Marisa Rodano. Una donna della Repubblica: il cortometraggio diretto da Tiziana Bartolini racconta
Presentato alla Casa Internazionale delle Donne, il documentario breve realizzato dall’Associazione ‘NoiDonne TrePuntoZero’, fa rivivere una delle personalità femminili più interessanti del Novecento
Martedi, 21/12/2021 - Marisa Rodano non ha bisogno di presentazioni, almeno per quelle generazioni di donne e uomini che ben conoscono il suo nome e la sua storia, legata agli anni della guerra, della Resistenza, della lotta per la libertà e per i diritti civili delle donne. Ma è sembrato davvero importante, imprescindibile, alla giornalista Tiziana Bartolini, direttora della testata NOIDONNE, raccontare la storia di Marisa Rodano - ancora vivente e prossima a compiere 101 anni - alle nuove generazioni, nate quando molti storici eventi si erano già compiuti e molte conquiste erano state ottenute: per tanti giovani è cosa buona e giusta fare memoria attiva di come sono stati conseguiti tali traguardi, attraverso quali percorsi e, talvolta, incredibili sacrifici.
Proprio con questa finalità, di testimonianza e lascito alle future generazioni è stato prodotto dall’Associazione NOIDONNE TrePuntoZero il documentario breve dal titolo “Marisa Rodano. Una donna della Repubblica”, opera prima scritta e diretta da Tiziana Bartolini, presentato alla Casa Internazionale delle Donne il 15 dicembre, e realizzato grazie al contributo della Regione Lazio, con i fondi stanziati nel bando ‘Iniziative per la costruzione di un archivio della memoria storica del Lazio’ della Direzione Cultura e Lazio Creativo.
Partendo dalla testimonianza diretta della protagonista Marisa Rodano, intervistata da Tiziana Bartolini nei mesi successivi al compimento dei suoi 100 anni (1921-2021), il cortometraggio sviluppa il racconto a partire da un immaginario dialogo tra la Rodano, che rivive e riattualizza all’oggi la scelta dell’antifascismo e della clandestinità nella Roma occupata dai nazisti, e le voci narranti di giovani che leggono testi liberamente tratti dall’autobiografia ‘Del mutare dei tempi’ (Memori, 2010, vol I).
Il cortometraggio è diviso in differenti ‘quadri’ che ripercorrono la vita di Marisa, dagli anni della giovinezza, a fine anni Trenta - quando frequenta nella Capitale il liceo Visconti, dove incontrerà Franco Rodano, che diventerà suo marito e padre dei loro cinque figli - fino alla Liberazione di Roma, il 4 giugno 1944. Contestualmente il corto evidenzia l’intrecciarsi delle note vicende drammatiche della seconda guerra mondiale con eventi portanti della vita delle donne, sul percorso della loro emancipazione, e della loro importanza all’interno del movimento della resistenza, oltre che staffette anche organizzatrici impegnate nei Gruppi di Difesa della Donna (GDD), quelle formazioni partigiane pluripartitiche, simbolo dell'apporto femminile nella lotta al fascismo.
Si conta che a tali gruppi abbiano collaborato, nel corso della guerra, circa 70.000 donne. La stampa femminile clandestina diffondeva giornali, che avevano come obiettivo non solo quello di incoraggiare le donne alla resistenza contro i nazifascisti, ma anche di coinvolgerle pienamente nella nuova società democratica. Le donne comuniste pubblicavano «Noi donne», uscito prima in clandestinità e poi dal 1944 fuori dalla clandestinità, con enormi rischi personali, una testata dove Marisa scriverà per lunghi anni, fino al 1970. Dunque con la presentazione del cortometraggio si è realizzato un circolo virtuoso di donne impegnate e vitali, il cui prosieguo è affidato alle giovani generazioni.
“Gli intendimenti con cui il giornale usciva - scrive Marisa Rodano nel 1977 - erano chiari: essere un giornale per tutte le donne, costituire un legame per tutte le energie femminili vogliose di battersi per sconfiggere il fascismo e partecipare direttamente alla costruzione di un’Italia diversa, far conoscere la lotta delle donne nell’Italia occupata, sollecitare nell’Italia liberata lo sviluppo di un movimento di donne”.
Dal punto di vista stilistico e narrativo, il cortometraggio risulta un’opera curata nei dettagli (i testi, la musica, il montaggio, la fotografia), emozionante e capace di sintetizzare la storia di Marisa Rodano, delle donne, del nazifascismo e della resistenza italiani in pochi quadri, con l’ausilio di immagini di repertorio (archivi e film d’epoca) ritoccate con schizzi di colore e di una scrittura snella e godibile. Un prodotto piccolo ma di grande qualità nel quale la sceneggiatrice e regista, Tiziana Bartolini, esprime un talento creativo e maturo che è auspicabile possa proseguire in altre opere.
Marisa Rodano rappresenta, insieme a figure come Camilla Ravera, nata circa 30 anni prima ma con una sorte analoga, il simbolo delle figure femminili che hanno sfidato le proprie stesse origini, prendendo anche le distanze di fatto da una vita che avrebbero potuto vivere agiata e benestante (il padre di Marisa era imprenditore e beneficiava di privilegi anche col nazismo), in nome di ideali etici, liberamente scelti, conducendo una vita di rischi e sacrifici, tra cui il carcere, la fame e la lontananza.
Dopo la visione del documentario, Tiziana Bartolini ha sottolineato le motivazioni che l’hanno spinta a raccontare la storia di Marisa Rodano, collegate, in particolare, all’importanza di ascoltare le voci dei testimoni diretti della Storia ed al bisogno di avvicinare i giovani alla conoscenza delle scelte coraggiose compiute dalle generazioni che hanno posto le basi della Repubblica e della democrazia.
Sono intervenuti nel dibattito: Maura Cossutta, attuale Presidente della Casa Internazionale delle Donne di Roma; Costanza Fanelli, presidente di NPODPNNE TrePuntoZero; la scrivente, in qualità di giornalista di cinema; Loredana Monaco, come visual design e grafica del cortometraggio; i ragazzi del Liceo B. Pascal (Pomezia) accompagnati dalla prof.ssa Angela Andolfi e dell'IIS Carlo Ubani (Acilia), i loro interventi hanno suscitato grande coinvolgimento nel pubblico presente.
Per le istituzioni sono intervenute Claudia Pratelli, Assessora alla Scuola, Formazione e Lavoro del Comune di Roma; Marta Leonori, Consigliera regionale Lazio; Eleonora Mattia, Presidente della Commissione Lavoro, Formazione, P.O. Regione Lazio.
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