volte di eliminare Biancaneve, senza tuttavia riuscirvi. Vestita di cenci e dimenticata, vivrà lungo in un carcere oscuro. Solo Biancaneve si recherà spesso a darle conforto, poiché i buoni non conoscono l’odio. Simbolicamente Biancaneve (Il Bene) trionfa sulla matrigna cattiva (Il Male), ma non se ne può totalmente scindere, in quanto parte di sé. La simbologia di questa fiaba è vastissima. Necessiterebbe di un trattato a parte.



*



Ritorno silenziosa così come son venuta,



mi inabisso nell’oscurità …



sono la parola scritta in un momento di rabbia …



“Immaginare l’amore che libera” (Elisabetta Bagli)



Catabasi di Biancaneve negli oscuri abissi del proprio labirinto esistenziale. Presa coscienza di una reificazione del proprio male: la rabbia.



*



Un bisbiglio serrato tra le sbarre della gabbia dorata,



dove ancora ti osservo, lontana e silenziosa,



“Immaginare l’Amore che libera” (Elisabetta Bagli)



*



Orfismo puro in questi versi, nel lirismo magico delle parole. L’Orfismo è un complesso mito cosmogonico (dove il processo di generazione degli dei e degli uomini è lacerato da conflitti che fanno risalire alle origini del mondo un male radicale) corrisponde un ideale etico che implica una concezione dualistica (analogia sincretica con il Manicheismo, di cui a: Biancaneve e i sette nani) ed impone uno sforzo (accompagnato da pratiche ascetiche e rituali) di liberazione dell’anima dal corpo (inteso come carcere, in questo caso “le sbarre della gabbia dorata”), anche attraverso un processo di metempsicosi, sino a un’immortalità che partecipa della divinità (nell’orfismo si afferma una concezione dell’al di là dove sono distinte una sfera di premî e una di punizioni). Nell’Orfismo, come già enunciato, la liberazione dell’anima avviene attraverso la metempicosi. In Elisabetta Bagli avviene attraverso l’amore :



in attesa di quel giorno in cui mi dirai “ti amo”.



“Immaginare l’Amore che libera” (Elisabetta Bagli)



*



Il concetto di “metempsicosi” viene spesso confuso con il concetto di “reincarnazione”. In realtà si tratta di due diverse denotazioni. “Reincarnazione” significa “di nuovo nella carne”. “Metempsicosi” significa: met (dal gr. μετὰ: trasformazione ed altro) +em (dal gr. ἐν «in, dentro») +psi (dal gr. ψυχή «anima») +osi (dal gr. –ωσις: stato, condizione) = Condizione dell’anima internamente trasformata. E di fatto, l’anima di Elisabetta è “in fieri”, è in attesa di essere trasformata, e sarà trasformata, dall’Amore. La raccolta “Specchi” ingloba 17 racconti, di cui, alcuni autoreferenziali, altri apparentemente no. Altri “apparentemente no”, poiché anche in questi non ci si può totalmente avertere dall’autorefenzialità. L’artificio della regressione verista lascia ampio spazio all’emotività dell’autrice, con plastiche connotazioni di una realtà liquida, ovvero soggetta ad intime proiezioni dell’Artista. Se ne può evincere che i singoli racconti che compongono la raccolta sono, invero, l’esposizione dei singoli specchi che compongono il policromo caleidoscopio animico-esistenziale di Elisabetta Bagli nei suoi vari stadi evolutivi, fino ad oggi. Un iter mentis (animi) ad Deum. Un percorso della mente (dell’anima) verso Dio. Dall’uovo cosmico, in quanto archetipo cosmogonico sincretico (di cui l’essere umano fa parte), fino alla ricomposizione dell’androgino, laddove l’anima dell’uomo ha bisogno dell’anima della donna (e viceversa) per potersi presentare a Dio nella sua perfetta totalità. E molti sono gli specchi che Elisabetta dovrà ancora aggiungere. Sicuramente, più in là nel tempo, ci sarà una nuova versione integrata di questo testo. Con la grande onestà intellettuale che da sempre la contraddistingue, Elisabetta Bagli ha avuto l’ardore, spesso iconoclasta, di sciorinare sé stessa ad ima fondamenta con elato magistero linguistico-letterario.



*



Lo specchio è un simbolo atto a rappresentare l’estetica della mistica, della contemplatio, ovvero della visione spirituale. Gli specchi rappresentano molteplici e diversi piani della realtà. Questi ultimi, talora, sembrano entrare in conflitto logico tra di loro, pur tuttavia sono coesi nella più pregnante semantica delle iconografie estetiche di riferimento.



Ma l’elaborazione dell’immagine riflessa che avviene nella mente non è univoca. Noi non siamo solo immagine esteriore, bensì siamo un misto di emozioni, sensazioni ed esperienze che ci rendono unici ed irripetibili e che rendono la percezionedi noi stessi spesso molto diversa da quella chr vedono gli altri, che teoricamente ci guardano con gli occhi di uno “specchio”.



(Elisabetta Bagli)



Lo specchio è un simbolico passe-partout al di là di qualsiasi coerente dialettica, all’interno di nuove, diverse, soggettive verità.



Tutto ciò accade, perché non ci sarà mai uno stesso modo di vedersi allo specchio ogni qualvolta ci si guarda. Quel che vediamo riflesso, la maggior parte delle volte non lo vediamo in modo oggettivo, ma dipende da noi, dal nostro umore, da ciò che proviamo e siamo in quel momento, da quel che vogliamo essere.



(Elisabetta Bagli)



Lo specchio è simbolo di immaginazione, di ragione, in quanto capacità di conoscere e di discernere i riflessi del più puro spirito, lo spirito stesso, specchio dell’Essere Assoluto: Dio! <Riferimento a : Un iter mentis (animi) ad Deum.>

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