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“Perché insieme si può fare molto”

“Perché insieme si può fare molto”

Donneinrete.net - Per promuovere la salute delle donne e non solo, con Rosaria Iardino, Laura Bianconi, Livia Turco…

Ribet Elena Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2008

In questo momento più che mai c’è un’esigenza di solidarietà. Solidarietà fra donne per confrontarsi, aiutarsi e soprattutto sostenersi. Quale migliore strumento di una rete di donne? Perché insieme si può fare molto” queste le parole di Rosaria Iardino, Presidente di Donne in rete, la neonata associazione rivolta a tutte le donne, ma non solo, per parlare di salute, ma non solo. Rosaria Iardino da anni si distingue per il suo impegno, la sua abnegazione, la sua sensibilità verso i bisogni collettivi e per le sue grandi capacità organizzative e relazionali. La svolta della sua vita avviene quando a diciotto anni scopre di essere hiv positiva; da quel momento in avanti, Rosaria Iardino si dedica con determinazione, concretezza e competenza a battaglie e azioni per i diritti di tutte le persone malate, dei pazienti, diventando un punto di riferimento in Italia e all’estero. Fondatrice e Presidente di Network Italiano Persone Sieropositive, attualmente fa parte di numerose commissioni, tra cui la Commissione Nazionale Aids, il Comitato Etico presso l’Istituto Superiore di Sanità, la Commissione Salute Donna e gruppo studi Congiunto tra Istituto Sanità, AIFA e Associazioni dei pazienti, il Global Network of people with hiv.

Il 16 ottobre, nel corso dell’evento “100 donne per 100 mestieri” è stata presentata a Roma l’associazione Donneinrete che si è già fatta promotrice di campagne e progetti in favore della salute delle donne. Presentato anche il sito di riferimento.
www.donneinrete.net è un portale aperto, in continua evoluzione, dove è possibile incontrare specialiste/i ed esperte/i, per chiedere suggerimenti, consulenze e creare una rete di sostegno e conoscenza, per parlare dei bisogni e dei problemi delle donne, coinvolgendo sempre più persone che abbiano a cuore la salute femminile.
Salute femminile che viene spesso trascurata, nonostante i dati parlino chiaro: ad esempio, secondo Istat, l’8,3% delle donne italiane denuncia un cattivo stato di salute, contro il 5,3% degli uomini. Inoltre, l’incidenza di alcune malattie è molto più alta nelle donne, ad esempio, alcune malattie cardiache hanno una maggiore prevalenza femminile (+5%), così come il diabete (+9%), l’ipertensione arteriosa (+30%), artrosi e artrite (+49%) e cifre oltre il 100% per alzheimer, cefalea, depressione; si arriva addirittura a +500% per la tiroide e +736 % per l’osteoporosi. Le donne infine consumano più farmaci degli uomini, reagiscono diversamente alle terapie e sono da sempre sottorappresentate nelle sperimentazioni cliniche.

Presenti al tavolo, insieme a Rosaria Iardino, la Senatrice Laura Bianconi (PDL), il Presidente della Commissione Igiene e sanità Senatore Antonio Tomassini, l’on. Livia Turco, la deputata Paola Concia (PD), la giornalista Elisabetta Malvagna e la dottoressa Antonella Cingolati.
Laura Bianconi ha sottolineato l’impegno di Livia Turco in favore della salute delle donne, per la trasmissione di una “cultura sanitaria al femminile” e ha fornito un quadro esaustivo della situazione dell’HPV e dell’artrite reumatoide.
Livia Turco ha posto l’attenzione su questioni tecniche molto precise, dalla Medicina di iniziativa alle battaglie anche culturali sulle patologie delle donne, per raccogliere i saperi e le competenze al fine di creare “un’etica pubblica della cura”. È importante parlare della salute riproduttiva delle donne, promuovere il parto naturale e la salute neonatale, così come “riconoscere le competenze delle pazienti oltre che delle reti di volontariato, delle associazioni, per ricostruire un’alleanza femminile in tutti i campi, affermando i talenti di ciascuna e dando valore anche alle differenza tra donne stesse. Ci deve essere un patto tra le donne e il sistema sanitario, per investire nella ricerca e nella ricerca di genere per quanto riguarda non solo le patologie, ma anche i farmaci e i modelli di cura”. E ancora, insiste Livia Turco, occorre “contrastare la povertà, in quanto le donne sono più vulnerabili”.
Sulla responsabilità delle aziende farmaceutiche, parole chiare da parte di Rosaria Iardino: “È arrivato il momento di pretendere che ci siano studi mirati sui farmaci”.
Il plauso di Paola Concia riguarda l’interezza dell’idea di ‘donneinrete’: “Fondare un’associazione è un gesto insolito, niente affatto scontato. Ci sono due indicatori della condizione donne: uno riguarda l’occupazione (o la disoccupazione), l’altro il potere. Fare rete può rappresentare uno strumento importante per fare Lobby, sottolinea il grande valore sociale delle donne”. Non bisogna dimenticare infatti che spesso il problema è proprio quello della rappresentanza politica, per cui ben vengano donne che vogliano far crescere il valore sociale delle donne, ben venga la possibilità di dare valore al potere delle donne, “importante sia dal punto di vista decisionale che dal punto di vista simbolico”.
Elisabetta Malvagna, con il suo intervento “il mestiere di mamma, un’occasione di crescita e di responsabilità” ha portato un contributo al dibattito e a opinioni anche divergenti, a sottolineare come pur nelle disparità si possa costruire un confronto costruttivo.
Infine, la dottoressa Antonella Cingolani ha parlato della scienza al servizio dei bisogni delle donne, citando ricerche che indicano le donne come “coloro che prendono decisioni sulla salute, che gestiscono l’informazione medica della famiglia, sulle procedure mediche e sulla salute di bambini e bambine, in ambiti diversi quali quelli legati ai problemi dell’età, alla salute mentale ed emotiva, alla salute riproduttiva, alle violenze”. La complessità quantitativa e qualitativa delle questioni si sposa bene con la scelta di utilizzare il web come mezzo di informazione privilegiato.
Le diverse modalità di accedere alla conoscenza sempre più richiedono verifiche di correttezza, serietà e aggiornamento dei dati, al di là degli intenti commerciali.
I soggetti devono essere riconoscibili e riconosciuti autorevoli, soprattutto quando si parla di contenuti quali “Screening precoci, risparmio di tempo e di risorse, corretto approccio e libertà di accesso alle cure, valide relazioni medico-paziente”.

Nel corso della presentazione del progetto è stata anche divulgata la lettera aperta ai Parlamentari e ai Presidenti delle Regioni per chiedere azioni e impegno per:
• promuovere maternità responsabile e la piena applicazione della legge 194
• promuovere il parto indolore e percorsi di nascita adeguati
• ridurre i parti cesarei
• sviluppare della ricerca di genere
• inserire la medicina di genere nei programmi di laurea in medicina
• incentivare la prevenzione in campo oncologico e altre malattie prevenibili
• promuovere percorsi di accoglienza e assistenza in rosa pre e post operatori, in particolare per oncologia
• combattere la violenza contro le donne in tutte le sue forme.

Sono state inoltre avviate due campagne di informazione sull’artrite reumatoide e sull’HPV, Papillomavirus umano, che è causa del 99% dei casi di tumore al collo dell’utero e dei 100.000 condilomi diagnosticati ogni anno. Testimonial delle campagne, rispettivamente, Katherine Kelly Lang (la Brooke di Beautiful) e Claudia Gerini. Con le due attrici sono stati realizzati due spot trasmessi sui principali canali televisivi e satellitari.
Molte le adesioni di donne note e meno note, ciascuna con la sua storia, la sua personalità, il suo desiderio di far funzionare la rete e di convogliare forze, competenze ed esperienze, con l’idea di non disperdere energie e di prendere parte attivamente al progetto.

Adesioni e informazioni su
www.donneinrete.net


(23 ottobre 2008)

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