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“ROSAFURIA”: E NON E’ UNO SCHERZO!

“ROSAFURIA”: E NON E’ UNO SCHERZO!

Percorrete Via Tagliamento, nei pressi appunto della celebre piazza Mincio: scoprirete un negozio davvero particolare gestito da due sorelle, Maria Rosa e Ilaria, ed un fratello, Andrea, pieni di estrosità e creatività.

Mercoledi, 05/02/2014 - “ROSAFURIA”: E NON E’ UNO SCHERZO!



Vi consiglio di fare una bella passeggiata nel quartiere Coppedé, splendido esempio di liberty romano. Si tratta di un complesso di edifici situato a Roma, nel quartiere Trieste, tra piazza Buenos Aires e via Taglia-mento. Pur non essendo propriamente un quartiere, venne così chiamato dallo stesso architetto che lo ha progettato. È composto da diciotto palazzi e ventisette tra palazzine ed edifici disposti intorno al nucleo centrale di piazza Mincio. Percorrete Via Tagliamento, nei pressi appunto della celebre piazza Mincio: sco-prirete un negozio davvero particolare gestito da due sorelle, Maria Rosa e Ilaria, ed un fratello, Andrea, pieni di estrosità e creatività. Un ambiente dove sono esposti capi di abbigliamento (per il 90% provenienti dall’estero), oggetti di decorazione, piccoli complementi di arredo (per l’80% dall’estero).

-Chiedo a Rosa, portavoce della famiglia Giacomantonio, perché il negozio si chiama “Rosafuria”: in veri-tà è il mio nomignolo del liceo dove mi chiamavano “furia”, l’ho mantenuto: corrisponde al mio carattere.

In effetti, Rosa è istintiva, passionale in tutto ciò che fa: dall’insegnamento – dove ha l’abilità di lasciare liberi nella creazione i suoi allievi, guidandoli senza forzarli mai - alla scelta degli oggetti da vendere. Si lascia prendere da furenti “coups de coeur”, colpi di fulmine subitanei per materiali, tecniche, fantasie.

-Com’è nata l’idea del negozio?

L’idea del negozio è stata un’evoluzione. Ho cominciato a lavorare con Paola di “Pepe Bianco”, vicina di ne-gozio (anzi mi affittava una parte del suo negozio). Le facevo vedere i miei lavori e mi ha spronato ad inse-gnare le tecniche di decorazione. Sono diciassette anni che programmo corsi per adulti. Paola mi ha inse-gnato la pittura su porcellana, la sua specialità, anche se io l’ho in realtà rubata con gli occhi: questo è un segreto, bisogna rubare con gli occhi. Lo consiglio a tutti.

-Che studi hai fatto?

Sono autodidatta cosa che consente di essere veramente padrona dei materiali. Partendo dal fatto che non si hanno le basi e che non si sa come funzionano i materiali, si fanno tutti gli errori possibili. E poi, conoscendo tutti i difetti di una data materia, se ne diventa padroni. Da questo punto di vista essere autodidatti aiuta a conoscere di più i materiali, fondamentalmente.

-Quali corsi organizzate?

Organizziamo corsi per adulti a soggetto, con un progetto libero e corrispondente al suo gusto: realizziamo subito un oggetto che piace. Ho cambiato la formula perché il metodo classico è noiosissimo: tracciare tre righe per tre giorni di seguito è monotono, anche se è utile. In realtà le righe si fanno lo stesso con il dise-gno a piacere. La tecnica usata è quella per imitazione: praticamente mostro come si fa senza sostituirmi all’adulto. La maggior parte degli artisti non rivela la propria tecnica, sono gelosi, come nessuno dà la ricet-ta originale di un cibo. La giusta esecuzione fa parte di un’arte che poi si mette da parte, perché non fa di una persona un’artista. Poi, nell’anno riusciamo a organizzare due cicli per i bambini che sono sempre di-versi e si ispirano sempre alla Storia dell’Arte, ad un artista in particolare oppure ad altro. Per esempio, i bambini realizzano la copertina di un CD o di un libro oppure il loro mondo ideale costruito tridimensional-mente (mondi di ballerine, di pesci, di violenza con coltelli, mostri ecc.). Cerchiamo di non censurare nulla.

-Quando hai preso in mano i colori per la prima volta?

Da sempre ho giocato con la fantasia da tutti i punti di vista. Per esempio, mia madre mi ha insegnato a ri-camare ma ho messo da parte questa attività perché pensavo che non fosse creativa. Poi io e Andrea ci siamo messi a disegnare e ora mia madre lavora sui nostri disegni: magari mi fossi avvicinata al ricamo così dall’inizio! Sarebbe stato più divertente. Giocavo anche molto da piccola, giochi assurdi (all’Odissea, all’Iliade, ad Anna Frank): l’idea della creatività c’è stata sempre.

-Come scegli gli oggetti e gli abiti da vendere?

Secondo il gusto personale che però adatto al pubblico che nello stesso tempo deve essere stimolato. E’ molto importante andare per fiere: apre gli orizzonti. Leggo molto anche riviste e giornali: la nostra clientela cerca oggetti un po’ particolari.

-Hai realizzato mostre?

A Roma, ne ho promosse in vari luoghi: una sulla superstizione, una sullo spazio, le galassie e le distanze infinite, una sugli animali con delle caratteristiche tali per cui non si trattava dell’animale classico (per esempio il coccodrillo aveva sei zampe ecc), una sulle donne – Belladonna – ecc.





Fausta Genziana Le Piane

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