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“Mi hai fatto a pezzi, per non affrontarmi intera”

“Mi hai fatto a pezzi, per non affrontarmi intera”

L’arte di Cassandra.parla: una lotta e una conquista per tutte le donne del mondo e non solo

Domenica, 08/10/2023 - Dietro a Cassandra.parla troviamo Emanuela Auricchio, pittrice e poliedrica street artist partenopea.

Da dove nasce Cassandra.parla?
Cassandra.parla è un progetto che da poco ha compiuto un anno, un progetto che nasce dall’interesse di un’arte condivisa, i volti delle donne che raffigura diventano manifesti che lanciano messaggi sociali.
Mi ritrovo a lavorare su ritratti femminili di donne che incontro nel mio percorso e di cui racconta le storie. Nel 2021 mi dedico ad iniziative di live painting lungo le strade di Napoli portando la storia di Artemisia*, con l’obiettivo di sensibilizzare e contrastare le tematiche legate alla violenza di genere.
Nella mia vita quotidiana esprimo con l’arte i miei concetti di diritti e lotte delle donne e non solo. Qualche anno fa, passeggiando per le vie di Napoli e frullando nei pensieri i ritratti delle donne che avevo realizzato, decido di condividerli con il mio paese associandogli dei messaggi molto profondi e ricchi di significato per parlare con le donne e per le donne.

Come mai questo nome?
Da piccola mi volevo chiamare Cassandra.

Rispetto al tuo lavoro, sei stata vittima di discriminazioni in quanto donna?
Molte volte i miei dipinti sono stati distrutti e più volte sono stata discriminata per i miei lavori. Nonostante le spiacevoli esperienze, non mi sono mai ritirata e ho sempre cercato il dialogo con i miei colleghi. Il supporto, il sostegno sia dal vivo sia sui social è sempre stato nettamente superiore e forte delle offese e delle distruzioni delle mie opere.

Quali sono i tuoi sogni?
L’idea di creare un luogo/spazio inclusivo in cui tutti si possano sentire parte e stare bene. E che le mie opere possano essere conosciute anche al di là di Napoli, affinchè possano arrivare a più persone.

Ad oggi, è possibile ammirare le sue opere tra i vicoli di Napoli con messaggi di rivendicazione femminile, riflessioni sociali e tarantelle d’amore che accompagnano i suoi dipinti, nella speranza di incontrare gli occhi di migliaia di turisti che possano rispecchiarsi.


*Roma, 1611. Artemisia è nel pieno della sua giovinezza e della sua attività artistica. Il suo innato talento è motivo di orgoglio per il padre che decide di affidarla ad un amico fidato, Agostino Tassi, esperto pittore. L’attività di Artemisia è interamente confinata entro le mura domestiche essendo vietato alle donne la frequentazione di scuole artistiche. È proprio in quelle mura che, dopo numerosi approcci e rifiuti, si consuma la violenza da parte di Agostino Tassi. Artemisia ha solo 17 anni. A quel tempo, vi era possibilità di cancellare il reato sessuale con un matrimonio riparatore che rendesse la donna nuovamente rispettabile. Ma Agostino è bugiardo e il matrimonio non si può celebrare in quanto egli è già coniugato. A quel punto il padre di Artemisia decide di denunciarlo. L’iter è complesso e ricco di umiliazioni nei confronti della donna. Artemisia non si lascia intimidire e porta avanti la sua battaglia, il processo si concluse con una condanna per il Tassi il quale, tuttavia, godendo di favoritismi, verrà presto graziato. Artemisia continua la sua carriera artistica, con uno stile distinguibile in quell’universo, fatto di soli uomini, che ha osato sfidare.

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