Lunedi, 24/07/2017 - Lo spettacolo mescola scene comiche e commoventi nelle quali a dettare il ritmo sono le cinque protagoniste che si alternano nei panni e nelle vite di alcune delle più importanti donne di Roma, in particolare trasteverine.
“Le Noantre sono le grandi figure femminili storicamente accertate, ma anche i miti, le leggende, gli archetipi femminili, insomma le Donne che sono state protagoniste della storia della Città Eterna dalla sua fondazione” spiega Valentina Martino Ghiglia, una delle protagoniste.
Uno spettacolo nato da un’idea di Simona Patitucci e che è diventato realtà grazie anche al lavoro fatto a più mani.
“Con Simona ci siamo trovate subito. Non appena mi ha accennato la sua idea sono rimasta entusiasta e grazie alla nostra tenacia femminile siamo riuscite a debuttare. Poi certo con la collaborazione dei nostri colleghi uomini, l'autore nonché regista Toni Fornari, il grafico e creatore di immagini Padraig Obrin e ultimi, ma non ultimi, i nostri produttori, Fabrizio Celestini e Massimo Del Rio, insieme a Massimo Sigillò Massara che ha curato le musiche, siamo riuscite a portare alla piena e fortunata realizzazione il progetto che è anche il risultato di una profonda amicizia” continua Valentina.
Noi Romane-noantre sono le donne del passato. Ci si alterna tra la figura di Giuditta Tavani Arquati, celebre patriota uccisa dalle truppe pontificie di Pio IX nel 1867 durante le battaglie che avrebbero poi portato alla nascita del Regno d’Italia, a quella di Giovanna, la prima ed unica papessa nella storia della Chiesa cattolica. Per raccontare poi la storia di Lucina che con la passione per la musica, è costretta a travestirsi da uomo per continuare a cantare in un periodo nel quale, quello della fine del Settecento, la società era ancora più intransigente nei confronti di una donna e del suo ruolo.
Uno spettacolo che, raccontando le vite delle donne del passato, ci pone davanti a fatti e problemi che ancora oggi sono presenti. E per questo che forse si potrebbe azzardare nel dire che Noi romane-noantre sembra essere un omaggio a quelle che hanno fatto sì la storia, anche se non sono sempre state menzionate per seguire le logiche di un gioco perverso che decide sempre di relagarle ai margini delle narrazioni, ma allo stesso tempo un elogio delle donne di oggi.
Noi romane-noantre racconta delle donne trasteverine che sono sulla scena, quella stessa scena che permea femminilità, ma soprattutto trasmette quel coraggio che da sempre ha contraddistinto l’essere femminile anche attraverso i personaggi di Lina Cavalieri, Agrippina, Suor Enrichetta Caracciolo.
“Raccontiamo di donne forti, caparbie, orgogliose, umili, eccentriche che hanno lasciato un segno e che continuano a raccontare di Roma, in Italia, in Europa e nel Mondo” ci dice Valentina che si alterna in scena con Simona Patitucci, Alberta Cipriani, Ilaria Nestovito e Noemi Sferlazza. Tutte intenzionate a lasciare il chiaro messaggio che è poi anche presente nella canzone dello spettacolo che recita così:
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