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“MATERNE VISCERE DI MISERICORDIA”

“MATERNE VISCERE DI MISERICORDIA”

Riflessioni a margine della lettera pastorale 2015‐2016 di mons. Vincenzo Bertolone 

Giovedi, 01/10/2015 - “MATERNE VISCERE DI MISERICORDIA”

Riflessioni a margine della lettera pastorale 2015‐2016 di mons. Vincenzo Bertolone  

Sono grata al nostro Arcivescovo e presidente della CEC, Vincenzo Bertolone,    che, invocando

Maria, Madre di Misericordia,    nella sua ultima lettera pastorale    scrive un intero capitolo

intitolato “Annunciare le viscere di misericordia del nostro Dio”,  indicando alcuni punti chiave

per vivere, nell’anno giubilare della misericordia, l’esperienza della tenerezza  MATERNA del Padre.

Scrive Bertolone : “ La prima delle due parole ebraiche contenute nel concetto

veterotestamentario di misericordia è il plurale di "rechem", che designa la profondità del seno

materno... riferito all'Altissimo, sta ad indicare la premura materna con la quale il Signore

custodisce il frutto delle sue viscere. Il popolo ebraico non esitava a riconoscere a Dio il volto di

una madre (Is 49,15) ... Mi torna alla mente una delle tre “parabole della misericordia” che arriva

a paragonare Dio ad una donna: “Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non

accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla

trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta

che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si

converte»”. (Lc, 15,8‐10) .  Osserva Bertolone: “Se nella Bibbia così si commenta la misericordia

di Dio, nessuna meraviglia che abbia potuto parlare di Dio come madre il Papa Giovanni Paolo I

..."Noi siamo oggetti da parte di Dio di un amore intramontabile... E' papà; più ancora è

MADRE."...   Questa misericordia, che mons. Bertolone lega strettamente alla beatitudine della

povertà, e   che è “tenerezza verso i deboli, peccatori, prostitute, asserviti al potere, vittime delle

nuove patologie sociali” non è quindi  soltanto un sentimento umano da ricco a povero, da forte a

debole, ma , direi, è il comportamento abituale della persona: è ciò che, “ ontologicamente”, è

ogni donna: madre che sempre accoglie e perdona. Per mons. Bertolone. “ecco cosa significa oggi

per la madre‐  Chiesa annunciare e praticare la misericordia....è attraverso la preghiera, nella

sofferenza, nelle difficolta', nell'oppressione, che gli anawim, i poveri di JHWH, scoprono la

incomparabile Misericordia di Dio... O Padre,concedici di poter vedere il tuo volto

misericordioso e lodare senza fine la tua misericordia!”

ANNA ROTUDO

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