“Nilde Iotti una storia politica femminile” (Donzelli) di Luisa Lama costituisce la prima, vera biografia di Nilde Iotti.....
Lunedi, 29/07/2013 - “Nilde Iotti una storia politica femminile” di Luisa Lama costituisce la prima, vera biografia di Nilde Iotti. Nel corso dei 14 anni che ci separano dalla sua morte sono stati scritti libri, svolti convegni di approfondimento sulla sua figura. L’opera più rilevante è la raccolta dei suoi discorsi parlamentari curata dalla Biblioteca della Camera dei Deputati, pubblicata nel 2003 con la prefazione di Giorgio Napolitano che, in modo nitido e profondo, delinea il pensiero e le battaglie riformatrici di Nilde Iotti attraverso il vaglio del suo lungo percorso legislativo. Quello che ci offre Luisa Lama, costituisce a mio avviso, la prima vera biografia di Nilde Iotti innanzitutto per la ricerca accurata, per il vaglio rigoroso ed approfondito delle fonti e perché affronta gli anni cruciali della vita, della formazione e della “progressione” politica di Nilde Iotti dal 1945 al 1964. Che sono anche quelli meno conosciuti e su cui si è costruita una aneddotica che oscilla confinando la figura di Nilde Iotti o nello schema della vittima o in quello della privilegiata dalla sua relazione con Togliatti. Gli anni dal 1945 al 1964 abbracciano gli eventi fondamentali della storia politica, sociale e culturale del nostro Paese: la lotta antifascista, la nascita della Repubblica, il protagonismo delle donne, la modernizzazione dell’Italia, la Guerra Fredda, l’avvio di un nuovo corso riformista. Luisa Lama ci offre un racconto della donna Nilde Iotti, fuori da ogni agiografia, con l’intento di scandagliare in profondità la sua vicenda umana, cogliendo il nesso tra esperienza umana e scelte politiche. Il filo conduttore della narrazione basato su una rigorosa documentazione dei fatti, spiazza il lettore e soprattutto la lettrice, perché ci dice che in Nilde Iotti privato e politico sono sempre stati indissolubilmente connessi. Il privato è politico, non è stata un’invenzione del femminismo? Leggendo la storia di Nilde Iotti proprio in quegli anni 1945-1964 dobbiamo ricrederci. L’esperienza personale di Nilde Iotti che contò moltissimo nella sua formazione, nel suo profilo politico e soprattutto nell’esercizio della funzione istituzionale lo leggiamo fin dalle prime pagine del libro, il “viaggio” quando Nilde Iotti discute la sua tesi di Laurea all’Università Cattolica di Padre Gemelli a Milano, il 30 ottobre 1942 su “L’attuazione della riforma in Reggio Emilia nella seconda metà del secolo XVIII”. Il padre Egidio, ferroviere, socialista prampolinano e la madre Albertina Vezzani, casalinga che amava il Manzoni, aveva voluto, a prezzo di grandi sacrifici, che la figlia studiasse “perché loro sanno” alludendo ai borghesi, a chi aveva in mano le leve del potere. Lo studio e l’istruzione erano l’unico strumento a disposizione degli “ultimi” perché chi sapeva era padrone della propria vita. L’intellettuale Nilde Iotti, l’insegnante dell’Istituto Tecnico Sechi è una donna consapevole del suo talento, che ha grande stima di sé, che nutre ambizioni sul suo futuro ma è una donna che ha conosciuto gli stenti di una famiglia di lavoratori. C’è qui un tratto forte che l’accompagnerà per tutta la vita: la consapevolezza della sua forza che le deriva dalla cultura, la stima di sé che non fu mai alterigia ma al contrario la rese sempre, in modo autentico, vicina alle persone più semplici a cui ha insegnato il riscatto perseguito attraverso il sapere e l’eleganza. La professoressa Nilde Iotti è una donna di 23 anni che vede attorno a sé la devastazione del fascismo ed ascolta le tante e diverse voci che si levano per condannarlo e si organizzano per combatterlo. Anche qui, conta il suo “privato” la sua formazione a Reggio Emilia, le diverse voci del suo riformismo, quello socialista prampolinano e quello cattolico. Nilde Iotti non si butta subito nella politica. “Esita”, ascolta, riflette, partecipa in modo discreto. Ascolta le voci dei suoi insegnanti dell’Università Cattolica: Giuseppe Dossetti, Corrado Corghi, Giorgio La Pira e, prima ancora, alle magistrali, la sua insegnante di Pedagogia Lina Cecchini, militante dell’Azione Cattolica.
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