Lunedi, 12/11/2012 - Una giornata di riflessione e confronto su “Educazione di genere e Pedagogia di genere” si è tenuta a Siena lo scorso 18 Ottobre 2012 (presso l’I.I.S. “T. Sarrocchi”, via Pisacane). L’iniziativa è stata promossa dalla Provincia di Siena, in collaborazione con l’Associazione Proteo Fare Sapere impegnata nella promozione della formazione professionale. Si è assistito allo svolgimento del primo dei due seminari di approfondimento previsti, che hanno per destinatari docenti della scuola superiore di I e II grado sul tema della Pedagogia di genere e del superamento degli stereotipi sessisti. Gli incontri sono rivolti innanzitutto alle/agli insegnanti che hanno partecipato ai progetti finanziati dalla Legge Regionale n. 16/2009 sul tema della “Cittadinanza di genere”, ma sono aperti a tutte/i coloro che sono interessati a modalità di cambiamenti verso una maggiore equità di genere.
L’obiettivo è creare un gruppo di lavoro su tali argomenti che possa acquisire competenze, saperi e sufficiente autonomia per attivare percorsi educativi all’interno dei vari istituti scolastici, in particolare finalizzati a ideare, costruire e gestire progetti rivolti ai preadolescenti e agli adolescenti, volti a fornire strumenti per decostruire i condizionamenti sessisti provenienti dalle famiglie, dai media, dal gruppo dei pari, ecc. Inoltre l’intento è ideare, costruire e gestire progetti rivolti alla formazione di altre/i insegnanti sulle questioni di genere nella specifica età della preadolescenza e adolescenza, con specifico riferimento alle problematiche e alle potenzialità che si possono incontrare nei contesti scolastici.
La prima giornata è stata introdotta dalla dott.ssa Silvia Leonelli, docente di “Teorie e modelli educativi delle differenze di genere” dell’Università di Bologna, che da tempo riflette sulla costruzione dell’identità di genere nei contesti educativi, sull’educazione di genere contemporanea (modelli, condizionamenti, prospettive…) e sull’importanza della narrazione autobiografica delle donne. La ricercatrice bolognese ha “incantato” la platea con un percorso storico che è approdato all’oggi, apportando i risultati di sperimentazioni da lei intraprese nelle scuole. Nella relazione si è poi soffermata ad indicare il “vuoto” di genere presente nei programmi scolastici, dove emerge un solo nome femminile da trattare - quello di Elsa Morante. Nel suo excursus ha evidenziato anche alcuni limiti delle pratiche messe in atto negli anni ‘70, che si rivolgevano unicamente alle ragazze, per cui non sono riuscite a produrre un cambiamento culturale di più ampio raggio. La riflessione si è quindi concentrata sulla disparità fra la realtà e la sua rappresentazione, focalizzandosi su fenomeni di “bullismo omofobico”, ovvero tutte quelle manifestazioni che tendono a sanzionare tutto ciò che non è considerato maschile (es. il femminile e l’omosessualità), punito pubblicamente (es. l’omosessualità femminile viene punita come atteggiamento da “maschiaccio”). In tali casi si verifica la stigmatizzazione del modello, che da ragazze/i non viene mai riferito a se stessi, ma attribuito ad altri. In queste situazioni l’educatore ha dunque un compito fondamentale: deve essere “inattuale”, vale a dire “distante” pur mantenendo viva la curiosità di conoscere. Un suggerimento interessante è stato quello di interessarsi ai messaggi veicolati dai video musicali, spesso carichi di stereotipi sessisti, i cui principali utenti sono proprio i giovani. Partire dalla musica e dai fumetti è stato dunque suggerito come un percorso da seguire per decostruire alcune idee sedimentate nell’immaginario dei ragazzi.
Si è indicato un aspetto inquietante e crescente fra le ragazzine, che sempre più negli ultimi tempi legittimano la possibilità di usare il corpo come strumento di lavoro. Per di più il gruppo dei pari, dove si giocano le relazioni di genere, risulta essere estremamente conformista nel concepire e interpretare i ruoli maschile/femminile (es. nell’amicizia, nello sport, nella scelta degli studi…). A partire da queste osservazioni, è stata sottolineata la maggiore produttività di ricerche realizzate con focus group, che vanno da 10 fino ad un massimo di 12 soggetti, formati sia da uomini che da donne. Aspetto ineludibile nello svolgere qualsiasi indagine o laboratorio di genere è l’attenzione al linguaggio, immaginabile come un “pensare narrato”.
In conclusione, la relatrice ha sviscerato e mostrato con chiarezza come la “femminilizzazione” della scuola e della società non si sia ancora tradotta in modelli educativi attenti al genere, nonostante la Toscana sia una realtà privilegiata in tal senso poiché operativa e attenta a promuovere la “cittadinanza di genere” nelle scuole, come appunto i resoconti degli insegnanti partecipanti hanno poi mostrato nel corso della giornata.
Il dibattito è poi ripreso con la restituzione dei lavori e individuazione di metodologie e pratiche didattiche improntate alla valorizzazione di entrambi i generi, con la mediazione della stessa dott.ssa Silvia Leonelli, che ha arricchito le esperienze locali con quelle personali. Sono intervenute: Angela Gerardi dell’ “Atelier Vantaggio Donna” che ha presentato il Progetto sul controllo delle relazioni amorose sperimentato nelle scuole di I e II grado; l’insegnante Marta Fusai che ha seguito un progetto sulla storia delle donne nelle III e IV classi di un Liceo in Scienze Umane, e ha condotto alla realizzazione di spot visibili sul sito dell’Archivio di Siena; mentre Silvia Leonelli ha concluso raccontando una serie di interviste realizzate dai ragazzi al mercato di Bologna proprio sugli stereotipi di genere.
Una giornata densa di stimoli di riflessione, che verranno ulteriormente approfonditi nel mese di Maggio del 2013 (in data e luogo da definire), quando è previsto un altro incontro per discutere su “Il ruolo delle/degli insegnanti nella costruzione delle identità di genere” con l’intervento della dott.ssa Irene Biemmi, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze dell'Educazione e dei Processi Culturali e Formativi dell'Università di Firenze. In questa occasione, l’autrice presenterà le sue ricerche, che negli ultimi mesi si sono focalizzate su: “Genere e processi formativi. Sguardi femminili e maschili sulla professione di insegnante” e “Educare alla parità Proposte didattiche per orientare in ottica di genere”
La partecipazione a questi momenti di riflessione è finalizzata a formare coloro che si scontreranno con interrogativi fondamentali del periodo infantile/preadolescenziale/adolescenziale: “cosa vuol dire essere una donna, essere un uomo, oggi?” Se lo è chiesto anche Silvia Leonelli in un saggio di recente pubblicazione (“Educare alla costruzione dell’identità di genere in adolescenza. Studi e ricerche nel contesto italiano”, tratto da Albanesi C., Lorenzini S. (a cura di), Femmine e maschi nei discorsi tra compagni di classe. Il focus group nella ricerca sul genere in adolescenza, CLUEB, Bologna, 2011) e in tale occasione ha contribuito con la sua elevata esperienza a dare ancor più spessore ai preziosi resoconti delle ricerche svolte nelle scuole senesi. Purtroppo a livello nazionale non si registra la stessa attenzione al legame esistente tra genere e educazione, affrontato soltanto su un piano locale, che a sua volta può provvedervi con mezzi purtroppo limitati. In tale direzione la Regione Toscana (insieme all’Emilia Romagna) sembra presentarsi come una realtà di eccellenza e questi incontri a carattere seminariale ne sono una testimonianza.
I seminari rientrano tra le attività finanziate dalla legge regionale n. 16/2009 sulla “Cittadinanza di genere” e sono organizzati dalla Provincia di Siena, ente responsabile delle attività, in collaborazione con l’Associazione Proteo.
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