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“Pochi avvenimenti, felicità assoluta, scene da un matrimonio”

“Pochi avvenimenti, felicità assoluta, scene da un matrimonio”

Questa è un’opera, un concerto – spettacolo dove le donne conquistano la scena a 360 gradi.

Giovedi, 13/07/2017 - “Pochi avvenimenti, felicità assoluta, scene da un matrimonio”

di Adriana Moltedo esperta di Comunicazione e Media



“Pochi avvenimenti, felicità assoluta, scene da un matrimonio” è tratto dal diario a quattro mani tenuto per anni da Clara e Robert Schumann, che come ha dichiarato Sonia Bergamasco, era un’unione artistica ed esistenziale di queste due creature musicali una delle più felici, appassionate e appassionanti della storia della musica europea-



Questa è un’opera, un concerto – spettacolo dove le donne conquistano la scena a 360 gradi.



L’idea di questo concerto per voce narrante e tre strumenti è stata proposta a Sonia Bergamasco dalle “EsTrio” composto da Laura Gorna al violino, Cecilia Radic al violoncello, Laura Manzini al pianoforte, la quale ha rilanciato il coinvolgimento della poetessa Maria Grazia Calandrone per raccontare la storia degli Schumann con parole semplici, ma musicali”. Il pubblico quindi assisterà ad un concerto in cui la voce narrante, il violino, il violoncello e il pianoforte “dialogheranno fra loro in un crescendo di emozioni condivise”.



Al centro della scena c’è Clara Schumann interpretata dalla bravissima Sonia Bergamasco che narra della vita amorosa e familiare, travolgente e tribolata di lei e Robert Schumann, che innamoratosi della figlia del suo maestro, Clara Wieck talentuosissima pianista e compositrice chiese la sua mano, ma Wieck si oppose al matrimonio con tutte le sue forze in quanto, pur riconoscendo l'immenso talento di Robert, ne vedeva anche lo scarso equilibrio mentale. I due innamorati si sposarono solo nel 1840, nel giorno del ventunesimo compleanno di Clara, e i primi anni di matrimonio furono per Schumann felicissimi e fecondi.



Clara Schumann, pianista eccelsa, compositrice, a sua volta, di grande sensibilità, madre di otto figli. Moglie di un uomo toccato dal genio e dalla malattia (Robert Schumann soffriva di una grave sindrome maniaco depressiva che lo porterà alla morte). Clara era adorata come pianista e la sua attività di concertista sosteneva economicamente l’intera (numerosa) famiglia. Una donna sempre a fianco di Robert, per sostenerlo e incoraggiarlo quando ancora non era a tutti chiaro quanto grande fosse il suo talento.



Il mio personaggio – ha detto Sonia Bergamasco - rappresenta una vita da combattente”.



Nelle parole di Clara, al capezzale del marito poco prima della sua morte, fiorisce l'avventura umana e spirituale di un incontro predestinato, in cui solo la voce della musica mantiene viva e lancinante la presenza - assenza di Robert, ormai ridotto al silenzio.



Le dinamiche compositive tra testo e musica, il dialogo serrato e costante tra di essi, e l'articolazione scenica del lavoro, su Musiche di Robert e Clara Schumann – come rivela la Bergamasco,- sono stati "orchestrati" dalle quattro soliste in scena, in una serie di incontri di prove molto vivaci e "spericolati" (ciascuna di noi aveva il desiderio e l'urgenza di sperimentare!), con il prezioso contributo di Antonella Agati, che ha fortemente voluto il nostro incontro, ha seguito la nascita del lavoro e ne ha curato con passione la realizzazione visiva.



A Maria Grazia Calandrone, autrice del testo,- prosegue- va infine tutta la nostra riconoscenza per aver risposto con entusiasmo alla nostra "commissione" con un'opera di profonda musicalità.

A Clara le sgorgano i ricordi, le ore, i luoghi e gli episodi dell’amore, che condivide con Robert, sempre più fiduciosa che nel corpo vivo della memoria comune anche lui trovi la superficie dalla quale risorgere, e Robert – l’Amato, il Compositore – compia per lei e attraverso lei il miracolo di tornare.



Ci vuole poco a ritrovare le attitudini e le inclinazioni di un amore durato decenni, - dichiara Maria Grazia Calandrone -, Clara parla con la bocca dell’amore coniugale, erotico, amicale, materno, di socia e di compagna di viaggio e di lavoro, parla da ognuna delle specie di donna che è ogni specie di donna, parla da dentro una cieca fiducia domestica che nessun lutto e nessun trauma hanno avuto la brutalità di incrinare, parla priva di senso di realtà o forse avendo raggiunto, insieme con il suo interlocutore presente assente, forse proprio parlando al vuoto bianco che si è sdraiato sul letto al posto del suo Robert, la realtà più reale



Ho assistito recentemente a una prova d’insieme di tutto ciò e sono stata a sedere composta e muta come una installazione di sale sulla mia sedia bianca, perché le mie parole, quel lungo grido d’amore che ho avuto l’onore di essere chiamata a comporre, pronunciato dalla voce perfetta di Sonia Bergamasco – perfetta nei volumi e nelle intenzioni – mescolato alla musica irruenta, imperiosa e sublime di Robert e Clara Schumann, eseguite con tanta fisica passione a mezzo metro da me, erano quasi troppo per una signora della mia età, benché la sottoscritta sia ormai da lungo tempo cosciente di quanto pericolosa e feroce sia la bellezza.”

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