Login Registrati
“La signora si veste di scuro” di Fiorella Soldà

“La signora si veste di scuro” di Fiorella Soldà

Il libro di racconti presentato ad Assisi con l'organizzazione del Centro per le Pari Opportunità della Regione Umbria

Martedi, 13/10/2009 - Venerdì 9 ottobre 2009, presso la Sala Blu del Palazzo Comunale di Assisi è stato presentato il libro di racconti “La signora si veste di scuro” (Morlacchi Editore, Perugia 2008) di Fiorella Soldà. La presentazione organizzata dal Centro per le Pari Opportunità della Regione Umbria ha visto gli interventi di Carla Collesi, Consigliera dal Centro per le Pari Opportunità e del sottoscritto.

“La signora si veste di scuro” nasce per vicende extra letterarie. Fiorella Soldà si ricorda di un’antica filastrocca umbra che le veniva cantilenata quando era piccola e della quale ricorda pochi spezzoni. Nel cercarla su internet si imbatte nel blog che una famiglia, originaria di Assisi ma sparsa per l’Italia, usa per tenersi in contatto. Nasce una profonda amicizia e nasce la voglia di scrivere partendo dal testo della filastrocca. Si tratta di una canzoncina semplice, giocata sulle rime più che sul senso, il cui scopo è insegnare ai bambini e alle bambine i numeri da 1 a 12. La filastrocca dunque ha dodici strofe che iniziano con un numero e nelle quali c’è una Signora che fa qualche cosa. Fiorella Soldà prende il primo verso di ogni stanza e, usando questo come titolo, scrive un racconto fino a comporre una corona di dodici testi nei quali la protagonista è la “Signora” di ogni strofa: “Uno, la Signora si veste di scuro”, “Due, la Signora mangia le uve”, “Tre, la Signora è più bella di te”, e così via. L’autrice, dunque, contrariamente a quanto avviene di solito ha a disposizione un titolo e da questo deve inventare una storia, scavando dentro se stessa per forgiare la scrittura. Dalla filastrocca gemmano i racconti che con questa antica nenia hanno in comune solo il titolo, aprendo un mondo dalle potenzialità infinite: da ogni verso parte un racconto, e da ogni racconto potrebbe nascere un romanzo, da ogni romanzo un ciclo. È un gioco letterario che ricorda l’Italo Calvino di “Se una notte d’inverno un viaggiatore” che non è altro che una continua, circolare, gemmazione di incipit di ipotetici romanzi che finiscono per costituire un romanzo di romanzi non scritti. Anche i racconti della Soldà si aprono a stella, ogni signora è diversa, ogni donna rappresentata è una caso a sé. Ogni signora, alla quale non viene dato alcun nome, mostra una specifica caratteristica femminile: vi si trovano la prostituta, la serva che si emancipa e diventa signora a sua volta, la musicista, la pittrice, l’ostessa, la vecchia imbellettata, la giovane; tante donne che in realtà sono la Donna. Entrare in questi racconti è entrare in una sorta di prisma che rimanda la stessa immagine da prospettive e punti vista diversi, un prisma che scompone il fascio di luce dell’essere donna in tanti, diversi colori, ognuno distinto ma che insieme fanno il bianco abbacinante della luce. Arrivati al dodicesimo racconto, “Dodici, è finita la dozzina”, Fiorella Soldà fa riunire queste signore intorno a un tavolo, dove si incontrano, si raccontano, si guardano, gettano la maschera dei personaggi per ricomporsi nella luce; ridiventano il prisma, l’unica filastrocca dalla quale si è partiti.

Fiorella Soldà ha una scrittura limpida, chiara, breve, molteplice nelle sfumature, precisa nel lessico e nella costruzione sintattica. Vi è il magistero di profonde letture, soprattutto della letteratura francese – della quale l’autrice è insegnante e traduttrice – letta in lingua originale, che hanno dato la capacità di ripulire e strutturare la lingua. Si tratta di una scrittura che indugia nell’affondo psicologico, con certe movenze che ricordano Gustave Flaubert o Marguerite Yourcenar. Ne sono spia la spezzatura della prosa in continui punto a capo. Vi è il tentativo di riprodurre le movenze del pensiero; nelle pause, negli spazi bianchi, così come avviene nella poesia, si annida un mondo, è il mondo del non detto, il salto del pensiero, il mutamento repentino dello stato d’animo, il sopraggiungere del piacere o della paura, la molteplicità della scrittura che richiede il contributo del lettore con il quale si instaura un rapporto dialettico.

Così come una filastrocca che incanta da bimbi e la si ricerca da adulti, ugualmente questo libro si presta a diverse letture, in diversi periodi della vita. Chiude i cerchi della crescita, della consapevolezza, della vecchiaia, della nascita e della morte, in un andamento circolare che affascina. Da leggere e da rileggere.



Luca Benassi



(13 ottobre 2009)

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®