Mercoledi, 20/01/2021 - Nonostante il tempo trascorso, la storia della Comunità di San Patrignano, fondata nel 1978 da Vincenzo Muccioli per il trattamento delle tossicodipendenze, è tuttora al centro di narrazioni contrastanti: infatti dopo la serie “SanPa-Luci e Tenebre di San Patrignano”, uscita di recente su Netflix fra non poche critiche - soprattutto da parte dei rappresentanti attuali della Comunità -, e quasi in risposta ad essa, Rai 1 ha mandato in onda il docu-film “Lontano da casa” (reperibile su Rai Play ed altre piattaforme) prodotto da Bielle Re con Rai Cinema, diretto dalla regista trentatreenne Maria Tilli, un prodotto molto più ‘moderato’ nei toni (e meglio accettato dalla Comunità), che non prende tanto in esame i metodi del suo fondatore e le vicende contraddittorie che lo videro protagonista, ma si concentra piuttosto sul fenomeno della droga e della tossicodipendenza nel momento attuale, attraverso il racconto di testimoni diretti, ragazze e ragazzi, che hanno avuto e hanno ancora esperienze tragiche con la tossicodipendenza.
Si tratta di giovani che vengono da città diverse e crescono in famiglie molto differenti fra loro, ma hanno in comune la dipendenza da sostanze e il percorso di recupero a San Patrignano. Attraverso i loro racconti, integrati con materiale di repertorio e filmati familiari, la regista scava a fondo nei modi e nei disagi che portano ad avvicinarsi alle sostanze, tra sogni infranti, vuoti, rinunce, momenti bui e poi anni di astinenza, non solo dalle sostanze ma anche dagli affetti. Perché quando questi ragazzi entrano in comunità devono lasciarsi tutto alle spalle, non possono avere contatti con l’esterno e quando escono, è la speranza nel futuro che li spinge a ricominciare per riprendere finalmente la vita interrotta.
«Questo documentario – spiega la regista Maria Tilli - nasce dalla volontà di raccontare la tossicodipendenza oggi. Il sentimento umano di rinascita di questi ragazzi poco più che ventenni mi ha rapita ed emozionata, è quello che rende per me questo documentario un’esperienza di vita oltre che un’esperienza artistica e lavorativa. I protagonisti raccontano le loro esperienze con le droghe senza censure. Le voci di Daniele, Caterina e Stefano sono come tre voci distinte che raccontano insieme la stessa storia. Una storia che però non riguarda solo loro, ma che riguarda tutti».
'Lontano da casa' prodotto da Simone Isola e Giuseppe Lepore per Bielle Re, racconta senza filtri il tema della tossicodipendenza nelle generazioni più giovani, un problema che l’emergenza sanitaria rischia di far passare in secondo piano ma che invece proprio a causa del disagio collettivo che stiamo vivendo rischia di minare silenziosamente le esistenze di molti ragazzi.
Alla regia di Maria Tilli, si affiancano la fotografia di Fabio Paolucci, il montaggio di Chiara Dainese A.M.C., l’organizzazione di Alessandro De Luca, le musiche originali di Diego De Gregorio e Antonio Calitro, e la partecipazione di Stefano, Caterina, Daniele, Nicol, Martina, Filippo e dei ragazzi della comunità San Patrignano.
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