Login Registrati
“Lasciatele lavorare”

“Lasciatele lavorare”

Intervista con la Portastaffetta dell’Emilia Romagna - Marta Tricarico, avvocata, componente del Direttivo regionale dell’Associazione nazionale degli avvocati per la famiglia e i minori (Aiaf), all’Udi dal 2002. È tra le promotrici del Comitato

Colanicchia Ingrid Martedi, 21/07/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2009

Per il passaggio della Staffetta l’Udi di Bologna ha deciso di puntare i riflettori, tra le altre cose, sul rapporto donne-lavoro, organizzando la mostra fotografica “Lasciatele lavorare-Donne nel mondo del lavoro”. Perché questa scelta?

Abbiamo voluto questa mostra per condannare ogni forma di violenza, discriminazione e sopraffazione delle donne sul lavoro e per ribadire la necessità di una nuova convivenza tra i generi partendo dalla nostra differenza. Circa il 60% dei lavoratori parasubordinati (lavoro flessibile) oggi è donna. Le condizioni salariali, la durata dei rapporti di lavoro e dell'orario creano incertezze economiche e sul futuro. Mamme e lavoratrici lottano quotidianamente per bilanciare affetti e carriera. Per non pensare poi che nel 63% delle aziende quotate, escluse banche e assicurazioni, quasi non c'è una donna nei consigli di amministrazione. Come donne dell'Udi sentiamo fortemente la necessità di promuovere una cultura giuridica e sociale di uguaglianza fra donne e uomini, intervenendo in ogni situazione di discriminazione. Oggi è molto forte il grido delle donne costrette a combattere contro violenze, molestie e precarietà. Le fotografie possono essere lo specchio del nostro tempo. Abbiamo rappresentato più di 80 donne, con l'ausilio della fotografa Sara Combazzi, donne che occupano tutti i settori dell'economia nazionale sia come dipendenti che come professioniste dimostrando la presenza delle donne, la loro capacità di occupare ruoli di responsabilità, per ribadire che le donne non chiedono tutele ma affermazione di diritti. Le donne sono la forza che fa girare la società.

Mi piace ricordare a tal proposito la frase contenuta in un pannello della mostra che è promossa anche dall'UDI Nazionale, il pannello si chiama “il Grido delle Donne” e la frase è dell'amica Alba Piolanti componente del Comitato scientifico che abbiamo costituito per organizzare la mostra: “La dote delle donne più felice è la loro intelligenza creatrice, da sempre hanno guardato in avanti, anche se di mezzi non ne avevano tanti, e oggi grazie all'emancipazione, della piena parità vogliono l'attuazione…la lotta delle donne per la libertà è relazione vicinanza e solidarietà. Per questo costruiscono una nuova società e combattono violenze, molestie e precarietà. Insieme il mondo possono cambiare. Lasciatele Lavorare!”. Vicinanza e solidarietà delle donne: parole d'ordine della Staffetta dell'Udi.

Quale quadro è emerso da questa iniziativa?

Il riscontro di pubblico all'inaugurazione e nei giorni successivi, da parte di istituzioni, di tutti i coordinamenti femminili dei sindacati Cgil Cisl Uil Spi, del Presidente del Tribunale di Bologna, per citarne alcuni, ha evidenziato l'importanza del tema che abbiamo affrontato. Ed è stato molto significativo che leggendo i nostri pannelli tante donne ci abbiano avvicinato ringraziandoci per tutto quello che stavamo facendo, per la semplicità del nostro linguaggio e per l'efficacia delle rappresentazioni. Se ne deve parlare!

Già dal titolo dato alla mostra si intuiscono le innumerevoli difficoltà e gli ostacoli a cui le donne lavoratrici sono sottoposte. Quali sono, a tuo avviso, gli interventi legislativi più urgenti al fine di sanare queste disuguaglianze?

Sicuramente promuovere e valorizzare la partecipazione delle donne nei processi e nei luoghi decisionali. Le azioni positive che avrebbero dovuto favorire la partecipazione socio-politica-lavorativa delle donne hanno avuto, a mio avviso, un grande limite fino ad oggi: sono state elaborate solo da uomini. Le donne hanno ben chiare le carenze, anche culturali, che rendono difficoltosa la loro partecipazione in un contesto paritario. Uno degli interventi più urgenti credo sia quello di modificare quanto prima la legislazione varata sul recesso dal rapporto di lavoro (D.lgs n. 112 del 25 giugno 2008) che ha abrogato quella precedente ripristinando la libertà di forma (salva diversa disposizione dei contratti individuali o collettivi). Questo significa sottoporre le donne lavoratrici al ricatto delle dichiarazioni di dimissioni volontarie, il più delle volte fatte firmare obbligatoriamente al momento stesso dell'assunzione, per ‘liberarsi’ senza costi aggiuntivi della donna in gravidanza o in maternità. Un'ingiustizia che nel solo 2006, secondo fonti sindacali, ha colpito 40mila persone, gran parte delle quali donne.

Quale credi che sia il legame tra violenza e mancata indipendenza economica?

Il loro legame si estrinseca nella quotidiana realtà familiare. Sono una avvocata giusmatrimonialista e quando affronto processi di separazione, divorzio o relativi all'affidamento dei minori vedo come sempre più spesso il controllo economico è brandito come un’arma all’interno della coppia (coniugati, uniti di fatto, fidanzati, amanti). Si priva l’altro (generalmente la donna) della propria indipendenza economica negandole l'accesso ai conti in banca o vietando e ostacolando l'accesso al lavoro, o ancora non pagando il contributo per il mantenimento dei minori. Si ha come effetto la dipendenza della vittima alla condotta autoritaria o violenta dell'altro che può arrivare a vera e propria violenza psicologica e a volte anche fisica. Il tema del lavoro è dunque strettamente connesso con quello del contrasto della violenza sulle donne e la Staffetta dell'Udi ha avuto, a mio parere, il merito di sottolineare pubblicamente la necessità di schierarci unite, le une con le altre, contro ogni forma di violenza sulle donne. Solo unite saremo più forti, “perché Hiina e Lorena” siamo noi.



(21 luglio 2009)

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®