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“Libere, disobbedienti, innamorate”: tre ragazze mediorientali tra anticonformismo underground e tra

“Libere, disobbedienti, innamorate”: tre ragazze mediorientali tra anticonformismo underground e tra

Esce in sala “In between”, della regista Maysaloun Hamoud, una voce forte e chiara sui diritti all’indipendenza femminile nel mondo arabo.

Giovedi, 06/04/2017 - Graffiante, autentico e al tempo stesso poetico, dedicato al mondo femminile ad alla sua condizione - tradizionale e contemporanea - nei paesi arabi, esce il bellissimo film d’esordio della 35enne regista Maysaloun Hamoud, giovane e determinata artista del cinema mediorientale, che si è attirata per quest’opera, intitolata ‘In Between’ (il titolo italiano ‘Libere, disobbedienti, innamorate’ non rende affatto l’idea, dettato piuttosto da logiche di marketing) le ire di molti uomini, più o meno integralisti, per quello che racconta e per come lo racconta. (VIDEO Trailer)



In realtà il titolo originale, ‘Bar Bahar’, che significa in arabo ‘tra terra e mare’ ed in ebraico ‘né qui né altrove’, indica con precisione il significato del film, il non-luogo simbolico, la terra di mezzo (antico/moderno; tradizione/identità) che le protagoniste devono attraversare, loro malgrado, per cercare di vivere la loro vita in modo pieno e indipendente.



Il film racconta la vita quotidiana, e le storie pregresse, di tre ragazze palestinesi (una arabo-laica, l’altra cristiano-laica e l’ultima arabo-musulmana), trapiantate per motivi diversi in una Tel Aviv ardente di vita e cultura underground. Laila (la bellissima attrice Mouna Hawa) fa l’avvocato penalista e conduce una vita da single anticonformista; Salma (Sana Jammelieh), di famiglia cristiana ortodossa ed orientamento lesbo, lavora di giorno in un ristorante e di sera fa la DJ: le due ragazze condividono un appartamento la cui porta è sempre aperta agli amici, alle avventure allegre, al ballo, alle bevute e fumate in compagnia. Quando arriva in casa una lontana cugina di Laila, Nour (Shaden Kamboura), studentessa musulmana osservante, originaria di Umm al-Fahm - roccaforte conservatrice del movimento islamico in Israele, situata nel distretto di Haifa - c’è un periodo di assestamento nella vita delle tre ragazze, che iniziano a confrontarsi con abitudini, orari e stili di vita differenti, ma sempre con grande rispetto.



Nonostante le profonde diversità, infatti, le tre donne nel corso della narrazione si uniranno umanamente ed emotivamente di fronte alla stupidità ed alla violenza maschile, operate nei loro confronti da fidanzati e padri pavidi, violenti e succubi di tradizioni che le vorrebbero diverse, non emancipate, prive di aspirazioni, schiacciate da volontà altrui e relegate in matrimoni senza amore o in regole stabilite da patriarcati secolari. Laila e Salma, grazie alla loro trascinante voglia di vivere - pure nelle difficoltà e nella solitudine che le accompagnano - ed alla loro capacità di lottare e reagire alle situazioni imposte, riusciranno a sbriciolare le insicurezze e le diffidenze della nuova coinquilina, che avrà la forza di rompere il fidanzamento con un fanatico religioso, trovando aperte le braccia del padre (figura maschile amorevole e positiva) il quale si mostrerà accogliente e pronto a dare fiducia alla figlia senza fare troppe domande.



La storia di queste tre giovani ostinate e coraggiose diventa una riflessione a cuore aperto sull'indipendenza femminile, che la regista Maysaloun Hamoud, gestisce con umorismo, toni asciutti e molto istinto cinematografico: questo esperimento di cinema israeliano in lingua araba fa sentire chiara e forte la voce femminile dei paesi mediorientali e rimanda alla società tutte le sue insanabili contraddizioni. Il film è stato oggetto di una protesta da parte di movimenti integralisti e la regista, soprattutto all’inizio delle riprese, è stata minacciata personalmente, ma non si è lasciata spaventare, poiché, come ha affermato: ‘non potrei vivere senza essere me stessa, nella verità’.



Bravissime e credibili le giovani attrici Mouna Hawa, Sana Jammelieh, Shaden Kanboura, le quali raccontano di aver vissuto tutte insieme in una casa insieme alla regista per girare e studiare le interpretazioni: “Siamo diventate come una vera famiglia durante le riprese, mangiando, dormendo e discutendo insieme, e questo ha reso possibile un’intesa unica, capace anche di lasciar spazio a delle improvvisazioni nel film”.



Molto coinvolgente, e determinante per l’atmosfera del film, la musica scelta, basata sull’hip hop dei Dam e sulle hit electro-folk della star libanese Yasmine Hamdan, che immergono lo spettatore in un clima totalmente laico e di rottura di schemi consueti.



“Volevo mostrare la vita notturna di Tel Aviv, in particolare di Jaffa, e girare in un locale – ha raccontato Maysaloun - poiché i personaggi del film e molto di quello che vi accade prendono ispirazione da quei luoghi e dalle persone che li frequentano, spesso assumendo droghe ed alcool durante le serate con gli amici: oggi questi locali, dove lavorano dj palestinesi e israeliani, sono il punto di riferimento della scena "underground" arabo-israeliana, un’avanguardia formatasi su due eventi storici centrali, la seconda Intifada e la primavera araba del 2011. C'è stata una certa differenza nelle reazioni al film da parte del pubblico palestinese e di quello israeliano: per gli israeliani il film ha sfatato alcuni stereotipi sulle donne palestinesi e sui palestinesi in generale, mostrando che siamo come loro, e che la discriminazione ‘di genere’ esiste dappertutto. Gli israeliani, d’altra parte, hanno amato il personaggio di Nour, la ragazza palestinese osservante, apprezzandone la dolcezza, senza fermarsi al velo”.



Accolto con successo ai Festival di Toronto, San Sebastian, Palm Springs, Göteborg, Santa Barbara e premiato all’ Haifa Film Festival ed al Kosmorama Film Festival di Trondheim, “Libere, disobbedienti,innamorate” sarà nelle sale italiane dal 6 aprile, distribuito dalla Tucker Film.

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