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“Mi autocandido”

“Mi autocandido”

Partito Democratico - A Veltroni,una provocazione? "Mi autocandido, ho ottantanni, un cervello lucidissimo teso al futuro,un’esperienza di sessantanni di politica partitica..."

Elvira De Vincenzo Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2008

Mi autocandido, ho ottantanni, un cervello lucidissimo teso al futuro,un’esperienza di sessantanni di politica partitica, associazionismo, sindacato, esperienze nella cooperazione, una base matematica e fisica, che non guasta, manualità e creatività.
In molte società gli anziani, uomini o donne, sono reputati saggi; non credo che gli anziani non devono trasmettere più esperienze della loro vita, ed anche errori da correggere.
Mi autocandido perché sono stata depennata ( io e la mia famiglia ) per altre candidature dal mio PCI , oggi PD, non perché nei cinque anni di mandato di Consigliere Provinciale di Napoli non abbia fatto niente, ( forse più di tanti scalda poltrone e opportunisti), ma, alle elezioni del 1975, alla Provincia presi molti voti più del Partito alla Regione, conquistammo il seggio che non avevamo, e si svegliarono molti appetiti. Mi votarono anche tanti DC e le donne.
Non mi ricandidarono, non reclamai, non lasciai il Partito, anzi ho continuato a fare la “ mula da fatica” nel Partito e nell’UDI. Per le donne ho sbagliato, dovevo ribellarmi, e pretendere, come fanno i maschi, il potere che ci spetta. Queste cose succedono in tutti i Partiti, anche di peggio.
Mi autocandido perché mi hanno sempre usata nelle campagne elettorali per il credito che riscuotevo come comunista e come femminista storica; ad elezioni concluse non esistevo più.
Quando cercavo di mettermi in contatto per i tanti problemi, di cui la gente mi metteva a conoscenza ( mai raccomandazioni nemmeno per i miei figli), qualsiasi contatto diventava impossibile.
Invece quando si dovevano fare le liste per le primarie del PD e l’apparato era in difficoltà per la quota donne, perché chiuso nella sua torre d’avorio, ho avuto tre offerte di candidatura, una anche come capolista. Naturalmente ho rifiutato, ma oggi che vedo in dubbio il mantenimento del 50% delle donne in lista, mi sono detta, se ero valida per le primarie, sono buona anche per le elezioni odierne.
Mi autocandido perché le donne hanno sempre meno tempo per frequentare i partiti, oggi studiano tantissimo, fanno stage, corsi per patentini vari,e punteggi, mille lavori, ma una delle cose che ci ha colpito, oltre il disagio per l’insufficienza dei servizi, è l’allungamento della vita. Si vive di più ma aumentano le esigenze, controlli sanitari vari per i nostri anziani, lunghi cicli di fisioterapia, solitudine da riempire, ed anche quando ci sono le badanti, mezza giornata infrasettimanale e le feste, gli anziani, non autosufficienti rimangono soli e chi se non le donne devono prendersi cura di loro, rinunciare al loro riposo o alla compagnia dei figli e del marito, che trovano i loro spazi. Hanno mai pensato i maschi o i tanti istituti di statistiche, che non si aggiornano mai, il peso enorme che insieme ai figli handicappati ricade sempre sulle donne? o per larga concessione aggiungo un quasi?.
Se non volete inventarvi le donne, o…, o…, chiediamo pubblicamente alle donne di autocandidarsi, quelle già elette presentino un rendiconto delle cose realizzate, le altre invece inviino un curriculum delle esperienze nel lavoro, nelle associazioni, nel volontariato, nelle attività culturali.
Le donne hanno avuto fiducia che l’impegno preso dal PD, del 50%, sarebbe stato mantenuto ed hanno votato alle primarie, non le deludete, non le incattivite con false promesse.
La mia candidatura è solo un pretesto per porre la questione dell’uguaglianza dei diritti tra uomini e donne, problema irrisolto, per cui combatto veramente da una vita.

Portici, Napoli

(26 febbraio 2008)

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